Estratto dal
comunicato stampa ufficiale…
“Tarantella nel Castello Putipù” è
concept album composto da 10 tracce, alcune eseguite con strumenti della
tradizione popolare, che raccontano storie di vita di persone comuni attraverso
metafore,
citazioni e messaggi forti celati da una sottile ironia.
Il disco, già disponibile in digital download e
su tutte le piattaforme streaming, è stato prodotto da Bellavista, registrato e
arrangiato da Luca Stendardo presso lo studio “Kutukù” e il mastering è stato curato da Antonio Ruggiero presso lo studio “Absolute Mastering”.
Questa la tracklist
dell’album: “L’Italienne”,
“La vera bellezza”, “La storia di Don Mimì”, “Sei in lista? (Il tipo alternativo)”, “Il sovrano e il manuale”, “Tarantella nel Castello Putipù”, “Il pilota coi baffi”, “Pennelli su tela lunatica”, “C’è vita su Marte”, “Dalla stessa prospettiva di una stella”.
Ho posto qualche domanda a Bellavista che ha raccontato qualcosa di
se e della sua musica…
Athos: Domanda d’obbligo: come nasce musicalmente parlando Bellavista? Quale è
stata la scintilla che ha illuminato la strada da seguire?
Bellavista: Sin da bambino. Ho avuto la fortuna di avere un papà musicista e in
casa vi erano un bel pò di strumenti. L’amore è sbocciato in modo del tutto
naturale, come se nel sangue ci fosse sempre stata una particella musicale.
A: Il tuo vero nome è Enzo Fiorentino: da dove nasce lo pseudonimo
“Bellavista”?
B: Prevalentemente per
la similitudine del protagonista di “Così
parlò Bellavista” di Luciano de Crescenzo. Un film di cui rimasi folgorato:
il protagonista, il professor BELLAVISTA, è
innamorato della sua terra ma al contempo ne denuncia gli aspetti più
contraddittori. Una copia del mio
pensiero, praticamente il riflesso di me stesso.
A: Il tuo nuovo album si intitola “Tarantella nel Castello Putipù”: che
cosa contiene? Lo si può considerare un concept album?
B: L'intero disco rappresenta un vero e proprio veicolo
metaforico, dove attraverso dieci racconti di storie di persone comuni si cela
un unico messaggio di rivalsa sociale, il tutto condito da una sottile ironia
che é il mio tratto distintivo. Il titolo dell'album ne è rappresentativo, il
termine "Tarantella" prende
il significato di aggregazione, di corteo, di riunione di uomini felici, in
quanto consapevoli di possedere quella che è la vera bellezza nella semplicità
delle cose, mentre il castello vuole essere un premio, una meritata ricompensa
al popolo. Il Putipù, mi piaceva, é
uno strumento della tradizione popolare partenopea e un giusto nonsense
conclusivo per dare un pò di vivacità.
A: Come ti esibisci dal vivo? One Man
Band o lavori in squadra?
B: Dipende dai contesti, dagli spazi.
Io sono un polistrumentista, mi capita di esibirmi da solo: piano e voce o
chitarra e voce, altre volte con la band al completo.
A: In un mondo pieno di etichette, poco
eleganti ma a volte utili, come descriveresti la tua musica a chi ancora non ti
conosce?
B: Sono un cantastorie,
un menestrello, e i miei testi li affido
a melodie prevalentemente pop, che a loro volta incontrano l'elettronica, il
valzer, lo swing, il folk, il rock & roll, lo ska, il tutto sempre in via
sperimentale.
A: Quanto ti ha segnato/insegnato, come
artista, la città in cui sei nato, Napoli?
B: Sono attratto dalla bellezza, di
qualsiasi forma e genere. Ho avuto la fortuna di nascere a Napoli, dove in ogni
angolo vi è fermento artistico, una città ricca di cultura, storia e
soprattutto di tanta BELLEZZA... e tutto ciò, credo ti condizioni in qualche
modo!
A: Ho visto il video di “Pennelli su tela Lunatica”: quanto sono importanti gli
aspetti visual nella proposizione del tuo lavoro?
B: L'idea
del video in Stop-Motion è uscita dopo varie opzioni messe in gioco. Insieme al
regista Luca Esposito, ci piaceva dare un tocco di colore e movimento, tra il
reale ed il fotogramma. L'aspetto visivo gioca sempre un ruolo fondamentale...
A: Esiste un tuo punto di riferimento sicuro, un modello che
da sempre guida il tuo lavoro di musicista?
B: Si, la
sensibilità. Poi c'è anche "la verità" in ciò che faccio e dico, che
viaggia in parallelo alla prima.
A: Come pubblicizzerai l’album dal vivo? Sono state pianificate
delle date?
B:In realtà sono in tour da qualche mese, Tarantella nel castello Putipù è in giro
per lo stivale. Il primo dicembre ero ad Eboli, l'8 a Salerno aprirò il
concerto di Bunna e Zibba, 11 e 12 ritorno a Roma, sarò a Pescara, Genova,
Bologna e Reggio Emilia... date in continuo aggiornamento, che può essere
seguito sulla mia pagina facebook .
A: Quale potrebbe essere il futuro prossimo di Bellavista?
B: Metà
2017 in tour, l'altra ho già un nuovo album tra le mani e nella mente.
Biografia
Bellavista, all’anagrafe Enzo Fiorentino, è un cantautore e
polistrumentista nato a Napoli, il 24 Novembre 1978. Si avvicina alla musica sin da bambino
studiando pianoforte, chitarra e basso elettrico. Negli anni ha stabilito un
feeling naturale con qualsiasi strumento definendosi ironicamente come “un menestrello che saltella da una parte
all'altra del palco, ma soprattutto da uno strumento all'altro”. Durante la
sua carriera ha suonato in tour con l’orchestra
del Festival di Napoli, e ha collaborato con Tony Esposito e, come
musicista, con Alessio Caraturo per
il disco di platino “Ciò che desidero”,
contenente il singolo “Goldrake”. Nel
2002 riesce ad entrare nei primi otto finalisti di "Destinazione Sanremo"
con i Callisto. Successivamente si
esibisce da "one-man-band"
per far ascoltare la sua musica: cantautoriale, d’autore, Pop/Folk. Il nome
d’arte "BellaVista” è ispirato dalla filosofia e dallo stile di vita del
professor Bellavista nel film "Così
parlò Bellavista".
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