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mercoledì 19 febbraio 2025

Nando Bonini - "The Knights Of The Last Day"-Commento di Luca Paoli

 


Nando Bonini - The Knights Of The Last Day 

(VideoRadio Channel, 2025)

Di Luca Paoli


Nando Bonini con l’EP The Knights Of The Last Day, uscito per l’etichetta Videoradio Channel di Giuseppe Aleo, firma un concept album strumentale ambizioso e ricco di sfumature, in cui musica e narrazione si intrecciano per creare un'atmosfera quasi cinematografica. L’album rappresenta un viaggio sonoro in grado di coinvolgere l’ascoltatore, sia a livello emotivo che intellettuale.

Dal punto di vista musicale, Bonini dimostra una notevole abilità nel combinare elementi rock e metal con influenze sinfoniche. L’uso di orchestrazioni e sintetizzatori crea un’atmosfera epica e immersiva, con brani che spaziano da momenti più aggressivi e potenti a passaggi più intimi e riflessivi. L’equilibrio tra questi elementi conferisce al disco un’identità sonora coerente e avvolgente.

Per quei pochi che non dovessero conoscere Nando Bonini … sto parlando di un musicista e compositore italiano che ha iniziato la sua carriera a soli 6 anni. Fin da giovane, ha formato gruppi e collaborato con diversi artisti, culminando con una lunga collaborazione con Vasco Rossi (1991-2004) che ne ha consolidato la reputazione. Dal 1995 ha intrapreso un profondo percorso di conversione, dedicandosi a musical e progetti teatrali di ispirazione cristiana, e dal 2003 conduce i "Concerti Testimonianza". Nel 2019 ha ricevuto il Premio San Giorgio, riconoscimento del suo impegno artistico e spirituale.

L'album, interamente strumentale, vede Bonini impegnato sia nella composizione che nell'esecuzione di tutti gli strumenti.

Come scritto sopra il disco fonde molto bene elementi rock e metal con influenze sinfoniche, creando un sound denso e avvolgente. L'uso sapiente di orchestrazioni ed effetti elettronici conferisce alle tracce un carattere epico, capace di trasportare l'ascoltatore in un viaggio tra ambientazioni tanto cupe quanto affascinanti.

La cura della produzione regala una ricchezza di dettagli sonori, trasformando l'ascolto in un'esperienza immersiva e quasi tattile. Il disco non si limita a proporre una serie di canzoni, ma diventa un invito a esplorare emozioni e significati nascosti, in un mondo in cui la forza del racconto si unisce alla potenza della musica.

L'album si inaugura con la maestosa "The Knights Of The Last Day (ouverture)", un brano che cattura l'attenzione con la sua forza espressiva e la profondità emotiva. La traccia, interamente strumentale, alterna con maestria momenti di tranquillità a esplosioni sonore, trasmettendo sensazioni potenti e intime. Bonini eccelle nel plasmare un’atmosfera avvolgente e suggestiva, orientando l’ascoltatore verso l'universo sonoro che si dipanerà nelle tracce successive. Un’introduzione che stimola la curiosità e l’interesse per il resto dell’opera.

"The Red Horse" esplode con una forza intensa, creando un'atmosfera di conflitto e agitazione. La musica è veloce e carica, rispecchiando l'energia distruttiva del cavallo rosso, simbolo di guerra. Bonini alterna momenti di grande tensione a brevi pause, trasmettendo la sensazione di un combattimento senza fine. Il brano coinvolge l’ascoltatore con un’energia inarrestabile, portandolo in un mondo caotico e potente.

"The Green Horse" travolge l’ascoltatore, con la chitarra di Bonini che ne è la vera protagonista. Il suo suono energico e incisivo guida la traccia, con assoli rapidi e intensi che aggiungono un forte senso di dinamismo e vitalità. La musica è frenetica, ma la chitarra riesce a mantenere una qualità melodica che suggerisce un’idea di rinascita e movimento inarrestabile. Bonini, con il suo tocco distintivo, riesce a trasformare il ritmo veloce in un'esperienza elettrizzante, offrendo una traccia che cattura l’ascoltatore e lo spinge in un viaggio sonoro ricco di energia e ottimismo.

"The Black Horse" può essere considerato a tutti gli effetti un brano prog, grazie ai suoi caratteristici cambi di tempo, di umore e l'uso del moog. Inizia con un arpeggio di chitarra delicato, creando un'atmosfera intima prima di esplodere in una sequenza di sviluppi musicali complessi. La traccia alterna momenti di calma a esplosioni di energia, con riff potenti e assoli di moog che portano un tocco psichedelico e sperimentale, tipico del prog. I continui cambi di ritmo e l’abilità di Bonini nel mescolare elementi diversi rendono il brano un esempio affascinante di prog moderno.

L’EP si conclude con “The White Horse”, brano hard rock che offre un senso di speranza e rinnovamento, in contrasto con la tensione e l'intensità delle tracce precedenti. La chitarra di Bonini è ancora protagonista, ma questa volta con melodie più brillanti e positive. La traccia si sviluppa con un ritmo incalzante e un’atmosfera solenne, che evoca l’immagine del cavallo bianco, simbolo di purificazione e salvezza Bonini mescola abilmente complessità e melodia, offrendo un finale che lascia un'impressione forte e positiva.

Se siete amanti della musica vera, quella suonata con tecnica ma anche con tanta passione, sudore e cuore questo disco è per voi.




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