Dico proprio la
verità.
Racconto, come una
cronaca, esattamente com'è andata, come ho conoscuto Enrico Botti.
Sentivo stanchezza.
La mia mente bramava più al riposo che alla musica.
Ma ho acceso
ugualmente, senza avere la penna in mano, senza concentrazione, lontana dalla
fonte, nella penombra che precede il sonno.
Ma da subito,
ascoltando le prime note di un " pomeriggio a metà luglio" ho
iniziato, per quel blues accattivante, a risvegliarmi, a sentire note
seducenti.
Mi sono avvicinata
fisicamente alla musica incuriosita e vivace, ascoltando le parole. Attenta,
avvolta. Non ero già più lì...
Nel giro di pochi
attimi ero calata completamente in un litorale assolato, ma non caotico. Sonnecchioso,
ma non annoiante.
Ne sentivo anche il
calore sulla pelle.
Una sintetica
descrizione di un pomeriggio qualsiasi arso dal solleone. Quei pomeriggi pigri
con la pelle che brucia e l'acqua che toglie l'arsura.
Il ritmo della musica
e il brio caldo delle note non potrebbero descriverlo meglio.
C'è in Botti la
trasposizione dalla musica alla mente, dalla mente al corpo.
" Privacy Blues" mi ha
strappato un sorriso.
Descrive il nostro
tempo, il nostro nuovo modo di comunicare, i pionieri della condivisione, della manifestazione pubblica del nostro lato
migliore. O di come vorremmo essere.
L'ausilio del social
che è una sorta di paravento, un filtro che depura, che ci rende meno
vulnerabili, che ci incute coraggio .
Come può un "cassetto
polveroso" rimasto chiuso per molto tempo, svelarsi e scatenare
una valanga inarrestabile di ricordi?
Nella lunga lista che
Botti descrive c'è il tentativo di rimettere in piedi un puzzle di attimi, un
affollarsi di momenti diversi, una tempesta di tentativi. Mai terminati. Forse
mai confessati.
Solo una fotografia
però scatena l'emozione profonda.
Il tempo sobbalza
all'indietro.
Una donna e un estate
che non torneranno.
Botti parla poi di un
tramonto e lo arricchisce con la bellezza di una donna inesistente.
Alla meraviglia del
reale si accompagna il sogno, l'immaginario, un valore aggiunto celestiale che
incorona il giorno morente.
Ma la musica di Botti
sa anche descrivere limiti ed eccessi della vita. La seduzione perversa di
serate alcoliche e di piaceri carnali solitari.
“Navarra”, brano strumentale, è la regione che attraversa durante il
cammino di Santiago, tappa fondamentale nella vita dell'artista ed è dedicato a
Paco de Lucia di cui ne subisce gli echi del flamenco.
L'album, scritto e
composto nel 2013, è dedicato interamente ad Haruti Murakami..." noi tutti siamo esseri imperfetti e viviamo
in un mondo imperfetto... ogni cosa segue il suo corso e a volte è impossibile
evitare che qualcuno rimanga ferito... occorre abbandonarsi alla vita per
rendersi conto di quanto sia meravigliosa..."
Enrico Botti, musicista, compositore, autore di canzoni
Enrico Botti nasce a Bra (Cn) il 26/04/1981.
All’età di 11 anni inizia lo studio della chitarra classica, che dura tutt’ora.
Da autodidatta si avvicina al jazz e al blues. Durante i primi anni ha
l’occasione di suonare con svariati gruppi locali, familiarizzando con stili e
generi diversi. Nel 2002, durante un periodo lavorativo in Grecia, inizia a
esibirsi anche cantando. Nel 2005 incontra Gerardo Balestrieri con il quale
inizia un periodo di fitta collaborazione. Tanti i palchi calcati con “Le
travailleurs de la nuit” il gruppo che accompagna il cantautore sopracitato.
Nel 2010 fa parte dell’orchestra che accompagna dal vivo il tour estivo
“Brachetti and friends”. In tale occasione ha la possibilità di lavorare con
artisti di calibro internazionale come Arturo Brachetti stesso, Otto Wessely, I
Golden Power e Kevin James. Affascinato dalla musica elettronica e dalla
recitazione, inizia a lavorare aduno spettacolo teatrale con Nicolas J.Roncea,
liberamente ispirato alla storia del romanzo che uscirà solo nel 2013, “Il
malinteso” (Erudita editore) scritto dallo stesso Enrico Botti. Lo show
risultante è di impatto, spiazzante, a tratti comico e coinvolgente, frutto di
un lavoro di sperimentazione pura. Nell’ottobre del 2011 nasce l’idea del
progetto solista. Nel frattempo suona come chitarrista elettrico nella
formazione che accompagna Nicolas J.Roncea dal vivo, per alcune delle date di
presentazione del disco Old Toys. Si esibisce anche come clarinettista con la
compagnia teatrale “Il ciabotto”. Nel novembre del 2012 esce il suo primo
lavoro solista. Si intitola “A trovare i miei amici” (Goat man records). É un
11 tracce dove la canzone d’autore cerca di fondersi con le numerose influenze
musicali del compositore. Un album diretto, sobrio e dal sound particolare. Il
video clip del singolo riscuote interesse e risulta gradevole, le recensioni
sono quasi tutte positive. Alterna le date di presentazione del disco ad uno
spettacolo in solo con la chitarra classica, nel quale si cimenta in
arrangiamenti di alcuni brani famosi e alcune composizioni originali.
Nell’estate del 2013 registra 9 brani inediti, scritti tutti nello stesso
periodo, che danno vita all’idea di un disco nuovo. Quasi un concept album, che
ruota intorno al blues e le varie espressioni che questo linguaggio assume nel
mondo. I rimandi quindi sono al rembetiko greco, al tango argentino, al
flamenco, allo swing, al bluegrass, al blues americano vero e proprio, al blues
afro e al rock blues. Privacy Blues è uscito il 1 Aprile 2014.
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