Renato Marengo, “Parole di Lucio - i 5 giorni che proiettarono
Battisti nelle orecchie del Rock” (Edizioni
Chinaski)
Di Fabio Rossi
Lucio
Battisti, mito del panorama musicale italiano, è uno dei cantanti più amati ed
apprezzati; lo dimostra il fatto che a tutt’oggi, a più di vent’anni dalla sua
scomparsa, la passione per i suoi brani è ancora viva e tutti i suoi dischi
continuano a vendere. Sotto il profilo letterario sono innumerevoli i saggi a
lui dedicati, citiamo ad esempio l’ottimo “Il mio caro Lucio”, scritto
da Donato Zoppo. Tuttavia, se c’è una persona che possiede tutte le carte in
regola per pubblicare un saggio su Lucio, questi non può che essere Renato Marengo, noto giornalista, autore e
conduttore di numerosi programmi televisivi, nonché valente produttore
discografico.
Il
motivo è presto detto: Renato, per una serie di fortunate coincidenze, è stato
l’unico a strappare una intervista al musicista di Poggio Bustone che,
irremovibile, decise di evitare qualsiasi rapporto con l’odiata categoria dei
giornalisti. “Parole di Lucio - i 5 giorni che
proiettarono Battisti nelle orecchie del Rock” - (Edizioni
Chinaski) è proprio il racconto di quell’incredibile colloquio assolutamente
non preventivato, che diede la possibilità alla rivista Ciao 2001, per la quale
Marengo scriveva all’epoca, di vantare nel dicembre 1974 la bellezza di 500.000
copie vendute.
Il
libro, introdotto dal saggio Il Codice Battisti, di Gianfranco
Salvatore, e già pubblicato nel 2010 dalla casa editrice Coniglio con il titolo
“Lucio Battisti: la vera storia dell'intervista esclusiva”, è un
documento imperdibile per ogni appassionato in quanto giova tener conto che
qualsiasi altro materiale editoriale sull’artista non può prescindere da questa
preziosa testimonianza.
Nel 1974 Renato si trovava nello studio di registrazione al Mulino (vera e propria roccaforte in cui il duo Mogol/Battisti sfornava capolavori a ripetizione) per la registrazione del secondo album di Tony Esposito da lui prodotto, ma tutto andò per il verso sbagliato (o forse giusto?).
La sala era, guarda caso, occupata da Battisti e Mogol impegnati ad ascoltare e riascoltare per l’ennesima volta il long playing ormai prossimo all’uscita: l’avveniristico “Anima Latina”, concepito da Lucio dopo un viaggio in Brasile e Argentina alla ricerca di sé stesso. Marengo cominciò a spazientirsi perché i tempi di attesa si stavano allungando troppo, decise dunque di stazionare davanti alla porta aspettando che si aprisse una volta per tutte. Va precisato che il giornalista napoletano non amava la musica di Battisti, la riteneva easy e disapprovava che politicamente non fosse schierata a sinistra, anzi, correva voce che Lucio fosse di destra. Quando alla fine lo studio di registrazione si liberò, Marengo venne invitato dagli stessi Battisti e Mogol ad ascoltare in anteprima Anima Latina su cui non avrebbero disdegnato un suo parere e gradito qualche suggerimento.
Nacque così un’amicizia fino ad allora inimmaginabile durante la
quale per ben cinque giorni si parlò di musica e non solo. Renato scoprì
l’anima rock del Battisti compositore, rilevando l’elevata qualità del suo
nuovo vinile, così coraggioso e distante da tutto ciò che aveva prodotto fino
ad allora, e soprattutto venne informato dall’interessato che della politica non
gliene importava un granché, insomma non era comunista, ma nemmeno fascista.
Alquanto esilarante la parte riguardante la scoperta da parte di Lucio che
Marengo era anche giornalista, ma tanta era la fiducia in lui riposta che
accettò, dopo un’attenta revisione, di far pubblicare l’intervista.
Il
libro di Renato in quest’interessante edizione, si legge tutto d’un fiato come
fosse un romanzo d’avventura, ne consigliamo vivamente l’acquisto perché è
davvero unico nel suo genere.
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