Compie gli anni oggi, 15 aprile, David
Jackson, sassofonista, flautista, compositore...
L-R:
David Jackson, Nic Potter, Hugh Banton, Guy Evans (up front), Peter
Di "Jaxon" sappiamo tutto,
della sua grande bravura, di essere stato colonna portante nei Van Der Graaf
Generator, di aver collaborato e suonato con grandi artisti. Di essere stato
"adottato" da molti gruppi e musicisti italiani, tra i quali
"Osanna", "Alex Carpani Band ", "Aldo
Tagliapietra", "Beggar's Farm", "Oak"..
Ma pochi sanno della sua grande
umanità e del "lavoro" che svolge con il suo Tonewall, un metodo
interattivo, per far suonare musica a persone con forti "handicap".
Una grande opportunità che dà a
giovani e adulti con difficoltà di apprendere, per sperimentare la gioia di
suonare insieme.
Usciva il
15 aprile 1975 "Banco", pubblicato dalla Manticore, casa discografica di E.L.&P.
L'etichetta
inglese, d'accordo con la band, decide di registrare nuove versioni di alcuni
brani, con i testi tradotti da Marva Jan
Marrow, per lanciarli sul mercato internazionale.
L'album
contiene due inediti, "Chorale (From
Traccia Theme's)" - che riprende in maniera sinfonica alcune note di Traccia II, arricchita da suntuose
oscillazioni del moog - e “L'albero del Pane”, scritta per il
"mai" realizzato musical su San Francesco, che fa rivivere un antico
canto gregoriano, una maestosa melodia vocale, impreziosita da giochi
tastieristici e dal basso di Renato D'Angelo.....
I brani
sono stati registrati in quattro studi differenti, Advision, Air, Scorpion a
Londra, e Chantalian di Roma
Per i ricercatori
di chicche, la Manticore in quel periodo distribuì alla stampa, un cofanetto
promozionale contenente: Banco del Mutuo
Soccorso, Darwin!, Io sono nato libero, e il test pressing
di Banco (IV). Il test-pressing
presenta label e copertina bianca, ed è arricchito da fogli di presentazione in
lingua inglese, due foto in bianco e nero del gruppo, e cartoncini con
crediti... buona caccia!
Wazza
Come nacque la copertina…
Arrivarono
da me i componenti di questo nuovo gruppo che Sandro Colombini produceva per la
Ricordi. Romani, di grande simpatia, avevano nei fratelli Nocenzi la forza
musicale, mentre in Francesco Di Giacomo la voce e l’immagine; in effetti la forza di questo gruppo si contrapponeva
alla PFM proprio in questi due aspetti, mentre nel Banco c’era una figura
carismatica, nella Premiata no. Feci una grande quantità di foto, ma alla fine della giornata
non ero contento, avevo del materiale banale senza nerbo. La sera dopo cena
decisi di andare con Vanda al cinema sotto casa, non ricordo che pellicola ci
fosse, ero distratto e sottosopra nei miei pensieri, cercavo una soluzione un
qualche cosa che mi soddisfacesse. Poi non so cosa successe, ma prima che
terminasse la proiezioni convinsi mia moglie che dovevamo andare. Salimmo in
studio, era già passata la mezzanotte, telefonai alla pensione dove erano
alloggiati i componenti del Banco, alcuni stavano già dormendo, mi feci passare
Francesco e gli dissi di prepararsi perché sarei passato a prenderlo e
nonostante l’ora e la proposta, non ci fu
titubanza da parte sua. Fortunatamente Vanda si era fatta imprestare la mattina
prima la macchina, una NSU Prinz dalla sorella. Arrivammo in corso Buenos Aires
alla pensione Colombo che già Francesco era sul portone ad aspettarci. Allora
il suo volume era considerevole e la macchina era una super utilitaria, farlo
salire fu un’impresa, poi per non farci mancare nulla incominciò a nevicare rendendo le
strade sdrucciolevoli. Una volta in studio posizionai una colonnina al centro dell’inquadratura ci misi sopra lo
stivaletto che avevo comprato anni prima a Londra, era il famoso modello usato
dai Beatles, poi chiesi con un certo imbarazzo a Francesco di spogliarsi nudo,
sorprendendomi non fece una piega, gli detti un martello gli infilai in testa
un cappello e gli cacciai sul naso i miei occhiali, il resto lo fece lui. Era
straordinario un grande attore non a caso Federico Fellini lo volle in
"Roma" e "Prova d’orchestra". Terminammo all’alba con Milano sommersa nella
neve. Ero veramente soddisfatto. Quelle foto divennero il poster del gruppo e
furono usate per la loro prima copertina, il salvadanaio e per la copertina
inglese.
Il terzo
album dei Gentle Giant è stato il loro primo concept album:
"L'idea
di questo album è nata semplicemente da normali conversazioni all'interno del
gruppo. Sapete come le persone spesso ricordano i vecchi compagni di scuola e
si chiedono cosa ne sia stato di loro, e magari ci sorprendono con i loro
successi o fallimenti. Ad ogni modo, il tema di questo album è basato su tre
persone: amici a scuola ma inevitabilmente separati dal caso, dall'abilità e
dal destino.” (G.G.)
I tre
compagni di scuola crescono seguendo percorsi differenti e diventano e alla
fine non riescono più a capire gli stili di vita l'uno dell'altro: un operaio
che lavora tutto il giorno (Working All Day), un artista (Peel The
Paint) e un manager (Mister Class and Quality?).
John Wheaters 1972
Pare che i G.G.
non fosse troppo entusiastI della riuscita dell’album, e per questo motivo fu
eseguito poco dal vivo. Ma i seguaci della band non sono molto d’accordo!
Album solido,
a regola d'arte se pensiamo agli stilemi del prog, con elementi tipici dei
Gentle Giant che soddisferanno i fan e incuriosirà l'ascoltatore occasionale.
Tracce
Testi e musiche di Derek Shulman,
Phil Shulman, Ray Shulman e Kerry Minnear.
Compie gli anni oggi, 14
aprile, Sonja Kristina, musicista, cantautrice,
attrice.
Conosciuta nel mondo
prog per essere stata la voce dei "Curved Air".
A 13 anni già al
lavoro nel cast del musical "Hair".
Quando Sandy Denny
abbandonò gli Strawbs, Dave Cousins la chiamò, ma lei al momento era
interessata al teatro e declinò l’invito, per poi passare ai Curved Air dal
1969 al 1976.
Dopo qualche concerto negli anni '90, la band nel 2008 si è
riformata.
In Italia tra le varie
collaborazioni, ricordiamo quella con gli Oak di Jerry Cutillo e Sophia
Baccini's Aradia.
Happy Birtday Sonja
Wazza
Come
siamo involuti musicalmente! In Italia ce stato un tempo in cui anche ai Curved
Air si dedicava la copertina!
Anticipato dal riuscito singoloPoesia
facile(testo di Dino Campana), è uscito per La Stanza
Nascosta Records“La grazia invincibile” di Schena.
La grazia invincibile è quella della natura,
quella della connessione tra poesia e natura, ma anche quella di un lavoro che
di una grazia invincibile sembra essere pervaso nelle melodie, negli
arrangiamenti e nella performance interpretativa.
Il paragone (lusinghiero) che ci viene in
mente, all’ascolto dell’album, è quello con Mille Baci di
Patrizia Cirulli, artefice di un “capo-lavoro” nel senso etimologico del
termine (la definizione è del critico musicale Andrea Podestà),al quale fu attribuito il primo Lunezia 2016, che proprio in
quell’occasione istituì la sezione “Musicare i poeti”.
Musicare i poeti è quello che ha fatto
anche Schena, con l’eccelsa produzione di William Duarte,
realizzando una sapiente fusione fra la musicalità e
la purezza proprie dei versi di Ernesto Ragazzoni, Antonia Pozzi
e Dino Campanacon lapoeticità intrinseca
all’arte musicale. Senza vincolo di genere musicale e in maniera fedele
alla diversa personalità dei tre poeti, con rispetto e un
debito di amore per le parole di Ernesto, Dino e Antonia (così si legge
nella nota stampa), i brani si succedono in una alternanza di conflitto
e pacificazione, raccontando paesaggi potenti e la ricerca inesausta di
un contatto più autentico con la realtà.
Particolarmente suggestiva- a tratti
sorprendente- “Amore senza ritorno” (testo di Dino Campana),
impreziosita dal cantato di Margherita Valtorta, un’effusione di grazia.
Nessuna sbavatura per un disco prezioso,
costellato di episodi felici. Altra menzione d’onore va a al combat folk di
“Parole contro le parole” (testo di Ernesto Ragazzoni).
La Terra, regolata
biologicamente dai cicli naturali, è perfetta anche “senza soccorso di
poeti e sofi”. L’interrogativo finale è puntuto e attualissimo:Se
facessimo un poco come loro: chiacchiere niente, e alquanto più lavoro?
Nell’aprile del 1972 i Genesis erano nel pieno del loro tour italiano.
L’11 facevano tappa al Palazzetto
dello Sport di Pesaro, con la Premiata Forneria Marconi e gli Odissea come
“gruppi spalla”.
Grazie al Resto del Carlino - e
soprattutto alle splendide foto di Fabrizio Bori - si possono rivivere quei
“fantastici anni”!
Altri doverosi ringraziamenti vanno a
Stefano Tucciarelli e al Genesis Museum. Il primo (anche se in maniera
fortuita) è arrivato a scovare Fabrizio Bori fino in Brasile per poi comprare
dal fotografo i diritti di tutti gli scatti, immagini che poi lui ha passato gratuitamente
al famoso sito GENESIS MUSEUM (su ogni foto in basso a sinistra si vede il
logo). Adam di Genesis Museum, con una dovizia certosina, si è messo a ripulire
ogni singolo graffio e imperfezione di ogni singola foto, ridando splendore a
degli scatti che comunque di base erano già di ottima qualità.
Di tutto un Pop…
Wazza
Sul Resto del Carlino il ricordo e le
foto di uno storico concerto tenutosi l'11 aprile 1972