Baldo & i Giovani – L’Ora D’Aria
(Music Force, 2023)
Di Luca Paoli
Una boccata di freschezza e di
leggerezza anche nella musica è benvenuta ma sempre nel segno della qualità e
del buongusto.
Tutto questo ci viene offerto dai Baldi & i Giovani con
la loro nuova uscita discografica “L’Ora
D’aria”
La band friulana ci propone una
fresca rilettura (con brani quasi tutti originali) di quel jazz che fu portato
in alto da personaggi come Cab Calloway e Fats Waller, attraversando gli anni
pioneristici dello swing e della musica popolare in voga nei primi decenni del
secolo scorso, ma riverniciata e presentata con un’attitudine moderna questo
anche per la notevole perizia tecnica e la giusta dose d’ironia.
Tra brani strumentali e cantati si passa un’oretta di ottimo intrattenimento, che in questo periodo storico, dove sono le guerre a farla da padrone, ci regala quell’ossigeno rigenerante che ci permettere di pensare alle cose belle che, nella vita, comunque non mancano.
La formazione vede Alan Malusà Magno alla composizione, chitarra e canto, Mirko Cisilino alla tromba e trombone, Gabriele "Gates" Cancelli alla tromba, David Cej alla fisarmonica, Marzio Tomada al contrabasso e Marco D'Orlando alla batteria.
Le 13 tracce che compongono il viaggio sonoro sono varie e, vi assicuro, non stancano, anzi, si plaude alla varietà degli arrangiamenti sempre di ottimo livello che elevano le belle composizioni … i testi, mai banali, portano il lavoro ai giorni nostri dimostrando che ci si diverte ma coi piedi ben ancorati a terra.
Per darvi un’idea di quanto andrete ad ascoltare vi segnalo “Baldanzoso”,
che apre il disco e lo fa con un gran lavoro di fiati e fisarmonica ed una
ritmica che si fa in quattro tra stacchi e ripartenze.
In “Città Vuote” è il jazz a farla da padrone
mentre è la voce a rendere cantautorale la bella “Il Piede Sa (Piejalji'a).
Molto intensa la seguente “La Noia Che Precede La
Dittatura” con un testo molto interessante che mi porta a scomodare
anche un certo De André.
Vorrei segnalare, inoltre, le trombe con le sordine che
marchiano a fuoco “Barone Torpedone” e senza dimenticare il bel
lavoro di chitarra e fisarmonica.
Vi assicuro che tutto il lavoro mantiene uno stato
qualitativo molto elevato che fi farà divertire con intelligenza.
Quindi vorrei consigliare questo lavoro a chi desidera prendersi un’ora d’aria (da qui il titolo del disco) da tutto ciò che è triste e pesante e cerca una distrazione costruttiva farcita con la giusta dose d’ironia e dove è impossibile tenere il piedino fermo e non fischiettare sulle melodie proposte.
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