Brian Wilson “il genio dei Beach Boys” a Umbria Jazz
Quasi ogni
rock band che si rispetti ha avuto il proprio genio folle (o perlomeno molto
problematico). Ci sono stati casi estremi come Syd Barrett nei Pink Floyd o
Keith Moon negli Who, ma basta pensare al "Club dei 27" (le star
della musica mancate a 27 anni, da Hendrix a Jim Morrison per citarne un paio),
o ai vari morti suicidi, per rendersi conto di come spesso il genio sia
accompagnato dal disagio.
Anche i Beach Boys, proprio quelli delle
allegre musiche da spiaggia, nascondevano dietro le tavole da surf un
compositore di grandissimo livello, che all'apice del suo momento creativo uscì
letteralmente di testa: Brian Wilson.
La vetta
artistica della carriera dei Beach Boys fu raggiunta nel 1966 con la
pubblicazione di "Pet Sounds",
considerato uno dei più grandi capolavori della storia della musica, e composto
quasi interamente da Brian. Paul McCartney disse che l'album aveva influenzato
enormemente la composizione di "Sgt.
Pepper's" dei Beatles. Il successivo album avrebbe dovuto chiamarsi
"Smile" ma Wilson non
riuscì all'epoca a ultimarlo e il suo ruolo nella band divenne gradualmente
sempre più marginale, a causa dei disturbi mentali e dell'uso di droghe.
Dagli anni
'90 Brian Wilson ha ripreso a suonare e ha dato vita nel 2016 a un tour in
occasione del cinquantesimo anniversario dall'uscita di “Pet Sounds”. Il concerto a Umbria
Jazz del 15 luglio 2017 è
dedicato proprio alla presentazione di questo storico capolavoro.
In una
ventosa serata estiva sono seduto nelle prime file dell'Arena Santa Giuliana,
il luogo deputato ai grandi concerti di Umbria Jazz. Le sedie sono tutte
occupate. Arriva Wilson, vestito con una camicia arancione e pantaloni scuri, i
capelli grigi sono tirati all'indietro col gel. Brian si siede al centro del
palco, dietro al suo piano elettrico yamaha, che non lascerà per tutto il
concerto. Lo accompagna una band di ben nove elementi, probabilmente per
riuscire a realizzare le complesse armonie corali dei Beach Boys e per suonare
dal vivo ogni strumento del disco. Tra i musicisti ci sono anche gli storici
membri dei Beach Boys Al Jardine e Blondie Chaplin, entrambi chitarristi e
cantanti, che si distinguono per sound e carisma.
L'esecuzione
dei brani è molto fedele nel suono e negli arrangiamenti agli originali. Il
gruppo, per lo più composto da musicisti non giovanissimi, è assolutamente
all'altezza del compito e sembra quasi di assistere a un ascolto dell'ellepì
pubblicato nel '66.
Nella
scaletta, comunque, oltre all'esecuzione integrale di “Pet Sounds”, non mancano altri storici successi, da “Good Vibrations” a “Barbara Ann”.
Brian canta e
suona il piano su quasi tutti i pezzi, sembra assolutamente sereno e tranquillo
ed è molto lontano dall'immagine di lui che mi ero creato. La sua voce oggi è
semplice e non del tutto perfetta, ma è piacevole sentirgli cantare e suonare i
capolavori che ha scritto.
Alla fine del
concerto mi rimane una sorta di dubbio: come possa quello che appare come un
uomo medio (addirittura potrebbe sembrare mediocre), senza nessun tipo di
carisma, essere il genio folle dietro alla composizione di uno dei più grandi
capolavori della storia. Forse oggi ho imparato qualcosa di nuovo: il genio a
volte può anche stare nascosto dietro all'aspetto di un uomo comune.
Setlist
California Girls
Dance, Dance, Dance
I Get Around
Salt Lake City
Surfer Girl
California Saga: California
Don't Worry Baby
Darlin'
Feel Flows
Sail On, Sailor
PET SOUNDS:
Wouldn't It Be Nice
You Still Believe in Me
That's Not Me
Don't Talk (Put Your Head on My Shoulder)
I'm Waiting for the Day
Let's Go Away for Awhile
Sloop John B
God Only Knows
I Know There's an Answer
Here Today
I Just Wasn't Made for These Times
Pet Sounds
Caroline, No
BIS:
Good Vibrations
Help Me, Rhonda
Barbara Ann
Surfin' U.S.A.
Fun, Fun, Fun
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