Ecco un musicista che
gira perennemente il mondo da qualche decennio e non lascia indifferente
nessuno: Tommy Emmanuel.
Siamo in presenza di un
talento naturale, un enfant prodige, basta leggere la sua biografia, ma come
per tutti i grandi, nel tempo, è andato ad affinare la sua proposta, che non è soltanto musicale, ma anche una dimostrazione
di vitalità, simpatia ed energia straripante, un uomo spettacolare, che è
diverso da un uomo di spettacolo, lui è così, non ha rivali sulla scena come nel
backstage.
Dovevo incontrarlo prima
o poi, ma il bello è stato che non sapevo chi fosse, perché era la sua prima
venuta in Italia credo, parliamo del ‘99.
Io ero alla mia prima
Convention Internazionale ADGPA a Soave, lui era stato invitato da
Pierpaolo Adda, che in quel periodo affiancava gli amici dell’Associazione; mi
trovavo insieme ad illustri musicisti italiani ed esteri, e aprii la serata di
fronte ad un Palazzetto dello Sport strapieno di gente; il mio set andò molto
bene e… scendo dal palco, e questo
signore con la chitarra al collo mi abbraccia e mi fa sentire tutto il suo
calore; poi dopo scopro che era un “mostro” di musicista, che ha lasciato tutti
basiti per la sua performance straordinaria!
Molto gradevole anche
quando interpreta in modo “intimistico” alcune sue ballads and songs, ci fa
respirare l’aria della sua terra d’Australia, spazi sconfinati, tramonti
infuocati, e poi si cimenta in grandissime interpretazioni di “classici”
di ogni tempo, e con una disinvoltura unica passa alla percussion guitar, ti
trasporta con cascate di armonici in un paesaggio fiabesco, ride e ti trascina
nella sua funambolica gigioneria.
Ho partecipato anche ad
un suo seminario, dove con grande abilita comunicativa ha spiegato a tutti che
per raggiungere dei risultati occorre solo una costante ripetizione, i brani
poi cominciano ad assumere nuova espressione, ma ci vuole tanta ostinata pazienza…
Consiglio a tutti di
andare una volta a sentirlo, non ve lo dimenticherete più.
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