Libro: Acid Queens – Viaggio tra le
voci femminili della musica psichedelica
Autore: Enrico Rocci
Casa editrice: Officina di Hank
Anno: 2021
Commento di Fabio Rossi
Autore
di un bel saggio sui Porcupine Tree (Il culto dell’albero porcospino – Storia,
sproloqui e ricordi dei Porcupine Tree – Chinaski Edizioni – 2018), lo
scrittore piemontese Enrico Rocci torna
alla ribalta con un corposo tomo dedicato alla fascinosa musica psichedelica.
Il genere, che ha avuto il suo apice tra la metà degli anni Sessanta e gli
inizi degli anni Settanta (Summer of love e Woodstock vi ricordano qualcosa?), è
analizzato con dovizia di particolari prendendo in considerazione, come si
evince dal titolo, formazioni che prediligevano il cantato femminile. Tale
scelta ha forzatamente escluso vari gruppi, quali Grateful Dead, Pink Floyd e
Ozric Tentacles (quest’ultimi, com’è noto, compongono unicamente pezzi
strumentali… e che pezzi!!!), ma l’intento di Enrico era quello di dare il
giusto risalto alle ammalianti ugole di personaggi mitici quali Grace Slick
(Jefferson Airplane) - alla quale è stato dedicato giustamente molto spazio -, Dorothy
Moskowitz (The United States Of America), Renate Knaup (Amon Düül II), Gilli Smyth (Gong) e
via discorrendo.
D’altronde
come dargli torto? La musica psichedelica si attaglia perfettamente con il
soave cantato delle artiste summenzionate (e altre ancora come Linda Perhacs,
Sandy Denny dei Fairport Convention – una delle mie preferite in assoluto!) anzi,
a pensarci bene, sono proprio loro ad aver dato lustro al genere molto di più,
a titolo esemplificativo, di quanto sia avvenuto nel progressive.
Il
pregio di “Acid Queens-Viaggio tra le voci
femminili della musica psichedelica”, è quello di
affermare il concetto che anche nei decenni successivi la psichedelia ha
trovato terreno fertile sebbene se ne parli davvero poco, consentendo agli
interessati un esaustivo approfondimento sulla tematica. Esempi? Stereolab,
Broadcast, Jessamine, The Green Pajamas, combo che ho sviscerato proprio grazie
a questo libro. Infatti, mi sono imbattuto in artisti che non conoscevo ed
ascoltando la loro musica ho ampliato il mio bagaglio culturale (rammentiamo
sempre la massima socratica “So di non sapere”). Non servono forse a questo i
saggi musicali?
Divertente
e ironico lo stile di Rocci, sempre pronto alla battuta, che rende la lettura
assolutamente scorrevole e soprattutto, fattore da non sottovalutare,
piacevole.
Ho
avuto modo di leggere una recensione di una rivista specializzata (non la cito
per evitare di fare pubblicità) che accusava l’autore di eccessivo maschilismo sminuendo,
peraltro, gli evidenti pregi del libro. A tal riguardo volevo assicurare tutti
che non vi è traccia nel manoscritto di tale tendenza (a meno che non sia
diventato rincretinito) e che, anzi, Rocci ha dedicato il suo tempo alla
stesura di questa monografia proprio per voler esaltare l’universo femminile e
non il contrario. Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
“Le donne mi hanno sempre sorpresa: sono forti, hanno ancora la speranza nel cuore e nell'avvenire”. (Monica Vitti)
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