di Andrea Zappaterra
Sulla scena musicale Rock italiana
da 20 anni Diego Tuscano è molto
apprezzato anche in Inghilterra con la sua Band “SanniDei”.
Con il nuovo gruppo “il Tusco”, in collaborazione con Mao (“Mauro Gurlino”), ha
pubblicato nel 2015 l’Album “Il Tusco canta e Mao gliele suona!”
ed ora esce questo bel lavoro dal titolo meno fantasioso, “Il Tusco feat. LUKE SMITH”, registrato a Bristol nell’ottobre 2015, con
i bassisti Stefano Trieste e Ale Alle, il batterista cantante Todaro, Julian
Weels Cathedral e Shane Maxymus alle percussioni, Snooky
Chivers Hammond e il chitarrista inglese Luke
Smith (leader della band Ulysses).
Un lavoro corposo, ben definito,
che sviluppa tutte le tematiche classiche del prog rock psichedelico e incanta
con sonorità calde, richiami a gruppi come il Balletto di Bronzo, Osanna,
Perigeo, Avitabile, ma anche Gentle Giant, Pink Floyd, Santana, Doors.
Un album quindi con le radici nel
passato ma i frutti in alto, che si stagliano nel futuro, per certi versi
sorprendente, veramente molto ricco e ben eseguito.
Tecnicamente prefetto, la chitarra
di Luke si inserisce nei brani,
suadente, sgusciante a far da sponda alla voce di Diego sempre molto sostenuta, mentre i bassi creano l’atmosfera
calda e avvolgente dove blues, prog e rock si uniscono nel loro incedere
naturale.
I Brani:
1)
Si inizia con “Ossessione” un ritmato riff con
controtempi da capogiro, dove i vari strumenti si scompongono in spartiti
separati per riunirsi alla fine.
2)
“Ossessione pt2 (il
traditore)” un brano che parte lento
per poi riprendere le tematiche del primo brano ma con maggior spunto
psichedelico , evoluzioni sonore.
3)
“Pulsazioni” invece un tipico rock sostenuto da un’ottima
chitarra distorta.
4)
Ma è con “Libero”
che arriva il tocco di classe, un rockaccio tirato, ritmato , accattivante. Un
muro sonoro che fa subito presa e per un attimo riporta alle mente le migliori
performance di grandi gruppi Rock 70’s, tipo Sparks o Grand Funk.
5)
“Danzatore nel lurido Banco dei Pegni “, un altro scatenato riff
trasognante, con una chitarra
imprendibile e imprevedibile .
6)
Poi un'altra perla “Babilonia della Psiche”, forse la
più attinente al passato, con giri di basso collaudati e intensa
caratterizzazione vocale.
7)
“Giorni Perduti”, un brano più tranquillo con arpeggi e accordi
melodici in cui si inseriscono dialoghi di assoli strumentali e una batteria
sostenuta a tenere alto il plot ritmico.
8)
“Nuovo anno Zero” infine, un’atmosfera quasi Floydiana, con un
fantastico Hammond e un Fuzz/Bass in cui
si inserisce una chitarra indipendente.
Affascinante…
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