Il musicista Fabrizio Palermo si racconta: “La mia collaborazione con il pianista genovese Luppi Musso e il mio amore per la Liguria da quando ero ragazzo”
Nonostante le difficoltà e
limitazioni imposte dal Covid-19, che purtroppo da un anno intero ha ormai
paralizzato l’intero comparto culturale italiano (dai concerti ai musei, dalla
danza al teatro), va avanti a pieno regime “San Francesco – il Musical”, opera
rock dedicata al Santo Patrono d’Italia ideata e musicata dal pianista e
compositore genovese Alberto Luppi Musso su testi di Paolo Barillari.
Dai primi bozzetti realizzati da Luppi Musso, il progetto ha via via preso forma, avvalendosi di collaborazioni di alto prestigio.
Abbiamo contattato telefonicamente
Fabrizio Palermo, polistrumentista (ha nel basso il suo strumento d’elezione, ma
suona anche tastiere e chitarre) e arrangiatore,
per fare con lui il punto su questo grande progetto in onore del Santo più
amato d’Italia.
Il nome di Fabrizio Palermo, tra gli amanti della musica italiana, viene quasi subito associato a quello di Enrico Ruggeri, per via delle loro frequenti collaborazioni sul palco e in studio. Ma il curriculum del bassista/polistrumentista milanese è a dir poco impressionante: ha suonato con i Clan Destino, band che ha spesso affiancato Ligabue sul palco, vanta anche collaborazioni con Marco Masini, Anna Oxa, fondatore degli Sharks (concorrenti a Sanremo nel 1989 con il brano “Tentazioni” scritto insieme a Vasco Rossi), con la band degli spettacoli di Ale & Franz e con tantissimi altri nomi.
Qual è stato il primo passo, il
contatto iniziale, che ha portato alla nascita di questa collaborazione con
Alberto Luppi Musso?
“Alberto è uno storico fan di Ruggeri fin dagli anni ‘90, quindi c’eravamo incontrati diverse volte nel backstage dei concerti in occasione di vari tour. Poi, per il suo musical su Francesco, ha contattato Stefania Schiavone, che era stata la tastierista degli Champagne Molotov, la prima band giovanile di Ruggeri, per chiederle se sarebbe stata interessata a suonare per lui una parte di pianoforte. Attraverso Stefania, Alberto ha chiesto anche un assolo di chitarra di Luigi Schiavone, chitarrista di lunga data di Ruggeri. E da lì è stata una reazione a cascata: siamo stati coinvolti anche io e il batterista Marco Orsi. E quello che doveva essere un insieme di piccoli tocchi qui e là si è trasformato in una vera collaborazione al 100%. Personalmente sto contribuendo infatti anche agli arrangiamenti orchestrali del lavoro e Luigi Schiavone si sta occupando anche del mixaggio e della produzione”.
Quanto lavoro c’è dietro a questo
progetto?
“Da quel primo contatto direi che ormai sia oltre un anno che stiamo lavorando insieme e posso dire che tutto sta prendendo la sua forma definitiva. Certo, purtroppo a causa del Covid-19 non possiamo ritrovarci tutti in uno studio e sviluppare delle idee insieme, ma in pratica ci stiamo sentendo quotidianamente”.
E la pandemia quanto ha penalizzato
la nascita di questo lavoro?
“Con Schiavone e Orsi dopo anni di collaborazioni abbiamo raggiunto un’intesa tale per cui basta un gesto o uno sguardo per capirci. Purtroppo la distanza alza dei muri e allunga i tempi. Quindi può succedere che Marco mi mandi una traccia di batteria, io ascoltandola costruisca su di essa un giro di basso e lui, sentendo le mie note e i miei accenti, trovi nuove idee e nuovi stimoli, per cui decide a sua volta di modificare la linea ritmica. Insieme in uno studio tutto ciò avverrebbe in pochi istanti, invece a distanza lui deve registrare la sua parte, mandarmela, io devo fare la mia, poi eventuali modifiche mi arrivano di nuovo da lui e così via”.
E quando l’incubo del Coronavirus
sarà terminato?
“Purtroppo, in questo momento non possiamo ancora sapere quando saremo in grado di tornare dal vivo. Ma l’obiettivo, naturalmente, è quello di mettere in scena ‘Francesco’, perché la sua dimensione è quella di un’opera rock live”.
Dal momento che Alberto Luppi
Musso è genovese, vogliamo concludere con un pensiero dedicato alla Liguria?
“Amo la Liguria fin da quando ero adolescente e venivo in vacanza a Pietra Ligure. E poi fatemi suonare in Liguria e mi farete felice. Avete dei teatri fantastici, penso ad esempio al Politeama Genovese, dove ho fatto tappa molte volte, o al Carlo Felice, ma anche delle suggestive arene e location all’aperto, come il Giardino del Principe di Loano. Spesso in estate ho fatto tappa in molte località liguri con uno dei miei progetti, i Queenmania, band tributo ai Queen dei quali sono membro fondatore. Adoro suonare in Liguria, avete posti stupendi e mi avete sempre riservato un’accoglienza meravigliosa”.
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