29 luglio all’insegna della musica italiana del
passato, evidentemente ancora molto attuale, vista la partecipazione e
l’entusiasmo del pubblico.
La band gioca in casa - Pegli
(Ge), Arena degli Artisti -
e porta un nome importante, La
Storia New Trolls.
Il contesto è più ampio, e la volontà
della direzione artistica - Mauro
Sposito e Alfio Vitanza - è quella di proporre
un tuffo negli indimenticabili Anni Sessanta, realizzando un link tra le
sonorità tipiche dei New Trolls e il mondo Beatles (di cui Sposito e Vitanza
fanno parte a pieno titolo essendo anche membri dei The Beatbox, di scena il
giorno successivo nello stesso luogo).
Non solo concerti ma, ad
esempio, la presentazione dell’ultimo libro di Glauco Cartocci, “I Beatles
nello spirito del tempo”, e la creazione di un’atmosfera particolare,
capace di unire mare e musica, periodo musicale eroico e attualità: connubi
perfetti, bridge che alimentano ricordi e sogni.
MAT 2020 era presenta la
prima sera, e dell’esibizione dei N.T. propone
un video, stralcio di “Concerto Grosso”.
La band presenta due dei
membri originali, Vittorio De Scalzi - cantante, flautista, chitarrista, pianista e
frontman - e Nico Di Palo alla tastiera e alla voce.
A completare la
formazione altri mostri sacri nei rispettivi ruoli, Roberto Tiranti - basso e voce -, Andrea Maddalone - chitarra e cori - e Lorenzo Ottonello alla batteria.
Il pubblico, foltissimo,
è costituito prevalentemente da non giovanissimi, anime che hanno vissuto in
diretta momenti gloriosi, non solo quelli del già citato Concerto Grosso - inserito in un genere più specifico, ed esempio
italiano di perfetta commistione tra rock e musica classica - ma trame musicali
ancora più antiche, come “Visioni” e “Davanti agli occhi miei”, Miniera e Signore io sono Irish. Erano i primi vagiti del rock, che salutava il beat imbevendosi di esempi
stranieri ed elaborando filosofie musicali autoctone.
Ma il set prosegue
toccando molti dei punti fondamentali di una storia che ha visto i Trolls
partecipare più volte al Festival di Sanremo - senza grandi piazzamenti, come
afferma De Scalzi -, e allora emerge Faccia di Cane, Aldebaran e La carezza della sera.
L’elemento
caratterizzante è, come in passato, l’utilizzo delle voci, non solo ad
appannaggio dei “titolari”, ma con una piena condivisione e un giusto
“sfruttamento” dell’ugola di Tiranti, uno dei vocalist più prestigiosi nel
panorama italiano e oltre.
Vittorio De Scalzi tira
le fila, conduce e riprende laddove si è interrotto, nei momenti in cui gli
incidenti tecnici provocano una sosta forzata, e il suo dialogo con il pubblico
- e la sua funzione didattica - fanno parte dello show.
E piano piano prende coraggio
anche Di Palo, che supera gli aspetti musicali e ci ricorda che la tenacia, la
determinazione, la forza di volontà, possono provocare dei veri miracoli, e lui
ne è la testimonianza.
Nelle due ore di concerto
l’entusiasmo cresce, sino ad arrivare ad uno scambio di ruoli, possibile solo
quando nasce la piena empatia tra audience e band, e così la musica e il
“mestiere” di chi si trova sul palco esaltano i presenti.
E alla fine della serata,
oltre alla soddisfazione palese emerge anche un po’ di nostalgia,per un tempo
che, ahimè, non tornerà mai più!
Nessun commento:
Posta un commento