MUFFX – “CONFINI”
Commento di Andrea
Pintelli
Lo
scorso novembre (!) è uscito per l’amatissima Black Widow Records
(gloria sempre) il quinto album intitolato “Confini”
dei salentini Muffx, ovvero Luigi
Bruno (chitarra e voice, nonché leader della band), Alberto Ria
(batteria), Mauro Tre (farfisa, synth e tastiere) e Ilario Suppressa
(basso), qui affiancati da Claudio Cavallo Giagnotti (antichi strumenti
a fiato del Mediterraneo) e Gianluca De Mitri (darbuka).
Registrato
durante un concerto tenuto nell’estate del tristissimo 2020 a Galatone (LE),
così come la copertina, anch’essa disegnata live da Massimo Pesca durante
la loro esibizione, si compone di cinque brani introspettivi ma fantasiosi, con
in aggiunta due brani presi dalle loro sessions in studio.
I Muffx
esordirono nel 2007 con "…Saw The…" (B.O.S.R./SELF), seguito
nel 2009 da "Small Obsessions" (Go Down Records / Audioglobe),
indi nel 2012 uscì il terzo album "Époque" (Ill Sun Records -
Lobello Records / GoodFellas).
Nel 2017, dopo una lunga pausa dovuta alla prematura morte del loro produttore artistico Pierpaolo Cazzolla, uscì "L'ora di tutti" (Black Widow Records), un concept album strumentale liberamente ispirato all’omonimo romanzo (uscito nel 1962 per Bompiani) di Maria Corti ambientato durante l'invasione turca nel 1480 a Otranto. Dischi che ottennero ottimi consensi di pubblico e critica, anche a livello europeo, grazie ai quali poterono esibirsi in tante e importanti location e festival, che aumentarono sempre di più la coesione fra i ragazzi del gruppo.
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“Confini”
è il secondo capitolo della “trilogia delle lame” iniziata nel 2017 con “L'ora
di tutti". Nel nuovo disco i Muffx sonorizzano (come fosse musica di
un film immaginario) le vicende cruente accadute nel Salento, tra Galatone e
Fulcignano, intorno al 1300. Due comunità confinanti che per divergenze
politiche, culturali e religiose (una professava il rito cristiano latino,
l’altra quello greco) si scontrarono fino alla distruzione di Fulcignano, i cui
ruderi sono ancora presenti.
Si apre
con “Ritual”, una suite di 18 minuti in cui i Muffx elevano la
loro capacità artistica verso un’evoluzione del suono rispetto agli episodi
precedenti, seppur per continuità resti la matrice della loro impronta sonora.
Un viaggio schiettamente psichedelico, ma non solo, che trae spunto dal mondo
del Progressive italiano anni ‘70, dove non esistevano confini fra i generi,
dove il mito dell’assoluto musicale regnava incontrastato. Pieno di stanze da
visitare con interesse e trascinato da idee fresche e mirabili, il primo
episodio di questo disco vive di esaltanti momenti in cui la preparazione
tecnica dei Muffx viene a galla in maniera oggettiva. Si erge di momenti cari
anche alla library music sempre di quegli anni, in cui la libertà espressiva
veniva apprezzata, ma addirittura supportata.
“L’Istante
Prima” è una ballad di altri tempi, ma rapportata ai giorni nostri
assume la caratteristica di essere senza tempo. Qui proposta sia nella versione
live, che in quella di studio, è stata scritta insieme al defunto Pierpaolo Cazzolla,
ha respiro ampio, note armoniche ben calibrate e accenti imponenti che fungono
da stop and go. Significativa nel testo in cui ognuno può ritrovare parte di sé
stesso, è universale nell’intento.
“Carovane”
è tutto quello che storicamente il Salento ha rappresentato nei secoli: punto
di arrivo di viandanti, ospitalità, fusione di culture differenti, punto di
(ri)partenza verso altri lidi, solarità, calore, porta italiana verso
l’Oriente. Proprio di questa parte del globo si arricchisce il brano, in una
sorte di world music in tempi dispari che fa vivere al meglio quanto sopra
descritto. Sembra in parte uscita dai film di genere che cinquant’anni fa (o
giù di lì) regnavano incontrastati sia nelle sale cinematografiche, sia
nell’immaginario collettivo. Grande prova d’insieme.
“L’Ubriaco
Venuto dall’Est” è un episodio di obliquo simil-jazz/rock, che farà la
felicità dei fans più estremi del Prog nazionale. Tre minuti scarsi di sberla
sonora di una bellezza unica.
“Scelgo
Te” è la confessione di un abitante di Fulcignano che si piega ai nemici e
alla sorte, si adegua alla nuova realtà e sopravvive grazie alla scelta di
adottare esteriormente usi, costumi e rituali dei vincitori, ma conservando
nella sua intimità le sue radici e identità. La leggenda tramandata attraverso
stornelli e poesie popolari racconta di una reggente (principessa nei canti)
che durante l’assedio fu privata del figlio neonato e dovette assistere alla
sua esecuzione ai piedi del casolare per non essersi arresa, da qui la
tradizione si perde in maledizioni e incantesimi esoterici. Episodio sonoro di
non facile assimilazione e lettura, che ha in sé il mondo dei Muffx.
Terminata la parte live, il disco prosegue con “Mater Flebilis”, fotografia di una scena da film che ha la caratteristica di restare sospesa nel tempo.
Forza, audacia, capacità dei propri mezzi: i Muffx di strada da percorrere ne avranno ancora tanta, siccome tante sono le frecce a disposizione del loro arco. Il Salento non è solo Negramaro e Pizzica, fortunatamente. I Muffx sono qui per ricordarcelo.
Track
list (cliccare sul titolo per ascoltare):
1. RITUAL
3.
CAROVANE
5.
SCELGO TE
6.
MATER FLEBILIS (strudio version)
7.
L’ISTANTE PRIMA (studio version)
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