Habelard2 - Qwerty
2023 remix
Di Luca Paoli
Tutti gli appassionati di prog
ricorderanno Sergio Caleca come tastierista della band milanese Ad
Maiora con la quale ha inciso due ottimi album, “Ad Maiora” del 2014
e “Repetita Iuvant” del 2016.
Nel frattempo, esattamente nel 2013,
esce il primo disco “Qwerty”, parte del suo nuovo progetto denominato Habelard2 nel quale si occupa di suonare tutti gli
strumenti delle sue composizioni facendo uso anche dell’elettronica.
Oggi, per festeggiare i 10 anni di
quel disco, Sergio Caleca ha voluto dargli nuovo smalto eliminando tutti gli
interludi presenti (che spezzavano un po’ la tensione) nel lavoro originale e
sostituendo le parti di basso campionato con quelle di basso elettrico, cambiando
anche qualche strumento ed alcuni suoni e, ovviamente, mettendo mano agli
arrangiamenti ed al mixaggio. Il risultato si chiama Qwerty 2023 remix.
In questa nuova versione del
disco Caleca si è occupato di suonare tutte le tastiere, il basso
elettrico, le chitarre e la batteria programmata.
Chiaramente le tastiere la fanno da
padrone in questo lavoro che si muove su più fronti come il prog, l’ambient, il
jazz e la musica elettronica, risultando un disco vario e pieno di
contaminazioni.
Le undici tracce che lo compongono
sono tutte di qualità, e Caleca dimostra ottime doti compositive e strumentali.
I brani che più hanno colpito chi
scrive sono l’iniziale “Another Bishop”, che vede il protagonista -impegnato al basso elettrico e alle tastiere
- creare un sound pieno d’inventiva che naviga tra le correnti del prog
sinfonico e del jazz per la presenza del piano elettrico.
Più d’atmosfera e con la presenza
anche delle chitarre la convincente “De Refrigeriis Jugeri”, abbellita
anche dalla presenza del flauto.
Altro tassello importante del disco è
“Qwerty” (sono le prime lettere della tastiera di un computer),
la traccia che lo intitola, dove le tastiere riprendono il comando per un brano
a tratti epico con la melodia sempre presente … i ricordi volano agli anni ’70
e ’80 dei corrieri cosmici.
Una citazione per “Almanallo”
(crasi delle sigle della Rai “Almanacco del giorno dopo” e “Intervallo”) che
propone suoni attuali evidenziando le ottime doti di arrangiatore di Caleca.
Vorrei citare anche la bella e
melodica “Empty Tree”, che chiude un disco e che aveva già
convinto dieci anni fa quando uscì e che oggi, dopo il lavoro di “restauro” appare
ancora più ricco dal punto di vista dei suoni e sicuramente più attuale.
Un artista che sa osare e proporre
una musica che parte dal passato ma che atterra nel presente e che consiglio a
tutti gli amanti del rock progressivo e di musica elettronica: non perdetevelo
… sarebbe un vero peccato.
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