ARTICOLO GIA' COMPARSO NEL NUMERO DI DICEMBRE DI MAT2020
GLAD TREE – Ostinatoblu
Di Max Rock Polis
Il nome dei Glad Tree,
letteralmente “albero felice”, sulle prime può far riflettere sul fatto che
questo CD “Ostinatoblu” sia suonato in prevalenza con strumenti acustici
e quindi quale miglior modo c'è per fare contenta la natura di suonare senza
elettricità? È una domanda che viene buona per Marcello Capra, Mario
Bruno e Lanfranco Costanza, gli uomini dietro a questo loro secondo
lavoro di dieci tracce edito dalla M. P. & Records.
Ci hanno spiegato: ““Albero felice” perché l'albero è un essere
saggio che affonda le sue radici nella terra, da dove ricava linfa vitale, poi
si apre al cielo con il tronco e i rami. Resiste alle intemperie, cambia
aspetto nelle varie stagioni, produce foglie e frutti, ospita altri esseri
viventi e contribuisce a migliorare la vita del pianeta.”
Questo carattere proiettato
decisamente verso la natura ben si accoppia con lo spirito dell'album, con le sue
sonorità acustiche, sospese tra Blues, Jazz, Rock e anche un poco Progressive. In
effetti è molto difficile inquadrare un lavoro come questo, se non impossibile
circoscriverlo in qualcosa di noto. Sono passati più di 45 anni da quando
Marcello e Bruno suonavano assieme nei Procession, storico gruppo Prog
torinese, dal loro stupendo album “Frontiere”, forse qualcosa di più si
può intuire ascoltando qualche loro opera solista tipo “Ritmica-mente”
di Marcello, ma sicuramente la cosa migliore è immergersi nell'ascolto di “Ostinatoblu”.
Se la quasi-title track “Ostinato”
parte dolce col flauto di Lanfranco, a cui poi si aggiungono il corno di Mario
e la chitarra elettrica di Marcello, lo stesso non si può dire della più
incalzante “Hardog” dove si alternano chitarra, flauto e corno sotto un tappeto
ritmico elettrificato. Nella terza, “Dog Blues” si ritorna all'acustico
ma in chiave completamente differente, sotto le immediate inconfondibili dodici
battute, come infatti ben esplicita il titolo: un blues in piena regola.
Potremo andare avanti a descrivere
e commentare tutte le canzoni per rendere conto dell'eclettismo del lavoro dei Glad
Tree: non ce n'è una che richiami o che somigli a un'altra.
Per sentire la voce di Lanfranco
bisogna aspettare il quarto brano “Mystery train”, dove la sua armonica
la fa da padrona al posto della chitarra elettrica dell'originale,
caratterizzando il brano come meglio non potremo immaginare: cosa c'è infatti
di meglio di un'armonica a bocca per riecheggiare il fischio di una locomotiva
a vapore?
Tra l'altro questa è
riconoscibilmente una cover di uno standard del blues, inciso nel 1953
da Junior Parker per la storica Sun. Anche “Waiting for the right time”,
unico altro pezzo cantato dove fa pure capolino un organo Hammond suonato da
Mario, è una cover del 1969 di John Mayall, dove il sassofono è
sostituito dagli ispirati vocalizzi di Lanfranco.
C'è ancora spazio per un paio di
veloci tirate acustiche, per un pezzo di atmosfera dove regna indiscusso il
corno, e si è pronti per la sorpresa finale. Anche senza aver letto il libretto
con i titoli dei brani, chi ha un po' di familiarità col Progressive è
impossibile che non riconosca quelle note di flauto. Jethro Tull? Sì e no, in
quanto non vorrei offendere nessuno nel ricordare che anche quella è un
arrangiamento della bachiana “Bouréè” in mi minore. Come in Bach ci sono
solo due strumenti, qui flauto e corno (e non liuto), come nei Jethro chi fa la
melodia è appunto il flauto, ma la versione dei Glad Tree è una
rilettura decisamente più attinente all'originale di Johann Sebastian.
Alla fine del disco risulta vera
l'impressione che se ne ha all'inizio: ad affiancare il nome “Ostinatoblu”,
la parola “blues” che ricorre in ben quattro titoli e la bella cover blu,
qui non abbiamo solo dell'ottimo Blues mescolato a influenze classiche, Jazz ed
anche a echi Prog. Qui ci sono dieci pezzi unici, diversi l'uno dall'altro,
semplici ma lo stesso raffinati ed eleganti. Qualcosa che potrebbe
tranquillamente accompagnarci come sottofondo in un'attività lavorativa, una
conversazione o anche in un momento di relax.
A proposito, unica è pure la
copertina dell'album: un dipinto di Lanfranco, come per il loro precedente
lavoro “Onda Luminosa”, nota di colore che meriterebbe come minino la
grandezza di un LP.
Chi pensa che il Blues sia tutto
uguale, “il solito giro”, può ricredersi e apprendere molto da questa ultima
opera dei Glad Tree.
Glad Tree - Ostinatoblu
01 - Ostinato
02 - Hardog
03 - Dog blues
04 - Mystery train
05 - Flowers blues
06 - Waiting for the right time
07 - Sarnano blues
08 - Giamaica blues
09 - Canone
10 - Bourrée
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