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venerdì 6 ottobre 2023

ZHORHANN - "Ainsi Parlait Hominina"- Commento di Luca Paoli

 


ZHORHANN - Ainsi Parlait Hominina

Di Luca Paoli

 

Un ottimo disco sta risuonando tra le pareti di casa mia in questi giorni… si tratta di "Ainsi Parlait Hominina", disco di debutto della band francese ZHORHANN, un trio eclettico che si muove tra le sonorità del RIO (rock in opposition), del math rock e del progressive jazz rock.

L’album è stato pubblicato il 15 settembre 2023 per l’etichetta Luminol Records, un nome di spicco nell'ambito della musica progressiva italiana.

 

Preceduto dal progetto "La théorie des cordes," ZHORHANN emerge come un narratore musicale di grande profondità. La musica proposta dal trio cerca di trovare significato nelle note, sottolineando l'importanza delle arti nel contrastare le convenzioni. Questo approccio riflette una convinzione profonda: che le parole, per quanto ben ordinate possano essere, hanno portato l'umanità sull'orlo dell'estinzione.

 

Il nome "ZHORHANN" trae ispirazione dall'equazione di Zoran, conosciuta come “l’equazione del tutto," presente nel libro di René Barjavel intitolato "La nuit des temps." Questa scelta di nome suggerisce una connessione profonda tra la band e la ricerca della conoscenza e della verità, elementi che emergono chiaramente in "Ainsi Parlait Hominina."

Il gruppo è composto da tre musicisti di comprovata esperienza, ciascuno con un background diverso che contribuisce in modo significativo alla ricchezza dell'ensemble. E vede Vincent Blandeau al basso, Heiva Arnal alla batteria, e Mathieu Torres alle chitarre, alla composizione e leader della band.

Il progetto musicale degli ZHORHANN è strumentale e presenta molteplici influenze, che richiamano in mente artisti come Mr. Bungle, Secret Chief 3, John Zorn, Naked City, Nirvana, Tex Avery, Pantera, Steve Coleman e Tigran Hamasyan. Questa fusione di stili crea un'esperienza sonora unica e coinvolgente.

"Ainsi Parlait Hominina," si concentra in modo profondo e incisivo sui Sapiens, esplorando il loro comportamento, la loro originalità, la loro bellezza, la loro poesia, ma anche la loro organizzazione traballante. L'opera mette in luce la sete incoerente di ragione e giustizia, ma allo stesso tempo, la paradossale ricerca di privilegi. Senza risparmiare critiche nei confronti della bruttezza e della stupidità umana, questi otto brani sezionano gli esseri umani moderni alla vigilia della loro possibile estinzione.

Il titolo del disco è un chiaro omaggio a Nietzsche ed è un racconto musicale filosofico che esprime disperazione nell'osservare questa realtà, in cui l'astrazione delle regole di mercato, l'individualismo smarrito e la competizione dogmatica hanno inquinato tutti i pensieri, impedendo la critica e negando la vitalità a favore di un vuoto basato su marketing e una benevolenza superficiale.

 

“Ainsi parlait Hominina” si compone di otto tracce che mettono, sin dalla traccia d’apertura “L'homme a la tete de gelule in evidenza la qualità tecnica e compositiva del trio abile nel passare da parti più hard a parti più intime e raffinate.

Un bel connubio tra il metal, il prog ed il jazz è ottimamente espresso dalla seguente “Les filleuls ancestraux - Partie 1”.

Egoduc”, chitarra e basso sugli scudi per un viaggio che ci porta in ambienti musicali molteplici come il metal prog ed il jazz rock e toccando anche il reggae… ottimo brano che non si vorrebbe finisse mai.

Personalmente ho anche molto apprezzato la traccia conclusiva “Dieu sirote le sang”, dove batteria e basso danno lezioni di creatività e abilità nel cambiare tempi e la chitarra a dimostrare come si può cambiare pelle nello stesso brano con riff ed assoli ora duri, ora lisergici e psichedelici.

Tutti i brani meritano, non ci sono cadute di tono e la tensione rimane alta dalla prima all’ultima traccia.

Consiglio vivamente l’ascolto a chi non si accontenta di musica cosiddetta “facile” ma a chi ama esplorare territori poco battuti e ama la contaminazione fra più generi, generando così un “non genere”

 

Il missaggio è stato eseguito da Hugo Lemercier presso lo studio 'La Mercerie' di Mirepoix (09), mentre l'opera visiva è curata da Stéphanie Artaud.



TRACKLIST (cliccare sul titolo per ascoltare)

01. L'homme a la tete de gelule
02. Les filleuls ancestraux - Partie 1
03. Intro (Si si...)
04.
Le flamant rose
05. Les filleuls ancestraux - Partie 2
06. Egoduc
07. Sweet acid
08.
Dieu sirote le sang




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