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sabato 30 novembre 2024

Simon & Garfunkel: era il 30 novembre 1969

Il 30 novembre 1969, dopo il successo di “The Boxer” e “Bridge Over Troubled Water”, Paul Simon e Art Garfunkel registrano uno special TV, inserendo filmati del funerale di Robert Kennedy, della guerra in Vietnam, l‘inedita “Cuba sì, Nixon no”… troppo per i “bigotti” sponsor e funzionari TV. Morale della favola il programma fu censurato e non venne mandato in onda!

Di tutto un Pop…

Wazza


Simon & Garfunkel, East 58th Street, New York, 1969

Il 30 novembre 1969, Simon & Garfunkel appaiono nel loro primo speciale televisivo. Proiettano le riprese del funerale di Bobby Kennedy e della guerra del Vietnam; tutto questo porterà lo sponsor originale AT&T a dissociarsi dal programma…





"The Wall": era il 30 novembre 1979


Usciva il 30 novembre 1979 "The Wall", uno dei punti più alti raggiunti dai Pink Floyd e dalla musica progressive..
L'idea venne a Roger Waters, dopo una lite con alcuni spettatori durante un tour in Canada.
La voce del bambino che si sente in "Goodbay blue sky" è di Harry Waters, figlio di Roger.
Richard Wright appare in veste di ospite… all'inizio del progetto aveva abbandonato la band a causa dei continui litigi con Waters.
In Italia ha venduto più di un milione di copie.
…di tutto un Pop
Wazza 


Si prova la scena di "Mother" , dal film The Wall

Il 30 novembre 1979 esce  " The Wall ", doppio Lp dei   Pink Floyd . L'uscita discografica assume immediatamente i connotati di evento planetario ed epocale, certamente uno dei più importanti eventi della storia del rock. Il disco del muro, dei mattoni entra nella vita e nell'immaginario di milioni di persone. Un mito che si trasmetterà di generazione in generazione fino ai giorni nostri. A oltre 30 anni dall'uscita si contano circa 30 milioni di copie vendute, numero impressionant e per un disco doppio. I temi contenuti nell'album sono le vicende personali di Roger Waters. "The Wall" è soprattutto un disco dove Waters ha proiettato le numerose inquietudini e problematiche personali.

Contenuti che verranno successivamente rappresentati nella versione cinematografica del film di Alan Parker "The Wall". La storia è di Pink che è una rockstar che durante un massacrante tour sta consumando il rapporto con la moglie. Nelle lunghe giornate passate in solitudine in una anonima stanza di albergo tra un concerto e l'altro, Pink, nel vano tentativo di mettersi in contatto con la moglie, rievoca i fantasmi della sua esistenza, la morte del padre in guerra, l'infanzia difficile stretta tra l'atteggiamento iper-protettivo della madre e l'indottrinamento da parte di professori psicopatici. Simbolicamente le difficoltà e i traumi esistenziali diPink vengono rappresentati come mattoni che vanno a costruire un muro di isolamento che lo allontanano dalla realtà, fino a un completo isolamento. Pink capisce che potrà vincere la propria solitudine in un solo modo: deve analizzare la propria vita. Così si apre un processo mentale che lo porta ad abbattere il muro, eliminando le proprie difese ed esponendosi - nudo - ai propri simili. L'album si chiude con la ballata "Outside The Wall", poesia delicata, dal tono introspettivo, in cui Waters spiega come sia difficile rimanere sempre sani di mente: "Da soli, o in coppia, gli unici che realmente ti amano passeggiano su e giù fuori dal muro.
Alcuni mano nella mano e altri radunati insieme in comitive.
I cuori teneri e gli artisti oppongono resistenza.
E quando ti avranno dato tutto alcuni barcolleranno e cadranno, dopo tutto non è facile, sbattere il tuo cuore contro un muro di pazzi... »
Il brano "Comfortably Numb" è senz'altro il brano dell'album che più di tutti gli altri suscita emozioni profonde.



venerdì 29 novembre 2024

Un ricordo di George Harrison a 23 anni dalla morte. L'ultima apparizione alla televisione.

All things must past”… ma George ci sarà sempre!

Ci lasciava il 29 novembre 2001 George Harrison

Per non dimenticare!

Wazza

"Non sono che uno dei tanti che sa suonare un po' la chitarra. So scrivere un po'. Non credo di saper fare nulla particolarmente bene, ma credo che, in un certo senso, sia necessario che io sia esattamente così".

(George Harrison, 1971)


Nell'insieme non avrebbe proprio importanza se non avessimo mai fatto dischi o cantato una canzone. Non è importante quello. Quando muori avrai bisogno di una guida spirituale e di una conoscenza interiore che vada oltre i confini del mondo fisico. Con queste premesse direi che non ha molta importanza se sei il re di un paese, il sultano del Brunei o uno dei favolosi Beatles; conta quello che hai dentro. Alcune delle migliori canzoni che conosco sono quelle che non ho scritto ancora, e non ha neppure importanza se non le scriverò mai perché sono un niente se paragonate al grande quadro.”

(George Harrison)






giovedì 28 novembre 2024

Nel ricordo di Joe Vescovi, scomparso il 28 novembre 2014


Un ricordo per Joe Vescovi, che se ne andava il 28 novembre 2014.
Grande musicista con i Trip, Acqua Fragile, Dik Dik, Umberto Tozzi... 
RIP Joe!
Wazza









mercoledì 27 novembre 2024

Compie gli anni Daryl Stuermer, "membro permanentemente part-time" dei Genesis

Compie gli anni oggi, 27 novembre, Daryl Stuermer, chitarrista bassista, noto come “musicista itinerante”, nei Genesis e con Phil Collins solo.

Ha un’importante discografia da solista, oltre agli artisti sopracitati ha collaborato anche con Jean-Luc Ponty, George Duke…

Happy Birthday!

Wazza


October 1982 after the Six of the Best reunion concert: Steve Hackett, Peter Gabriel, Mgr. Tony Smith, Mike Rutherford, Phil Collins, Tony Banks, and Daryl Stuermer with the kids Tom Rutherford, Chris Smith, Kate Rutherford, and Ben Banks

From left to right - Luis Conti (percussion), Brad Cole (keyboards), Nathan East (bass), Phil Collins (the man himself), Daryl Stuermer (guitar), Gerald Albright (sax)


28 novembre 1974: ultima apparizione live di John Lennon al Madison Square Garden di New York


28 novembre 1974: ultima apparizione live di John Lennon al Madison Square Garden di New York 

Immagini fornite da Wazza



Chi lo avrebbe mai pensato che una scommessa persa con Elton John sarebbe stato il pretesto che avrebbe determinato l’ultima apparizione di John Lennon su di un palco dinanzi ad un pubblico pagante?



I primi mesi del 1974, come del resto gli ultimi del 1973, continuano ad essere vissuti da parte di John Lennon nello sbando più totale: lontano da Yoko Ono, “impegnato” sentimentalmente con la segretaria e collaboratrice May Pang, John continua a trascorrere il suo tempo ubriacandosi nel caos più totale con i compagni di avventura Ringo Starr, Harry Nilsson e Kehit Moon in quello che lo stesso John defìnì “The Lost Weekend”. L’ apice del delirio più assurdo fu raggiunto nella notte del 12 marzo 1974 quando John e Harry Nilsson furono cacciati dal Trobadour Club di Los Angeles per aver interrotto, ubriachi, l’esibizione dei Smothers Brothers.


Non soddisfatto dell’esito delle session di registrazione che avrebbero dato origine all’album “Rock’ n’ Roll” (con la famosa fuga con i nastri registrati da parte del produttore Phil Spector) John si impegna a produrre il decimo album dell’amico Nelsson, “Pussy Cat”. Le session di registrazione di questo album passarono alla storia poiché, per la prima ed ultima volta dallo scioglimento dei Beatles, in ben due occasioni (il 28 ed il 31 marzo 1974) ci fu il ricongiungimento fra John Lennon e Paul McCartney che furono coinvolti un due storiche jam session, per nulla interessanti dal punto di vista musicale, ma che sanciranno il riavvicinamento tra Paul e John dopo i dissidi che seguirono lo scioglimento dei Beatles. Così come per le session di “Rock ‘ n’ Roll” anche le session di “Pussy Cat” sono caratterizzate dal caos più totale, tanto che per portare a termine il progetto John deve abbandonare Los Angeles e tornare a New York. Lo spostamento di residenza determinava anche il ritorno all’ordine nella vita di John: una volta terminata la produzione dell’album di Harry Nelsson, a giugno, Lennon si dedica alla realizzazione di un suo nuovo album, il primo ad essere concepito in assenza di Yoko Ono, a partire dal 1968!!!


La lavorazione al disco parte con un impegno ed una serietà sicuramente maggiori rispetto a quanto fatto registrare nei mesi precedenti. Per una decina di giorni, nel mese di luglio, John si dedica ad un lavoro di pre-produzione negli studi di registrazione dove prova e riprova a suonare, per prendere maggiore confidenza con le canzoni che andranno a costituire il nuovo album. Le registrazioni vere e proprie si svolgeranno nel successivo mese di luglio negli studi Record Plant East con i seguenti musicisti: Klaus Voorman al basso, Jim Keltner alla batteria, Jesse Ed Davis alla chitarra, Arthur Jenkins alle percussioni, Ken Ascher al clarinetto, Nick Hopkins, Bobby Keys al sassofono ed Eddie Mottau alla chitarra acustica. Partecipò alla registrazione di “Whatever Gets You Throu The Night”, suonando il pianoforte ed ai cori, l’amico Elton John. 



Durante le sedute di registrazione i due amici scherzando fecero una scommessa: se “Whatever Gets You Throu The Night” fosse arrivata in vetta alla classifica di vendita dei 45 giri, allora John l’avrebbe dovuta eseguire dal vivo assieme ad Elton John. John accettò di buon gusto la scommessa, pensando che mai e poi mai quel brano avesse potuto conquistare il numero uno delle classifiche di vendita dei 45 di Billboard. Invece contro le più rosee aspettative il disco “Whatever Gets You Throu The Night”/”Beef Jerky” (Apple Records,  uscito in U.S.A. il 23 settembre 1974 su Apple 1874 ed in Inghilterra il 4 ottobre 1974 su Apple R5998) arrivò a conquistare la vetta delle classifiche di vendita dei singoli in U.S.A. per cui il 28 novembre 1974, per mantenere fede alla promessa fatta, un John Lennon nervosissimo salì sul palco assieme alla band di Elton John per quella che sarebbe stata la sua ultima apparizione dal vivo.


Nel pomeriggio dello stesso giorno, prima del concerto, i musicisti avevano provato il set con una versione molto rauca e tagliente di “I Saw Her Standing There” che fu registrata su nastro. Nello spettacolo serale John eseguì tre canzoni con la Band di Elton John. Iniziò con la sua hit del momento “Whatever Gets You Throu The Night” a cui fece subito seguito il più recente successo di Elton John che altro non era che “Lucy In The Sky Whit Diamonds” scritta a suo tempo da Lennon per l’abum “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles e che Elton John aveva inciso nel 1974 su 45 giri con “One Day At A Time” (sempre di Lennon) come lato B. La breve apparizione di Lennon sul palco del Madison Square Garden si concluse con la canzone “I Saw Her Standing There”, che John presentò in modo curioso: “Voglio ringraziare Elton e i ragazzi per questa serata. Abbiamo provato a pensare ad un numero col quale finire e andarcene, e abbiamo pensato di fare un numero di un mio vecchio fidanzato chiamato Paul. Questa è una canzone che non ho mai cantato, è un vecchio numero dei Beatles e lo conosciamo appena”. Il pubblico impazzì letteralmente. John per tutta la durata della sua breve comparsa masticò gomma americana, cercando di apparire calmo e distaccato. In mezzo al pubblico vi era anche Yoko Ono che potè osservare e constatare la solitudine del suo uomo. Nel backstage dello Show i due s’incontrarono e, se dobbiamo credere alle loro interviste del 1980 (poco prima della morte di John) gettarono il seme della loro riconciliazione.



John era veramente convinto che “Whatever Gets You Throu The Night” non avrebbe mai ottenuto tale successo, e questo viene anche confermato dallo stesso John in una intervista del 1980: “È stato il mio primo numero uno in U.S.A. “Imagine” non era diventata numero 1 (in U.S.A. n° 3 della Billboard Hot 100 chart  nell’ottobre del 1971; n° 6 in Inghilterra nell’ottobre 1975), “Istant karma!” nemmeno  (in U.S.A. n ° 3 della Billboard Hot 100 chart nel febbraio del 1970; in Inghilterra n° 5 della U.K. Singles Chart), tutti dischi che reputo migliori di “Whatever Gets You Throu The Night”.”;

Di fatto “Whatever Gets You Throu The Night” costituisce l’unico brano di John Lennon a raggiungere la vetta delle classifiche americane di vendita dei 45 giri da quando i Beatles si sciolsero nell’aprile del 1970.


Paradossalmente John fu, in ordine cronologico di tempo, l’ultimo dei quattro ex Beatles a raggiungere la vetta delle classifiche di vendita in U.S.A.

Infatti, in precedenza l’avevano già raggiunta George Harrison con “My Sweet Lord” (pubblicata in U.S.A. il 23 novembre 1970 con “Isn’T It A Pitty” come lato B) e con “Give Me Love (Give Me Peace on Earth)”  (pubblicata in U.S.A. su singolo il 7 maggio 1973 con  “Miss O’Dell” come lato B), Paul McCartney con “My Love” (pubblicata in U.S.A. come singolo il 9 aprile  1973 con “The Mess (Live at The Hague)”  come lato B) e con “Band On The Run” (pubblicata in U.S.A. come singolo l’ 8 aprile 1974 con “Nineteen Hundred And Eighty-Five”  come lato B) e Ringo Starr , addirittura con due diverse canzoni: “Photograph” (composta con Harrison e pubblicata come singolo in U.S.A il 24 settembre  1973 con “Down And Out” come lato B) e con “You’ re Sixteen” (composta dagli Sherman Brothers e pubblicata  il 3  dicembre 1973 con “A Devil Woman” come lato B).


Il brano non era assolutamente la prima scelta di Lennon per essere il singolo di lancio dell’album “Walls And Bridges”.  Fu scelto infatti dal vicepresidente della Capitol Records Al Coury, che aveva recentemente collaborato con Paul McCartney.

La fonte di ispirazione per la composizione di questo brano fu uno show televisivo che stava guardando in una tarda notte. May Pang, ex segretaria ed amante di John, dichiarò a Radio Times nel dicembre del 2005: “A John piaceva fare zapping di notte, e prendeva nota di qualsiasi cosa curiosa che ascoltasse in televisione. Una notte stava guardando in TV il celebre pastore evangelista di colore Reverendo Ike, che stava dicendo: “Lasciate che ve lo dica ragazzi, non ha alcuna importanza, Lui vi prenderà comunque durante la notte!”. John si innamorò al primo ascolto di questa frase e se la annotò sul suo taccuino che teneva a portata di mano vicino al letto. Questa fu la genesi di “Whatever Gets You Throu The Night”. 



In precedenza, all’ incisione di “Whatever Gets You Throu The Night” Elton John e John Lennon avevano già collaborato alla registrazione di altro materiale. Sempre nel 1974 Elton John incise “Lucy In The Sky Whit Diamond” (composta da Lennon nel 1967) in cui John compare alla chitarra ed ai cori, sotto lo pseudonimo di Dr. Winston O’Boogie. Questa versione raggiunse il primo posto nella classifica americana di Billbord Hot 100 per due settimane ed il decimo in quella inglese. La canzone fu pubblicata su singolo con lato B “One Day at a Time” che è un altro brano di Lennon (facente parte dell’album “Mind Games”): anche in questo brano John suona la chitarra.


Salendo sul palco del Madison Square Garden annunciato da Elton John la sera del 28 novembre 1974, prima di eseguire la canzone “Whatever Gets You Throu The Night” John lennon prova l’accordatura ed i volumi della sua chitarra accennando il riff di “I Feel Fine” successo dei Beatles del 1964 da lui composto;

Le tre canzoni incise in questo storico evento furono pubblicate in Inghilterra su DJM DJS 10965 nel marzo 198, senza seguire l’ordine esatto di esecuzione durante il concerto. Sul disco, infatti, l’ordine delle tre tracce era il seguente: “I Saw Her Standing There”, “Whatever Gets You Throu The Night” e “Lucy In The Sky Whit Diamonds”.

Paradossalmente l’ultima canzone interpretata dal vivo da John Lennon, “I Saw Her Standing There” fu la prima canzone del Lato A del Long Playing di esordio dei Beatles “Please Please Me” pubblicato in Inghilterra nel 1963.




lunedì 25 novembre 2024

Gentle Giant: 25 novembre 1973


Su Ciao 2001 del 25 novembre 1973, articolo sui Gentle Giant: si parla del nuovo album uscito ad ottobre, "In A Glass House".
Album "tosto", ogni volta che partiva il brano "Runaway", mia madre urlava..." ma che stai a rompe !!!"
Wazza


In a Glass House dei Gentle Giant è un album che segna un punto di svolta nella carriera di questa band leggendaria del rock progressivo.

È il primo disco registrato dopo l'abbandono di Philip Shulman, uno dei fratelli fondatori. Nonostante questa perdita, la band dimostra una grande capacità di adattamento e di rinnovamento, mantenendo inalterato il suo sound caratteristico. 

Pur mantenendo la complessità e l'originalità che li contraddistinguono, i Gentle Giant mostrano in questo album una maggiore maturità compositiva, con brani più strutturati e meno sperimentali rispetto ai lavori precedenti.

L'album ha un'atmosfera più intima e riflessiva rispetto ai precedenti, con testi che affrontano tematiche più personali e introspettive.

È un ottimo punto di partenza per chi vuole avvicinarsi a questa band, in quanto rappresenta un buon compromesso tra la loro produzione più sperimentale e quella più accessibile.

Le opinioni su questo album sono piuttosto discordanti. Alcuni lo considerano un capolavoro, altri un passo falso rispetto ai precedenti lavori. In ogni caso, è un disco che non lascia indifferenti e che merita di essere ascoltato con attenzione.

La copertina dell'album è molto particolare e rappresenta il mitico gigante ridotto a una maschera da ritagliare e indossare, un'immagine che ben si adatta all'atmosfera introspettiva del disco.



Nel ricordo di Nick Drake

In Memoria di Nick Drake grande songwriter…

Il 25 novembre 1974 il cantautore britannico Nick Drake muore nel sonno all'età di 26 anni per un'overdose di tryptasol, un farmaco antidepressivo.

Drake firmò per la Island Records quando aveva vent'anni, registrò il classico album nel 1972, “Pink Moon”.

Nel 2000 la Volkswagen presentò la title track di “Pink Moon” in una pubblicità televisiva e nel giro di un mese Drake vendette più dischi di quanti ne avesse avuti nei trent'anni precedenti… potenza della pubblicità!

Per non dimenticare…

Wazza







domenica 24 novembre 2024

MAT2020: su SPOTIFY la playlist del numero di dicembre 2017 del web magazine (scaricabile nell'articolo).


Angelo De Negri ha fatto un esperimento, recuperando il numero di dicembre 2017 di MAT2020 e creando una playlist dei brani degli album trattati.

Ecco il pdf scaricabile:

https://www.mat2020.com/files/MAT2020_DIC17.pdf

Questo è il risultato, un po’ come sfogliare ed ascoltare il lavoro. Ovviamente la playlist è completa e segue l'ordine di ascolto se si ha un abbonamento. Per la gestione libera i brani verranno proposti random, con inserimento della pubblicità.

Buon ascolto!

 

ASCOLTO PLAYLIST

 



L'icona pop Miley Cyrus ha rivelato che il suo prossimo album, la cui uscita è prevista per il 2025, è stato ispirato dai Pink Floyd

 


Miley Cyrus afferma che il suo prossimo album è stato ispirato dai Pink Floyd: "La mia idea era di realizzare The Wall, ma con un guardaroba migliore e più glamour"


"È stato ispirato da The Wall dei Pink Floyd", racconta Miley Cyrus ad Harper's Bazaar, sostenendo di aver visto il film The Wall da adolescente, facendo cosplay per la proiezione noleggiando una limousine, fumando erba e indossando una pelliccia in stile anni '70. "Ci siamo davvero buttati", dice.

Il film ha lasciato il segno e ora Cyrus, che descrive la sua prossima raccolta come "un concept album che è un tentativo di curare una cultura in qualche modo malata attraverso la musica", si spinge ancora oltre.

"La mia idea era di realizzare The Wall, ma con un guardaroba migliore e più glamour e pieno di cultura pop", dice. "Vorrei essere una psichedelica umana per le persone. Non voglio che nessuno provi a essere come me o a imitarmi o anche solo a essere ispirato da me. Voglio avere un impatto sulle frequenze nel tuo corpo che ti fanno vibrare a un livello diverso".

Cyrus, che ha realizzato una cover di Wish You Were Here dei Pink Floyd durante lo show SNL At Home durante il lockdown nel 2020, ha un curriculum rock in continua crescita che include la collaborazione con i Def Leppard su una versione di Photograph, una versione di Faithfully dei Journey, una cover di Say Hello 2 Heaven dei Temple Of The Dog al concerto tributo a Chris Cornell nel 2019 e cover di Metallica e Nine Inch Nails a Glastonbury nel 2022.

Purtroppo, la sua promessa di pubblicare un album di cover dei Metallica non si è ancora concretizzata








Un ricordo di Fabrizio Falco

Il 24 novembre 2004 ci lasciava Fabrizio Falco, musicista, cantante chitarrista. Aveva militato nella prima formazione del Banco Del Mutuo Soccorso, con i Crash e con Rino Gaetano.

Sono passati un po’ di anni da quando l'amico Fabrizio Falco se n’è andato... era esattamente il 24 novembre del 2004.

Fabrizio era una "bella persona", gentile disponibile, con una grande passione per la musica. Una storia che inizia negli anni '60, quando la creatività si tagliava con il coltello, quando sperimentare, osare, crescere, condividere, erano l'abc della vita; fu nel 1965 che insieme al fratello Claudio diede vita ai Crash. Il beat e il rythm'n'blues erano come una "scarica elettrica", punto di riferimento per tanti giovani musicisti dell'epoca, che percepivano questo "tzunami" di novità musicali, provenienti soprattutto dall'Inghilterra e dagli USA. Oltre ai fratelli Falco c'erano anche Ivo Cesaroni, Franco Pontecorvi e Massimo Maggiorelli, ma nel giro di un anno la band fu rivoluzionata, con l'ingresso di Mario Achilli alla batteria (al posto di Pontecorvi), di un quasi adolescente Gianni Nocenzi all'organo, e di Giorgio Leoni voce.

I complessi (allora si chiamavano così…) nascevano come funghi. Anche i Crash giravano con il furgone wolkswagen, suonavano nelle varie gare dei complessi, nelle piazze dei paesi dei Castelli Romani, e in molti locali di Roma, tra cui il Piper.

Il destino volle che Vittorio Nocenzi, per esigenze contrattuali, era alla ricerca di un gruppo di musicisti: oltre al fratello Gianni e ai fratelli Falco, tornò anche Franco Pontecorvi, quindi i 4/5 del primo nucleo del Banco Del Mutuo Soccorso era formato dai Crash.

Tra il 1969 e il 1970, presso gli studi della RCA, sulla via Tiburtina, a Roma, incisero tre brani per la raccolta "Sound of '70", uscita in musicassetta. Altri brani videro la luce "solo" vent'anni dopo, con un album intitolato "Donna Plautilla". Massiccia la presenza ai festival pop, e va evidenziata la partecipazione al secondo "Festival Pop di Caracalla 1971", con i brani "Caracalla 1" e "Caracalla 2", che anni dopo diventarono "RIP" e "Metamorfosi", (ma quella è tutta un'altra storia). Coincidenza… in quel festival erano presenti anche le Esperienze - di cui facevano parte Francesco Di Giacomo, Pierluigi Calderoni e Renato D'Angelo - e i Fiori di Campo di Marcello Todaro, musicisti che nel giro di pochi mesi si unirono a Gianni e Vittorio Nocenzi, dando vita al "vero" Banco Del Mutuo Soccorso

Claudio Falco, partì militare, seguito a breve dal fratello Fabrizio, è lì finì la loro avventura nel Banco.

Nel 1972 i Crash si riformano: entra il terzo fratello Falco, il giovanissimo Gildo, insieme a Mario Achilli (batteria), Giorgio Leoni (voce) e Sandro Cavalieri (tastiere), poi sostituito da Pino Scannicchio.

Propongono concerti in tutta Italia e partecipano ai numerosi festival pop, tra cui "Villa Pamphili", e nel 1974 il "Festival Pop di Villa Borghese", suonando davanti a 20.00 persone, insieme a Il Volo, Antonello Venditti, Ibis, Jumbo, Perigeo...

Partecipano alla registrazione dell'Opera Pop "Eliogabalo", con i Pierrot Lunare, Odeon, Lucio Dalla, Claudio Lolli... doveva essere un'opera rock, sul modello di Hair e di Jesus Christ Superstar, rappresentata nei maggiori teatri italiani, ma per vari motivi tutto andò in fumo (all'epoca il fumo era molto di moda!).

Nel 1976 la loro strada si intreccia con quella del cantautore Rino Gaetano: nasce un forte sodalizio ed i Crash diventano il "gruppo ufficiale" che lo accompagna nei concerti.

Lo stesso Gaetano nel 1977 produce il loro 45 giri Meditation / Ekstasis, per la Valiant, una casa discografica "satellite" della RCA, e scrive il testo per una canzone inedita: "Marziani noi".

I Crash partecipano anche alla registrazione del video "Nun te reggae più", tenendo in mano cartelloni con personaggi famosi...

http://www.youtube.com/watch?v=necfujO9cEY

Riporto la recensione del giornale "Guerin Sportivo" del 1977:

"I Crash sono cinque ragazzi che hanno scelto la strada della musica e dopo anni di esperienze in feste di piazza, locali vari, e registrazioni con altri gruppi, si presentano in proprio con "Ekstasis" e "Meditation", il loro primo 45 giri.

Forse è prematuro parlare di "Castelli Romani Sound", ma è certo che questo gruppo, avendo scelto di vivere a Velletri, ha trovato nella campagna laziale una nuova dimensione di vita, realmente serena, lontana dal frastuono e dal caos della grande città. E così hanno formato un vero cenacolo, un collettivo di musica. Il loro sound è ricco, estroverso, con una spiccata predilezione per la melodia, e si collega alle vere tradizioni musicali di casa nostra”.

Con Fabrizio era nata anche un'amicizia, quando si poteva si stava insieme anche con le famiglie, sino a che si trasferì a Milano e nel 1989, in occasione del concerto dei Jethro Tull al Palatrussardi, fui ospitato in casa sua. Poi le vicende della vita lo riportano a vivere ai "castelli"... ricordo la telefonata con la promessa di rivederci una sera, ma il destino infame non ha voluto…

Per non dimenticare 

Wazza

Il BMS dal vivo al Piper di Roma 1970

 Velletri: i Crash, Pino Scannicchio, Mario Achilli, i fratelli Claudio, Gildo e Fabrizio Falco, la band di Rino Gaetano.

 

sabato 23 novembre 2024

Emerson, Lake & Palmer: esce il primo album omonimo il 20 novembre 1970

ELP advertising from Rolling Stone november 1970

Dopo il “varo” all’Isola di Wight, nell’agosto del 1970, la “corazzata” Emerson Lake & Palmer, il 20 novembre 1970, pubblica il primo album, conosciuto come “la colomba”… è l’inizio della loro storia!

Di tutto un Pop…

Wazza


L'album omonimo di Emerson, Lake & Palmer è considerato un capolavoro del progressive rock


Emerson, Lake & Palmer, uno dei più grandi supergruppi del rock progressivo degli anni '70, ha dato il via alla sua leggendaria carriera con un album che portava semplicemente il nome della band. Pubblicato nel 1970, questo disco è considerato un punto di riferimento per il genere e un must-have per ogni collezionista.

Emerson, Lake & Palmer, da "Ciao 2001" del 6-1-1971

L'album è un cocktail esplosivo che unisce la maestria tecnica di Keith Emerson al pianoforte e all’Hammond, la voce potente e versatile di Greg Lake, e la ritmica solida e creativa di Carl Palmer alla batteria. Il risultato è un sound ricco, complesso e avvolgente, che spazia dal rock sinfonico a influenze jazz e classiche.

L'album è ricco di brani che sono diventati dei classici del rock progressivo, come:

"The Barbarian": Un'apertura epica che introduce l'ascoltatore al mondo sonoro di ELP, caratterizzata da un'intensa sezione ritmica e da un assolo di organo memorabile.

"Take a Pebble": Un brano più intimo e acustico, che mostra la versatilità della band e la capacità di creare atmosfere delicate.

"Knife Edge": Un pezzo strumentale che mette in mostra le abilità tecniche di Emerson al pianoforte, con passaggi virtuosistici e armonie complesse.

Oltre a questi brani, l'album è caratterizzato da una forte componente sperimentale, con l'utilizzo di strumenti non convenzionali e l'esplorazione di strutture musicali complesse.


Ascoltiamo Take a Pebble





venerdì 22 novembre 2024

BMS: 22 novembre 1973



Racconti sottoBanco

Iniziava il 22 novembre 1973, dal Teatro Brancaccio di Roma, il Tour invernale del Banco del Mutuo Soccorso.

Gruppo "spalla" erano i Rocky's Filj.
Il Banco ormai era una realtà del prog (pop) italiano, con due capolavori alle spalle e il terzo, "Io sono nato libero", appena uscito.

Mentre i Rocky's Filj, appartenenti alla stessa scuderia (Ricordi), pubblicarono un solo album, "Storie di uomini e non", orientato verso il jazz-rock.

Il disco non ebbe successo, e la band diventò gruppo accompagnatore live di molti cantanti di musica leggera, come Bobby Solo, Iva Zanicchi...
Wazza

foto Gianni Costa con Vittorio e Francesco 1973

Novembre 1973, concerto al Teatro Brancaccio di Roma, del Banco del Mutuo Soccorso.
Il gruppo presenta dal vivo il nuovo lavoro "Io sono nato libero".
Questo concerto passò alla storia per vari motivi, un assolo di Vittorio Nocenzi di circa 30 minuti con i nuovi sintetizzatori costruiti apposta per lui dall'artigiano Marco Maggi; per il teatro strapieno per la prima di "Io sono nato libero"... e per il passaggio di testimone tra i chitarristi Marcello Todaro e Rodolfo Maltese.

In questa rara e sgranata foto si vedono i due insieme sul palco (per l'unica volta), mentre eseguono "Non mi rompete"; si vedono anche Gianni Nocenzi al clarino e Vittorio alle tastiere.


Rocky's Filj in tour con Bobby Solo