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giovedì 30 settembre 2021

Cacio e pepe

Luigi Mantovani, qui in foto con Francesco e Rita Calderoni nelle cucine dello storico locale milanese Capolinea, durante la registrazione dell'omonimo disco.

 

Oggi quasi quasi a pranzo me la faccio la “cacio e pepe”, ma non seguirò la ricetta classica, ma quella che si inventarono anni fa il famoso chef Antonello Colonna e il grande Francesco di Giacomo. Allegata la “Ode a cacio e pepe”... e Cracco muto!

Buon appetito

Wazza


Cacio e pepe pepe e cacio

Pepe e pepe cacio e cacio 

Bianco e nero nero e bianco 

Impeto della luce ebbrezza della notte 

Tinte-contrasto- grande unisono

E ogni tanto acqua bollente 

E poi cacio e pepe pepe e cacio...

Decidi tu quando dire basta

 

Questa ode al cacio e pepe è stata scritta dal famoso chef Antonello Colonna con Francesco Di Giacomo cantautore del gruppo Banco. Questi versi si trovavano nel menù di degustazione del ristorante col “portone rosso”, a Labico, dove era possibile gustare una personale versione del cacio pepe preparata davanti ai clienti. Versione che come racconta Antonello Colonna nel suo libro “Antonello Colonna: un anarchico ai fornelli”, da Labico a New York è nata nel 2000 nel corso di “Cucinare a Labico”.

Colonna racconta che l’idea di far rinascere questo piatto popolare romanesco era data dall’esigenza di “contrapporlo” alla cucina fusion ed in particolare al sushi che andava di moda in quegli anni nei ristoranti della capitale. Così pensò di nobilitare il popolare e semplice cacio e pepe, finito in secondo piano o talvolta scomparso nei menù dei ristoranti, preparandolo a mo’ di risotto davanti ai clienti, in una sorta di esibizione artistica.

Riscosse grande successo tanto da essere definito “il re del cacio e pepe” e alla presentazione della Guida di Roma del 2000 il Gambero Rosso gli dedicò l’evento dal titolo "tra sushi e cacio e pepe".





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