www.mat2020.com

www.mat2020.com
Cliccare sull’immagine per accedere a MAT2020

martedì 23 gennaio 2018

GLAD TREE – Ostinatoblu, di Max Rock Polis



ARTICOLO GIA' COMPARSO NEL NUMERO DI DICEMBRE DI MAT2020

GLAD TREE – Ostinatoblu
Di Max Rock Polis

Il nome dei Glad Tree, letteralmente “albero felice”, sulle prime può far riflettere sul fatto che questo CD “Ostinatoblu” sia suonato in prevalenza con strumenti acustici e quindi quale miglior modo c'è per fare contenta la natura di suonare senza elettricità? È una domanda che viene buona per Marcello Capra, Mario Bruno e Lanfranco Costanza, gli uomini dietro a questo loro secondo lavoro di dieci tracce edito dalla M. P. & Records.

Ci hanno spiegato: ““Albero felice” perché l'albero è un essere saggio che affonda le sue radici nella terra, da dove ricava linfa vitale, poi si apre al cielo con il tronco e i rami. Resiste alle intemperie, cambia aspetto nelle varie stagioni, produce foglie e frutti, ospita altri esseri viventi e contribuisce a migliorare la vita del pianeta.”

Questo carattere proiettato decisamente verso la natura ben si accoppia con lo spirito dell'album, con le sue sonorità acustiche, sospese tra Blues, Jazz, Rock e anche un poco Progressive. In effetti è molto difficile inquadrare un lavoro come questo, se non impossibile circoscriverlo in qualcosa di noto. Sono passati più di 45 anni da quando Marcello e Bruno suonavano assieme nei Procession, storico gruppo Prog torinese, dal loro stupendo album “Frontiere”, forse qualcosa di più si può intuire ascoltando qualche loro opera solista tipo “Ritmica-mente” di Marcello, ma sicuramente la cosa migliore è immergersi nell'ascolto di “Ostinatoblu”.

Se la quasi-title trackOstinato” parte dolce col flauto di Lanfranco, a cui poi si aggiungono il corno di Mario e la chitarra elettrica di Marcello, lo stesso non si può dire della più incalzante “Hardog” dove si alternano chitarra, flauto e corno sotto un tappeto ritmico elettrificato. Nella terza, “Dog Blues” si ritorna all'acustico ma in chiave completamente differente, sotto le immediate inconfondibili dodici battute, come infatti ben esplicita il titolo: un blues in piena regola.

Potremo andare avanti a descrivere e commentare tutte le canzoni per rendere conto dell'eclettismo del lavoro dei Glad Tree: non ce n'è una che richiami o che somigli a un'altra.

Per sentire la voce di Lanfranco bisogna aspettare il quarto brano “Mystery train”, dove la sua armonica la fa da padrona al posto della chitarra elettrica dell'originale, caratterizzando il brano come meglio non potremo immaginare: cosa c'è infatti di meglio di un'armonica a bocca per riecheggiare il fischio di una locomotiva a vapore?
Tra l'altro questa è riconoscibilmente una cover di uno standard del blues, inciso nel 1953 da Junior Parker per la storica Sun. Anche “Waiting for the right time”, unico altro pezzo cantato dove fa pure capolino un organo Hammond suonato da Mario, è una cover del 1969 di John Mayall, dove il sassofono è sostituito dagli ispirati vocalizzi di Lanfranco.

C'è ancora spazio per un paio di veloci tirate acustiche, per un pezzo di atmosfera dove regna indiscusso il corno, e si è pronti per la sorpresa finale. Anche senza aver letto il libretto con i titoli dei brani, chi ha un po' di familiarità col Progressive è impossibile che non riconosca quelle note di flauto. Jethro Tull? Sì e no, in quanto non vorrei offendere nessuno nel ricordare che anche quella è un arrangiamento della bachiana “Bouréè” in mi minore. Come in Bach ci sono solo due strumenti, qui flauto e corno (e non liuto), come nei Jethro chi fa la melodia è appunto il flauto, ma la versione dei Glad Tree è una rilettura decisamente più attinente all'originale di Johann Sebastian.

Alla fine del disco risulta vera l'impressione che se ne ha all'inizio: ad affiancare il nome “Ostinatoblu”, la parola “blues” che ricorre in ben quattro titoli e la bella cover blu, qui non abbiamo solo dell'ottimo Blues mescolato a influenze classiche, Jazz ed anche a echi Prog. Qui ci sono dieci pezzi unici, diversi l'uno dall'altro, semplici ma lo stesso raffinati ed eleganti. Qualcosa che potrebbe tranquillamente accompagnarci come sottofondo in un'attività lavorativa, una conversazione o anche in un momento di relax.

A proposito, unica è pure la copertina dell'album: un dipinto di Lanfranco, come per il loro precedente lavoro “Onda Luminosa”, nota di colore che meriterebbe come minino la grandezza di un LP. 
Chi pensa che il Blues sia tutto uguale, “il solito giro”, può ricredersi e apprendere molto da questa ultima opera dei Glad Tree.



Glad Tree - Ostinatoblu
01 - Ostinato
02 - Hardog
03 - Dog blues
04 - Mystery train
05 - Flowers blues
06 - Waiting for the right time
07 - Sarnano blues
08 - Giamaica blues
09 - Canone
10 - Bourrée


Nessun commento:

Posta un commento