Articolo a cura di Alessandro Cavalli
Galleria Fotografica a cura di Salvatore Marando
Articolo già apparso sul portale Rome by Wild:
Cirque Noir con Poison Garden +
Feline & Strange: lo show oltre la musica
Serata dedicata allo
spettacolo, non solo musicale, quella di sabato 18 aprile, al Traffic di Roma, con lo show del Cirque Noir,
messo in atto dai Poison Garden. Ad aprire il live sono i Feline
& Strange.
Arrivo al Traffic poco
prima delle 22:00 e una volta scambiati i saluti con Stefano, uno dei gestori
del locale, mi avvicino all’ingresso principale. Lungo il breve cammino, nello
spazio esterno del locale, incontro strane figure: c’è una ragazza con un
corpetto bianco e il naso rosso da clown, un’altra ragazza sui trampoli, figure
travestite che sembrano uscite da Alice nel paese delle meraviglie e, più
precisamente, da un pomeriggio passato a bere tè con il cappellaio matto.
Voi penserete… ecco il
circo Togni! ebbene no, trattasi di un festival Burlesque. Giusto per dare un
breve cenno di storia: il Burlesque nasce in Gran Bretagna nel diciottesimo
secolo ed è un genere di spettacolo satirico; affronta tematiche di attualità,
d’arte, di politica, ma gli elementi che più lo caratterizzano sono la burla,
l’ironia, la denigrazione e l’erotismo. E’ questo l’intrattenimento offerto
dal Cirque Noir, malizioso ed accattivante.
Il locale è pieno di ragazze e ragazzi vestiti da cortigiani, che offrono da bere, chiacchierano con il pubblico, fanno bolle di sapone e lanciano sguardi ammiccanti per tutta la serata. Di fronte al bancone del bar c’è un set fotografico allestito per l’occasione, in cui Sir Damian White, uno dei due chitarristi, è già in posa con la chitarra in mano, pronto per lasciarsi immortalare.
Il locale è pieno di ragazze e ragazzi vestiti da cortigiani, che offrono da bere, chiacchierano con il pubblico, fanno bolle di sapone e lanciano sguardi ammiccanti per tutta la serata. Di fronte al bancone del bar c’è un set fotografico allestito per l’occasione, in cui Sir Damian White, uno dei due chitarristi, è già in posa con la chitarra in mano, pronto per lasciarsi immortalare.
Lo show inizia alle
22:00, quando sotto al palco si vedono già una settantina di persone.
Aprire la serata spetta ai Feline & Strange, duo di Berlino.
Aprire la serata spetta ai Feline & Strange, duo di Berlino.
Il
combo propone uno spettacolo teatrale e musicale: si alternano parti in cui
raccontano storie ed aneddoti sull’amore, a parti musicali, in cui si servono
di basi, (già precedentemente lavorate), su cui suonano e cantano. La voce di
Feline Lang, la cantante, è alta e squillante e incredibilmente suadente. Parla
in inglese. E’ vestita con un corpetto rosso lucido e dei pantaloncini
cortissimi e attillatissimi. Dire che è scosciata sarebbe un
eufemismo. Sul palco si agita molto, si sbraccia letteralmente e mima di
continuo gesti e azioni inerenti alla vicenda raccontata: a volte fa finta di
picchiare qualcuno, a volte sembra come rapita da mistiche emozioni e si
incanta con espressione assente.
Il suo compagno di
palco è invece più calmo e rimane per lo più seduto. Suona prevalentemente il
violoncello elettrico e di tanto in tanto lo zufolo, ovvero quella specie di
fischietto che fa il suono di una pernacchia.
Il loro show dura
un’oretta ed è molto ben organizzato.
Sono entrambi
concentratissimi nell’esecuzione e interagiscono con il pubblico che apprezza e
ricambia con applausi scroscianti. Alla fine dello spettacolo Feline saluta e
ringrazia, mettendosi una mano sul cuore.
La gente comincia ad
uscire per fumare e la sala si svuota un po’.
Nel frattempo un ragazzo del Cirque Noir che indossa una giacchetta “napoleonica” nera e rossa, ci invita a festeggiare il non compleanno, a bere tè e mangiare pasticcini dal buffet li preparato per gli ospiti. Poi sale sul palco e presenta Lilit il clown.
Lilit è una ragazza che avevo già intravisto all’entrata, quella vestita di bianco col naso da clown. Propone uno show un po’ piccante, in cui fa scegliere delle carte al pubblico, che poi non indovina, si toglie i guanti, balla, gioca con un ombrello e si spoglia. Si toglie il corpetto, restando in reggiseno; poi, sapientemente, apre l’ombrello di nuovo e si para il seno, per la delusione dei ragazzi presenti. Ci saluta lanciando un bacio e fuggendo dietro le quinte.
Nel frattempo un ragazzo del Cirque Noir che indossa una giacchetta “napoleonica” nera e rossa, ci invita a festeggiare il non compleanno, a bere tè e mangiare pasticcini dal buffet li preparato per gli ospiti. Poi sale sul palco e presenta Lilit il clown.
Lilit è una ragazza che avevo già intravisto all’entrata, quella vestita di bianco col naso da clown. Propone uno show un po’ piccante, in cui fa scegliere delle carte al pubblico, che poi non indovina, si toglie i guanti, balla, gioca con un ombrello e si spoglia. Si toglie il corpetto, restando in reggiseno; poi, sapientemente, apre l’ombrello di nuovo e si para il seno, per la delusione dei ragazzi presenti. Ci saluta lanciando un bacio e fuggendo dietro le quinte.
Il ragazzo con la
giacca di Napoleone torna sul palco e finalmente annuncia l’ingresso dei Poison
Garden, il giardino del veleno.
Parte una base di
piano e violino, seguita subito da un trillo di telefono.
Entra Professor Ψ, il chitarrista, che ha una giacca da cuoco/chimico bianca coi bottoni laterali. E’ identico a Dustin Offman nei panni di capitan uncino, nel film “Hook – Capitan Uncino”, quello su Peter Pan per intenderci, con Robin Williams.
Il genere che ci propongono è un’alternative metal con strofe in medio tempo e ritornelli a 4 accordi, che sono sempre i più orecchiabili e riusciti, da quando Dio inventò la musica.
I ragazzi sono la prima Steampunk band in italia.
Entra Professor Ψ, il chitarrista, che ha una giacca da cuoco/chimico bianca coi bottoni laterali. E’ identico a Dustin Offman nei panni di capitan uncino, nel film “Hook – Capitan Uncino”, quello su Peter Pan per intenderci, con Robin Williams.
Il genere che ci propongono è un’alternative metal con strofe in medio tempo e ritornelli a 4 accordi, che sono sempre i più orecchiabili e riusciti, da quando Dio inventò la musica.
I ragazzi sono la prima Steampunk band in italia.
Lo Steampunk nasce
come genere letterario fantascientifico che narra di un passato in cui sono
presenti elementi del presente. Molte vicende scritte sono legate alla scoperta
della luna già negli anni 30, in cui si parla di astronavi e computer.
Il senso di questo movimento artistico nostalgico e sognante è riassunto in questa frase ricca di melanconia e misticismo: “come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima?”.
Il senso di questo movimento artistico nostalgico e sognante è riassunto in questa frase ricca di melanconia e misticismo: “come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima?”.
Vi racconto ora della
performance.
La opener è “Struggle for pleasure” , poi c’è “New Human
machine“.
La cantante Madame Anais Noir ha in mano un basso Worwick e indossa dei pantaloncini a righe bianchi e neri. La sua voce è alta e pulita e di rado si permette qualche growl.
Mr Tambourine, il batterista, non avrebbe bisogno di alcuna microfonazione, perché picchia così duro da rompere i timpani. Segue il metronomo meglio del batterista dei Blind Guardian. E’ una macchina.
La cantante Madame Anais Noir ha in mano un basso Worwick e indossa dei pantaloncini a righe bianchi e neri. La sua voce è alta e pulita e di rado si permette qualche growl.
Mr Tambourine, il batterista, non avrebbe bisogno di alcuna microfonazione, perché picchia così duro da rompere i timpani. Segue il metronomo meglio del batterista dei Blind Guardian. E’ una macchina.
I giovanotti ci
vogliono condurre nell’800, in cui tutto è mosso da vapore e così suonano “Days
of Steam“. Finita la canzone parte un ticchettio di orologio che, sul tema
del tempo, ci introduce a “Folling Leaves“, dopo di che inizia a
sussurrare il vento e ad alzarsi la nebbia: è il momento di “Halloween”
che ha una bellissima outro di sole chitarre pulite.
Madame Noir ci racconta di aver ricevuto una lettera che parla di un amore impossibile, vissuto in epoche diverse, e annuncia, non a caso, “Letter for my Everlasting Love” in cui l’immaginazione vola e lascia apparire cavalieri che combattono per l’amore della loro dama. Molto romantico.
Madame Noir ci racconta di aver ricevuto una lettera che parla di un amore impossibile, vissuto in epoche diverse, e annuncia, non a caso, “Letter for my Everlasting Love” in cui l’immaginazione vola e lascia apparire cavalieri che combattono per l’amore della loro dama. Molto romantico.
Giunge il momento del
Professor Ψ, che prepara una pozione magica per il pubblico nel suo
laboratorio. Serve un volontario. Ne salgono due, ben contenti della proposta,
e il professore inizia il suo rituale: mescola alcuni liquidi in ampolle di
vetro mentre gli altri della band lo accompagnano con una versione
metalleggiante del tema della serie a cartoni “L’ispettore Gadget”. Qui Sir
Damian White ha modo di mostrare le sue ottime abilità di solista, oltre che
quelle di accompagnatore. A seguire ci sono “In The Hall of
the Mountain King” e “Clockwork Theory“.
Professor Ψ si
dimostra l’elemento più stravagante sul palco e riempie di armonici le strofe.
Anche nei soli è molto creativo e tecnico, e introduce cambi di tonalità
interessanti.
Finito il pezzo, la voce dei Poison Garden, passa ai ringraziamenti e ci saluta calorosamente, annunciando l’ultimo pezzo: “Tonight Tonight” che è una cover degli Smashing Pumpkins. Il pezzo viene rielaborato in chiave metal e sulle strofe c’è il tipico tempo dello ska. Questa interessante versione di un capolavoro finisce fra gli applausi del pubblico.
Finito il pezzo, la voce dei Poison Garden, passa ai ringraziamenti e ci saluta calorosamente, annunciando l’ultimo pezzo: “Tonight Tonight” che è una cover degli Smashing Pumpkins. Il pezzo viene rielaborato in chiave metal e sulle strofe c’è il tipico tempo dello ska. Questa interessante versione di un capolavoro finisce fra gli applausi del pubblico.
I ragazzi del Cirque
Noir salgono sul palco e iniziano a ballare, esibendosi in una specie
di walzer metal, sorridendo e volteggiando.
Una serata sognante e
confusa… senza tempo. Surreale, fantasmatico, mistico, nostalgico, magico,
sensuale, sessuale, erotico, oscuro, notturno, uno show che ha reso reali le
vicende del mondo onirico. Perché la musica può essere anche questo.
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