Mindance – Cosmically Nothing
(Lizard Records) 2020
Di Luca Paoli
In colpevole ritardo mi trovo a scrivere di “Cosmically Nothing”, dei molisani Mindance.
La band di Campobasso ci porta attraverso un viaggio psichedelico e progressivo come raramente ascoltiamo in Italia.
Dalla frequentazione di una vera e propria “comunità musicale”
frequentata da molti personaggi con la voglia di sperimentare e suonare lunghe
ed improvvisate fughe strumentali fuori dall’ordinario, nascono i Mindance.
La loro avventura ha inizio nel 2012 e dopo vari cambi di formazione nel 2015 si assestano con Tonino Marchitelli alla voce e tastiere, Gianluca Vergalito alla chitarra, Peppe Aloisi al basso, alla voce, al synth e Massimo Cosimi alla batteria.
Ascoltando il disco, le radici ci riportano a gruppi come gli Hawkwind e i Pink Floyd del primo periodo, ma vorrei precisare che loro non copiano ma, partendo dai loro riferimenti, propongono una musica attuale consapevole dei nostri giorni.
Allora è giunto il momento di partire, schiacciate il tasto “play” del vostro lettore, mettetevi comodi sul vostro divano e chiudete gli occhi... il viaggio sta per iniziare.
“Minkiadance”, elettrica ed incalzante, con le chitarre protagoniste, ci mostra il lato più elettrico e heavy della band.
L’elettronica prende il sopravvento nella seguente “Prologue One” introdotta da una voce recitante.
Il vero e proprio viaggio psichedelico inizia con “Falls In Love”, sette minuti abbondanti di grande pathos con i Pink Floyd come ispirazione e la band che suona veramente in modo splendido.
“I Don’t Belive”, più ritmata, prosegue il viaggio con un suono più progressivo per i suoi cambi di tempo.
“Echi Megl’E Me”, unico brano non cantato in inglese ma in dialetto, è una ballata molto bella e rimanda alla grande musica dei ‘70... grande pezzo.
Si prosegue con la lisergica “Don’t Break Me” che ricorda certe composizioni di Neo Prog.
Segue “Prologue Two”, altro breve intermezzo recitato su un tappeto di tastiere.
“Don’t Break Me” accelera col suo riff di chitarra sfiorando certo punk degli anni ‘80 per rendere il menù più vario ma sempre di qualità.
Si torna al prog, anzi al neo prog degli anni ’80, con la bella “Sery”, dal ritmo lento, adatto a proseguire il viaggio che vorremmo non finisse mai.
Ancora il breve “Prologue Three”
per poi finire in bellezza con la lunga (dodici minuti) “Cosmically
Nothing” che dà il titolo all’album. Qui troviamo tutto quello che ci
aspettiamo da un brano psichedelico e space.
Inizio col solito recitato su un mantra di tastiere elettroniche, poi la ritmica parte con un mood lisergico, ripetitivo, con effetti che ci guidano verso il cosmo per poi esplodere con la chitarra che sale in cattedra. Questo brano, per chi scrive, vale il prezzo del biglietto.
Ottimo il libretto, che contiene tutte le informazioni necessarie e i testi e molto bella la grafica.
Un disco di gran spessore con ottime
composizioni, un suono veramente di livello, molto vario, con parti cantate
veramente molto convincenti.
Ora siete arrivati alla fine del
viaggio ma, son sicuro, che vi alzerete dal vostro divano e andrete a
schiacciare ancora il tasto “play” del vostro lettore perché la voglia di
ri-partire sarà più forte di voi e che, in questo modo, lascerete perdere,
almeno per un po’, tutte le cose negative che questo periodo ci costringe a
vivere.
Buon viaggio a tutti!
Tracklist:
1 Minkiadance
2 Prologue one
3 Falls in love
4 I don't believe
5 E chi megl' e me'
6 Don't break me
7 Prologue two
8 Strange love
9 Sery
10 Prologue three
11 Cosmically nothing
Line-up
Antonio Marchitelli: voice, keyboards
Gianluca Vergalito: guitars
Giuseppe Aloisi: bass, voice, synth, noises
Massimo Cosimi: drums
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