Nando Bonini - The Knights Of The Last Day
(VideoRadio Channel, 2025)
Di Luca Paoli
Nando Bonini con l’EP The Knights Of The Last Day,
uscito per l’etichetta Videoradio Channel di Giuseppe Aleo, firma
un concept album strumentale ambizioso e ricco di sfumature, in cui musica e
narrazione si intrecciano per creare un'atmosfera quasi cinematografica.
L’album rappresenta un viaggio sonoro in grado di coinvolgere l’ascoltatore,
sia a livello emotivo che intellettuale.
Dal punto di vista musicale, Bonini dimostra una notevole
abilità nel combinare elementi rock e metal con influenze sinfoniche. L’uso di
orchestrazioni e sintetizzatori crea un’atmosfera epica e immersiva, con brani
che spaziano da momenti più aggressivi e potenti a passaggi più intimi e
riflessivi. L’equilibrio tra questi elementi conferisce al disco un’identità
sonora coerente e avvolgente.
Per quei pochi che non dovessero conoscere Nando Bonini … sto
parlando di un musicista e compositore italiano che ha iniziato la sua carriera
a soli 6 anni. Fin da giovane, ha formato gruppi e collaborato con diversi
artisti, culminando con una lunga collaborazione con Vasco Rossi
(1991-2004) che ne ha consolidato la reputazione. Dal 1995 ha intrapreso un
profondo percorso di conversione, dedicandosi a musical e progetti teatrali di
ispirazione cristiana, e dal 2003 conduce i "Concerti Testimonianza".
Nel 2019 ha ricevuto il Premio San Giorgio, riconoscimento del suo
impegno artistico e spirituale.
L'album, interamente strumentale, vede Bonini impegnato sia
nella composizione che nell'esecuzione di tutti gli strumenti.
Come scritto sopra il disco fonde molto bene elementi rock e
metal con influenze sinfoniche, creando un sound denso e avvolgente. L'uso
sapiente di orchestrazioni ed effetti elettronici conferisce alle tracce un
carattere epico, capace di trasportare l'ascoltatore in un viaggio tra
ambientazioni tanto cupe quanto affascinanti.
La cura della produzione regala una ricchezza di dettagli
sonori, trasformando l'ascolto in un'esperienza immersiva e quasi tattile. Il
disco non si limita a proporre una serie di canzoni, ma diventa un invito a
esplorare emozioni e significati nascosti, in un mondo in cui la forza del
racconto si unisce alla potenza della musica.
L'album si inaugura con la maestosa "The Knights Of The Last Day (ouverture)", un brano che cattura l'attenzione con la
sua forza espressiva e la profondità emotiva. La traccia, interamente
strumentale, alterna con maestria momenti di tranquillità a esplosioni sonore,
trasmettendo sensazioni potenti e intime. Bonini eccelle nel plasmare
un’atmosfera avvolgente e suggestiva, orientando l’ascoltatore verso l'universo
sonoro che si dipanerà nelle tracce successive. Un’introduzione che stimola la
curiosità e l’interesse per il resto dell’opera.
"The Red Horse" esplode con una forza
intensa, creando un'atmosfera di conflitto e agitazione. La musica è veloce e
carica, rispecchiando l'energia distruttiva del cavallo rosso, simbolo di
guerra. Bonini alterna momenti di grande tensione a brevi pause, trasmettendo
la sensazione di un combattimento senza fine. Il brano coinvolge l’ascoltatore
con un’energia inarrestabile, portandolo in un mondo caotico e potente.
"The Green Horse" travolge l’ascoltatore,
con la chitarra di Bonini che ne è la vera protagonista. Il suo suono energico
e incisivo guida la traccia, con assoli rapidi e intensi che aggiungono un
forte senso di dinamismo e vitalità. La musica è frenetica, ma la chitarra
riesce a mantenere una qualità melodica che suggerisce un’idea di rinascita e
movimento inarrestabile. Bonini, con il suo tocco distintivo, riesce a
trasformare il ritmo veloce in un'esperienza elettrizzante, offrendo una
traccia che cattura l’ascoltatore e lo spinge in un viaggio sonoro ricco di
energia e ottimismo.
"The Black Horse" può essere considerato a
tutti gli effetti un brano prog, grazie ai suoi caratteristici cambi di tempo,
di umore e l'uso del moog. Inizia con un arpeggio di chitarra delicato, creando
un'atmosfera intima prima di esplodere in una sequenza di sviluppi musicali
complessi. La traccia alterna momenti di calma a esplosioni di energia, con
riff potenti e assoli di moog che portano un tocco psichedelico e sperimentale,
tipico del prog. I continui cambi di ritmo e l’abilità di Bonini nel mescolare
elementi diversi rendono il brano un esempio affascinante di prog moderno.
L’EP si conclude con “The White Horse”, brano hard
rock che offre un senso di speranza e rinnovamento, in contrasto con la
tensione e l'intensità delle tracce precedenti. La chitarra di Bonini è ancora
protagonista, ma questa volta con melodie più brillanti e positive. La traccia
si sviluppa con un ritmo incalzante e un’atmosfera solenne, che evoca
l’immagine del cavallo bianco, simbolo di purificazione e salvezza Bonini
mescola abilmente complessità e melodia, offrendo un finale che lascia
un'impressione forte e positiva.
Se siete amanti della musica vera, quella suonata con tecnica
ma anche con tanta passione, sudore e cuore questo disco è per voi.
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