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lunedì 3 ottobre 2016

Un anno fa ci lasciava Rodolfo Maltese, di Wazza


"Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un pò di se e si porta via un pò di noi. Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla. Questa è la più grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso"
(J. LBorges).


E' passato un anno, Rudy, da quando sei tornato a volare. Ieri ti abbiamo "fatto la festa", spero ti sia arrivato il calore, del nostro abbraccio.
Aldo

Ricordando una persona speciale- dal blog "Partigiano della Speranza"

Quando muore un artista tutti mettono in risalto la sua arte. E' comprensibile, è ovvio, è giusto.
Il 3 ottobre scorso è morto Rodolfo Maltese, chitarrista del Banco del Mutuo Soccorso, ed è successa una cosa bellissima che mi ha colpito molto: tutti, ma proprio tutti, hanno messo in secondo piano l'enorme aspetto artistico per sottolineare il fatto che Rudy era una persona speciale.
E' proprio così, credetemi: Rodolfo era una persona buona, pulita e molto sensibile, una persona unica. Per come l'ho conosciuto in questi anni, posso dire che si tratta di una delle migliori energie che abbia mai incontrato.
In questo periodo non ho scritto molto su di lui e ne ho parlato ancora meno. C'è una ragione ed è molto semplice: il lutto è un fatto privato e non voglio assolutamente entrare nel dolore infinito di chi lo ha conosciuto molto meglio e più a lungo di me. Prima del chitarrista è morto un uomo. Non so come spiegare diversamente questa cosa, ma spero di essere stato chiaro.
Negli ultimi anni ci sentivamo spesso con Rudy al telefono, l'ultima volta a luglio 2015, ed ogni volta avevo paura di disturbarlo. Lui era sempre disponibile e carinissimo con me, contento di sentirmi e di scambiare due chiacchiere, ma io avevo sempre paura di dargli noia. Anche se mi diceva sempre che non disturbavo e che potevo chiamarlo quando volevo, l'ho sempre rispettato come amico e come musicista al punto di pensarci più volte prima di telefonargli.
Rudy trasmetteva una sensazione di limpidezza che poche altre persone mi hanno dato. Per lui parlava e parla il modo con cui teneva in mano la chitarra: sembrava che tenesse in mano una donna. Non l'ho mai visto aggressivo sullo strumento, trasmetteva emozioni potenti con il tocco più lieve possibile.
Mi azzardo a fare un paragone che non so se verrà capito: Rodolfo Maltese come George Harrison è stato una colonna nel gruppo in cui ha suonato, ma non ha mai avuto troppo la ribalta delle copertine delle riviste.  
Mi piacerebbe chiedergli se si rivede in questo parallelo, mi piacerebbe chiedergli molto altro, ma gli occhi si imbevono di pianto ed il pensiero va ad una telefonata che non farò il giorno di Natale. 
Basta così, non riesco ad andare avanti. Eterna è la strada che va, la primavera è inesorabile.


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