ACQUA FRAGILE
“MOVING FRAGMENTS”
Di
Andrea Pintelli
Il 20 ottobre è finalmente stato pubblicato “Moving
Fragments”, il nuovo album dell’Acqua Fragile. A cinquant’anni
di distanza dal loro omonimo LP d’esordio, i tre elementi originali Bernardo
Lanzetti (voce solista, chitarra, Glovox), Franz Dondi (basso) e Pieremilio
Canavera (batteria e voce), sono nuovamente affiancati da Stefano
Pantaleoni (tastiere) e Rossella Volta (voce), oltre che da Claudio Tuma
(chitarra), quest’ultimo alla sua prima collaborazione discografica con la
band, ma già con loro da un paio di anni.
A sei anni da “A New Chant”, i nostri
schiacciano sull’acceleratore e, pur mantenendo il loro stile assolutamente
riconoscibile fatto di dolcezza e forza, stupende armonie vocali e melodie
ricercate, insomma la loro attitudine prog, portano una ventata di rinnovamento
grazie a fantasiose idee ben calibrate e azzeccate.
L’album è composto da nove brani, di cui sei
in inglese, tre in italiano e uno strumentale e, in esso, trovano spazio ospiti
di grande prestigio, quali Stef Burns alla chitarra, David Jackson al
sax e flauto, Brian Belloni alla chitarra, Sergio Ponti alla
batteria e Gigi Cavalli Cocchi alla batteria, nonché autore della
splendida cover, la quale riporta gli argomenti trattati nelle canzoni.
Interessante notare quanto sia importante e determinante lo sguardo verso il
futuro della band: già dal nuovo logo lo si può intendere e carpire.
Ottimamente prodotto da Dario Mazzoli, vede in Lanzetti il principale
compositore, affiancato mirabilmente da Pantaleoni in tre brani.
Venendo ad essi, si parte davvero in quinta
con “Her Shadow’s Torture”; dopo un intro di ampio respiro,
arriva la soave voce di Bernardo Lanzetti, protagonista indiscusso del lavoro e
leader nato. Inutile sottolineare nuovamente quanto la sua voce sia unica e
migliori con gli anni, visto che di questo ne avevamo già parlato in passato,
ma il vero miracolo resta la sua perseveranza, la dedizione, lo studio continuo
e la cura che ha del suo strumento naturale. Il ritmo cadenzato e una serie di
melodiose trovate sonore, pongono una nuova visione del progressive, ossia un
nuovo modo di intenderlo, molto al passo coi tempi.
“White Horse On Dope” coi suoi
tempi dispari farà impazzire gli amanti del nostro amato genere e farà
sobbalzare i neofiti. Potenza e poesia al servizio della musica. Notevole
l’intervento di Burns alla chitarra, già avvezzo al prog, oltre che famoso per la
sua famosa collaborazione col Vasco nazionale. Vorrei sottolineare, però, lo
stupendo tappeto sonoro improntato da Stefano Pantaleoni, sempre più elemento
cardine del gruppo.
“Moving Fragments”, delicato
pezzo di bravura che ne esalta il suo intreccio vocale, si apre poi verso un
ritmo inusuale per l’Acqua Fragile, per far capire quanta ricerca ci possa
essere in tre minuti di beltà.
“Malo Bravo” ci riporta ad
un’ambientazione più cara ai nostri, misteriosa e a tratti cupa, e utilizza la
lingua italiana con un bel risultato complessivo. In questa traccia la
teatralità cara alla band è ai massimi livelli. Altro elemento da omaggiare.
“I A – Intelligenza Artificiale”,
scritta tre anni fa quindi, in qualche modo, in anticipo netto rispetto a
quanto sia ora argomento non plus ultra del nostro quotidiano, ha le maestose e
imponenti voci di Bernardo e Rossella in primo piano. Il loro utilizzo, al
servizio del profondo testo, ne esalta la sua bellezza. “Black Drone”,
altra song che fa dell’attualità il suo leit motiv, è subito inquietante, per
poi sfociare in una sorta di spensieratezza di fondo che rende il tutto un
gioco come, appunto, lo può essere un drone.
“DD Danz”, il primo brano
interamente strumentale mai apparso in un disco dell’Acqua Fragile, è stato
composto da Pantaleoni e da solo potrebbe rappresentare un mondo intero: qui
siamo oltre i generi musicali, così come qualcuno ce li ha imposti. Badate
bene, non è in alcun modo slegato dal resto del disco, per quanto differente
per approccio, anzi ne accresce la varietà e il suo significato. Grandioso.
“Il Suono Della Voce”,
potenziale singolo che le radio dovrebbero passare repentinamente, ha atmosfera
rock vivace e trascinante, e la sua melodia arriva direttamente dagli anni
Settanta. Potente e tirato, può essere un nuovo identificativo per questi
immensi musicisti che ancora cercano (e trovano) nuove emozioni in sé stessi
per regalarcele.
“Limerence Ethereal”
chiude il cerchio senza far calare il sipario su questo incantevole e
affascinante disco, a tratti sorprendente. E lo fa con classe, in pieno mood
Acqua Fragile: intro placida, proseguo drammatico, voce infinita, svolgimento
romantico e suonato con sontuosa eleganza, ne fanno senz’altro uno dei punti
fermi dei loro prossimi concerti, che attendiamo con gioia. Cavallo di
battaglia immediato.
Per chi scrive (e ne ho scritto
tanto, insieme ai miei inseparabili amici/colleghi Athos Enrile e Angelo De
Negri) uno dei migliori gruppi di musica italiana di sempre, nonché una delle
migliori espressioni del prog mondiale. Nel tempo, attraverso il tempo,
eludendo il tempo. Abbracci diffusi.
Tracklist:
1 - “Her Shadowʼs Torture” (S. Pantaleoni/B. Lanzetti). Ospite
Gigi Cavalli Cocchi alla batteria ma anche autore della copertina e del
nuovissimo logo della band.
2 - “White
Horse On Dope” (B. Lanzetti). Ospite il chitarrista Stef Burns.
3 - “Moving Fragments” (B. Lanzetti)
4 - “Malo Bravo” (B. Lanzetti). Ospiti Brian Belloni/chitarre e
Sergio Ponti/batteria.
5 - “I A - Intelligenza Artificiale” (S. Pantaleoni/B. Lanzetti).
Ospite Davide Piombino/chitarra 7 corde.
6 - “Black Drone” (B. Lanzetti). Ospiti, Gigi Cavalli
Cocchi/batteria e David Jackson/sax e flauto.
7 - “DD Danz” (S. Pantaleoni). Strumentale.
8 - “Il Suono Della Voce” (B. Lanzetti)
9 - “Limerence
Ethereal” (B. Lanzetti). Ospite Sergio Ponti/batteria