Mad
Fellaz, Mad Fellaz II. La crescita nel cambiamento
di
Max Rock Polis
I
Mad Fellaz sono una formazione piuttosto eclettica e
variegata, che calca le scene italiane da diversi anni, con
partecipazioni a vari festival, come Veruno 2017 e Progressivamente
2016. Ogni loro uscita discografica è stata fatta da una formazione
sempre diversa, restando i capisaldi fondatori come Paolo, che
abbiamo raggiunto telefonicamente per farci illustrare la loro
attività.
Mad
Fellaz, definirvi Progressive è riduttivo. Come possiamo chiamare il
vostro stile?
"Variegato,
si può ricondurre al Prog ma facciamo di tutto e anche di più. Alla
fine è anche Prog ma non vogliamo finire nei cliché del Prog
solamente, vogliamo andare oltre. Non vogliamo essere l'imitazione di
qualche gruppo storico".
Si
sente dalle vostre composizioni, dal secondo CD “Mad
Fellaz II” del 2016. Il primo quando?
"Il
primo [“Mad Fellaz”, ndr] è del novembre 2013, con una
formazione che era diversa dal secondo e dall'attuale. Speriamo che
non cambi più!"
Ma
l'origine del nome Mad Fellaz qual'è?
"La
scelta cadde sul nostro bassista, gli è venuto in mente il film “The
good fellows”, “bravi ragazzi” e ha voluto usare questo
nome che è anche ambiguo. Sarebbe “i ragazzi pazzi”, ma ha altri
significati di cui non possiamo parlare adesso… [ride, ndr]”
La
vostra musica è eclettica, l'abbiamo sentito. Ci sono brani anche
lunghi, da 14 minuti, da 11. Siete inclini alle composizioni lunghe.
“Hai
toccato un punto importante, perché nelle nuove abbiamo la tendenza
a comporre brani lunghi ma ora abbiamo idee diverse, le raggruppare
in brani più corti, che sono molto meno dispendiosi dal vivo. È
difficile per il pubblico mantenere la concentrazione con brani molto
complessi. Però è anche il nostro punto di forza, brani complessi,
arrangiamenti belli pieni. Ci sono Rock sperimentale, Jazz, Fusion
anche contaminazioni africane: c'è di tutto.”
Nel
vostro primo ci sono pezzi anche più lunghi, ma ci sono brani
cantati. Adesso avete un nuovo cantante.
“Sì,
il cantante nuovo per chi non lo sapesse risulterà molto diverso,
nel terzo album la voce è completamente diversa. La voce di Anna è
molto fiabesca, ora ci sarà un James Bronw con noi, un ragazzo di
colore con una voce incredibile che sfrutteremo.”
“Sarà
lunga... Io sono Paolo Busatto alla chitarra, mio fratello
Marco Busatto alla batteria, Carlo Passuello al basso,
Rudy Zilio ai fiati, synth, tastiere, Enrico
Brunelli alle tastiere, Lorenzo Todesco alle percussioni,
i due nuovi Ruggero Burigo alla chitarra e Luca Brighi
alla voce.”
Ma
cosa è un sintetizzatore a fiato, come sta scritto sul vostro
Facebook?
“Ah,
l'Hewi. Si suona soffiandoci dentro, ma ora Rudy non lo utilizza
più.”
Avete
attività live adesso?
“Siamo
reduci dal Veruno prog festival, è andato molto bene e ora abbiamo
una bella serie di date in Veneto e probabilmente verremo a Roma. Non
è sicuro ma probabile.”
Mettiamo
nel cassetto la speranza! Siete in fase compositiva tranquilla?
“I
due nuovi elementi son arrivati da poco, il primo live assieme
l'abbiamo fatto a luglio, di recente. Ci vuole tempo perché si
inseriscano e capiscano il progetto e sfruttino le loro potenzialità.
Meglio andare più piano che poi tornare indietro, abbiamo parecchio
materiale per il nuovo album, lavoreremo con calma.”
Non
è facile amalgamare i suoni di sette persone, sette teste pensanti.
“È
un processo abbastanza lungo, i brani li lasciamo riposare per un po'
e poi ci rimettiamo le mano finché non siamo contenti al cento per
cento.”
Ricordiamo
i vostri riferimenti.
“Il
Facebook come “madfellaz”, poi il nostro sito dove potete
acquistare tutti i nostri prodotti: CD, doppio vinile e c'è
parecchia promozione per chi acquista più di una cosa assieme.”
Siete
riusciti a fare un doppio LP nonostante i pezzi lunghi?
“Sì
abbiamo inserito tutti i brani più uno in versione live alla Casa di
Alex a Milano, più un inedito, con inserti all'interno.”
Sarò
curioso di sentire come sta la nuova voce nei nuovi pezzi.
“Alla
grande! Poi ho un'anticipazione per voi: nel prossimo album ci
saranno molti elementi, una sezione orchestrale vera, non
campionamenti, con la prospettiva di riprodurre tutto live in
situazioni ad hoc. Sarà molto impegnativo, è tutto auto prodotto ma
lo faremo. Noi ci crediamo molto!”
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