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lunedì 27 marzo 2023

Sabrina sul petrolio, Claudia Cantisani-commento all'album

 

Sabrina sul petrolio, Claudia Cantisani

(La Stanza Nascosta Records)


Quasi un best of per Claudia Cantisani, che pesca nel repertorio precedente e ripropone autentiche perle da “Storie d’amore non troppe riuscite” (Crocevia di Suoni Records, 2013) e da “Non inizia bene neanche questo weekend” (La Stanza Nascosta Records, 2018), regalandoci quattro inediti di particolare bellezza e intensità.

Una consacrazione per un’artista che vocalmente non ha niente da invidiare alle lady del jazz- Sarah Vaughan ed Ella Fitzgerald su tutte- e che aggiunge alla sorprendente maestria vocale una capacità di scrittura icastica e ludica, con l’immancabile e irrinunciabile spalla- il Maestro Felice Del Vecchio- in qualità di coautore e arrangiatore.

Storceranno forse il naso i puristi del jazz, apprezzeranno gli amanti di un pop jazz calvinianamente leggero, capace di toccare nel profondo e nello stesso tempo di divertire; balsamo dell’anima in un presente per molti versi distopico.

Sorprende “Sabrina sul petrolio”, in duetto con un Alessandro Haber in grande forma vocale: un interplay felicissimo tra due artisti perfettamente in parte, capaci di dare voce ad una storia che vive di romanticismo e carnalità, malinconia da reclusione pandemica e rievocazione nostalgica, leggerezza e introspezione.

Straordinaria la rilettura che Cantisani dà di "Blu elettrico”, presa in prestito dal canzoniere caputiano (con intervento, alla chitarra, dello stesso Sergio Caputo), che nell’interpretazione della nostra sembra caricarsi di nuovi significati e acquisire un dinamismo più spiccato dell’originale; merito di una voce magnetica, capace di catturare e sedurre l’ascoltatore.

Si ascolti con particolare attenzione la bellissima “Quel gusto maledetto”, in cui Cantisani sembra riportare alla mente la Mina dei tempi migliori, flirtando con un testo capace di toccare corde molto intime.

Travolgente “L’affare di famiglia”, in cui il quinto piano assurge alla dignità di affaccio privilegiato sul mondo, emblema di un canzoniere- quello di Cantisani e Del Vecchio- che ama, da sempre, raccontare, con lucidità e ironia, senza retorica o intento giudicante, le vicende umane; in definitiva la vita e i suoi infiniti registri, che animano canzoni senza tempo destinate, a nostro avviso, a durare e invecchiare come il buon vino, nel segno di una preziosa autenticità.


L’ASCOLTO




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