Vuoto Pneumatico + Il Tempio Delle
Clessidre - Live al Club Il Giardino - 30/04/2015
Immagini di Renzo De Grandi
Immagini di Renzo De Grandi
Serata interessante
con due proposte musicali diversissime fra di loro, ma proprio da questo punto
di vista accattivanti.
Nell'ambito del Prog Fest, al Giardino di Lugagnano di Verona, erano ospiti: Vuoto Pneumatico e Il Tempio Delle
Clessidre.
Nella prima parte
della serata il vulcanico Gianni Venturi
(leader della band Altare Thotemico)
ci ha presentato questo suo progetto musicale, nato dalla collaborazione col
chitarrista Giacomo Marighelli da
cui é nato un album. Inutile dire che siamo fuori dagli schemi del prog
tradizionale. Ne risulta un lavoro di ricerca sperimentale con un suono duro e
immediato, dall'aspetto lisergico, che ricorda vagamente il Rio Avant di certe
band franco-tedesche degli anni '70, ma anche la maniacale e continua ricerca
di suoni diversi, un pò alla Robert Fripp nei secondi Crimson, con le dovute
proporzioni (non me vorrà di certo il buon Venturi). Le due chitarre
lancinanti, ossessivamente hard e i continui effetti dati dalla pedaliera di
Marighelli, fanno da contraltare ai testi ricercati e viscerali di Venturi,
quasi recitati in stile poetico e cantautorale. Il non foltissimo pubblico
presente in sala, dimostra di saper ascoltare e apprezzare anche qualcosa di
"nuovo" quando questo gli viene proposto. Significative Fiore Uterino e l'ironica Buon Natale.
Nella seconda parte
della serata Il
Tempio Delle Clessidre ci ha
presentato in versione unplugged alcuni dei loro brani. La band genovese si è disposta
in fila sul palco, in una situazione "intima" da luci soffuse, anche
questa una "chicca", vista l'assenza della batteria. La bravissima
Elisa Montaldo ci ha spiegato, che era proprio un'esigenza che la band genovese
aveva da tempo quella di rivisitare alcuni pezzi del proprio repertorio in
chiave acustica, mischiando brani come: Notturna,
Verso l'Alba, L'Antidoto Mentale o Le Due
Metà Di Una Notte, in una sorta di madrigali ballate, visto l'abbondante
uso delle chitarre acustiche. Spazio anche per un inedito molto ben eseguito
dal titolo: Gnaffé, brano che verrà
riproposto come bis finale. Una sorta di saga medievale boccaccesca, che uscirà
in un progetto che coinvolge parecchie band progressive.
Non sono mancati
alcuni brani dedica ai Beatles, a Franco Battiato e alla meravigliosa Non Mi
Rompete del Banco, che si prestava alla grande in una serata così.
Per diversità di
tematiche musicali il Prog Fest proposto dal locale veronese, da questo punto
di vista, ha fatto centro. Un bravo a tutti quanti per la capacità e la voglia
di provare a fare cose diverse, che poi sono il sale della cosiddetta musica
colta. Applausi sentiti per tutti nel finale di una serata diversa dal solito.
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