OPEN ZOE – Pareti nude
(Aulasei Records)
Da più di quindici
anni tre dei quattro elementi di questo progetto condividono palchi e musica;
questo non ne fa certamente dei ragazzini ma il risultato indubbiamente ne
guadagna.
Ad un primo ascolto
Open Zoe non risultano sempre musicalmente
originalissimi (attingono a piene mani da Joy Division, Echo & the Bunnymen
e in genere dalla schiera new wave dei primi '80 che tanto ha dato anche al
rock italiano di almeno dieci anni dopo) ma al tempo stesso l'età dei
componenti permette loro di trattare questa musica con indubbia “cognizione di
causa”.
Ogni traccia di
questo Pareti Nude ha innanzitutto
il grosso pregio di non cercare l'effetto british a tutti i costi, suonando
invece piacevolmente nostrano, a partire dai testi e dalle scelte melodiche.
Vero che un certo debito nei confronti di Bluvertigo e derivati è da tenere in
conto, ma la determinazione con cui i quattro tengono insieme con coerenza il
discorso musicale è notevole. Canzoni come Fuori o Popcorn non hanno neppure bisogno di
dichiarare le loro origini dark-wave, ma al tempo stesso suonano così
piacevolmente dejavù da farti dire “chi se ne frega, lo fanno bene”.
I testi di Lele
Mancuso, anche se con qualche punta di ingenuità, non cercano l'effetto
voyeuristico e inevitabilmente patetico che spesso caratterizza
l'esistenzialismo wave o post-wave, anzi si coglie l'intenzione di parlare
all'oggi, anche se con un linguaggio musicale radicato nello “ieri prossimo”.
La voce di Dionisia
è forse l'elemento più caratteristico dell'intero lavoro, sa quello che canta,
il che non è affatto ovvio. Mai stucchevole, niente piaggerie o virtuosismi di
facile presa. Misurata e partecipe, è quella che considero una voce
perfettamente funzionale al testo e decisamente personale.
Procedendo nell'ascolto
ci si imbatte in canzoni come Ottobre e Caos che, se non al primo
ascolto, al secondo già sono entrate piacevolmente in testa. Quest'ultima, in
particolare, meriterebbe a mio avviso l'attenzione di qualcuno che
potesse fare qualcosa di più che scrivere una recensione.
Armonicamente
arditi senza esagerare (come peraltro ci si aspetta da una musica che ha come
premessa un forte legame con il post punk) scontano a mio avviso la sola pecca
di una produzione fin troppo “essenziale”, almeno sotto il punto di vista del
suono generale che potrebbe invece attingere maggiormente a suoni più
“contemporanei”.
A conti fatti Open
Zoe sembra davvero un buon progetto, omogeneo, forse non ancora impeccabile, ma
meritevole di sviluppi.
Venerdì 15 maggio al Bar Sartea di Vicenza la presentazione
ufficiale
Open
Zoe:
Dionisia Lo Cascio: Voce
Lele Mancuso: Chitarre e programmazioni
Ettore Craca: Basso
Enrico Ceccato: Batteria e programmazioni
Programmazioni aggiuntive di Alessandro Lucato
(foto Sara Santi e
Dionisia Lo Cascio)
Biografia
Open Zoe è la
rinascita di un progetto musicale i cui componenti si erano incrociati in altri
progetti in vite precedenti.
Per alcuni di essi
l’abbandono dell’attività musicale era già realtà, per altri era un approdo
delineato a seguito di delusioni e stanchezza.
Dionisia, Enrico ed
Ettore avevano condiviso l’esperienza musicale del progetto Etabeta (pop-rock
con innesti di elettronica) che negli anni a cavallo tra il 97 e il 2002 aveva
raccolto significativi riscontri in concorsi anche nazionali, recensioni (due
mini cd all’attivo) e date in giro per l’Italia e Francia (anche di supporto a
Bluvertigo, Cristina Donà, Rosso Maltese, Delta V)
Enrico e Lele
avevano portato avanti negli anni 2002-2010 gli Aulasei, gruppo di matrice
dark-wave, che altresì aveva prodotto un cd e ottenuto lusinghieri riscontri
critici.
Tra il 2011 e il
2013 in tempi diversi Ettore e Dionisia (entrambi lontani dalla musica
praticata da parecchi anni) accettano l’invito di Lele ed Enrico per dare vita
ad un nuovo progetto che parta dal substrato wave degli aulasei per svilupparsi
in ambienti meno oscuri e più diretti e aperti.
Tra il 2013 e il
2014 trovata l’amalgama tra i componenti e individuata una linea comune viene
scritto e arrangiato il materiale per il primo disco “Pareti Nude” che viene
registrato in varie tranche in un periodo di un anno e mezzo tra metà 2013 e
inizio 2015.
I testi sono di
Lele Mancuso, le musiche nascono a quattro mani prendendo spunto da idee
individuali.
La matrice di
partenza del suono Open zoe viene riconosciuta nella new wave anni '80 di band
quali The Sound, Echo and the Bunnymen, Joy Division, Chameleons, primi U2.
Lo sviluppo degli
arrangiamenti e la robustezza del suono ha portato tuttavia alcuni a
riconoscervi esperienze degli anni '90 che hanno messo insieme musica organica
ed elettronica (Radiohead e certi Pumpkins).
Poche le incursioni
live nel periodo di scrittura del disco, la band del resto è composta da
musicisti che, spesso insieme nelle esperienze precedenti, hanno calcato decine
e decine di palchi.
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