La diramazione del web magazine MAT2020, per una nuova informazione musicale quotidiana
mercoledì 27 agosto 2025
Ciao 2001 del 27 agosto 1972-Il video "Documentario: La Storia del Progressive Italiano"
martedì 26 agosto 2025
PFM: accadeva il 26 agosto 1973
lunedì 25 agosto 2025
Geoff Downes: una vita tra synth, rock progressive e successi indimenticabili
Oggi, 25 agosto, si ricorda il compleanno di uno dei
tastieristi più influenti del rock, Geoff Downes.
Nato a Stockport, in Inghilterra, nel 1952, Downes ha segnato
la storia della musica con il suo stile distintivo e la sua abilità nel fondere
generi diversi, dal pop al progressive rock.
La sua carriera è un viaggio attraverso alcune delle band più
iconiche della storia della musica. L'inizio della sua notorietà arriva con i The
Buggles, il duo new wave formato con Trevor Horn. Il loro singolo "Video Killed the Radio Star" non è solo un successo mondiale, ma anche la
prima canzone mai trasmessa da MTV nel 1981, un momento epocale che ha cambiato
per sempre il modo di fruire la musica.
Dopo l'esperienza con i Buggles, Downes entra a far parte per
un breve ma significativo periodo dei leggendari Yes. Contribuisce
all'album "Drama" del 1980, portando un tocco di modernità nel
sound del gruppo.
Ma è con gli Asia che Geoff Downes raggiunge l'apice
della sua fama. Formato nel 1981 come supergruppo con membri di Yes, King
Crimson e Emerson, Lake & Palmer, gli Asia uniscono il virtuosismo del
progressive rock con la melodia dell'arena rock, creando un sound di grande
impatto. Il loro album di debutto omonimo del 1982 è un successo
planetario, spinto da hit come "Heat of the Moment". Downes è
stato un pilastro della band per decenni, contribuendo in modo fondamentale
alla composizione e all'arrangiamento dei brani.
Parallelamente ai progetti con le band principali, Downes ha
sempre mantenuto una prolifica attività solista e in altri progetti. Ha
collaborato con artisti del calibro di John Wetton, con cui ha formato il duo Icon,
e più recentemente con il cantante Chris Braide nei Downes Braide
Association (DBA), un progetto che riprende le sonorità dei Buggles con un
approccio moderno e progressivo.
Ancora oggi, Geoff Downes continua a essere una forza creativa instancabile. Il suo compleanno è l'occasione perfetta per ripercorrere una carriera straordinaria e apprezzare il contributo che ha dato al panorama musicale globale.
domenica 24 agosto 2025
I Van der Graaf Generator nell'estate del 1972...
sabato 23 agosto 2025
Ricordando Giulio Capiozzo
Sempre giusto e doveroso ricordare certi uomini/musicisti...
Lo si può ascoltare:
Con gli Area
Con gli Area II
Collaborazioni
venerdì 22 agosto 2025
22 agosto 1972 – GENESIS live in Genova – Teatro Alcione: il racconto di Angelo De Negri
Poter parlare con cognizione di causa di avvenimenti avvenuti nei lustri precedenti la memoria ha una grande valenza che merita di essere trasferita per sempre sulla “carta”.
Oggi Angelo De Negri … sogna con
coscienza … e noi con lui…
22 agosto
1972 – GENESIS live in Genova – Teatro Alcione
Peter Gabriel quel giorno cantava “Seven
Stones”, ti rendi conto? I Genesis l’avranno suonata sì e no venti volte dal
vivo nella loro quarantennale storia e quella sera la suonarono a Genova.
Io me ne stavo tranquillo a Mornese,
ignaro di tutto, affascinato da mio cugino Gianpaolo che parlava delle
Olimpiadi di Monaco di Baviera che sarebbero cominciate dopo pochi giorni.
E finalmente capivo perché in
quell’estate nel Poggio lo stesso mio cugino ed i suoi amici “più grandi”
organizzavano gare di atletica leggera.
C’era un prato bellissimo che misurava
esattamente cento metri, avevano scavato la fossa poi riempita di sabbia per il
salto in lungo, c’era un bastone appuntito che chiamavano misteriosamente
giavellotto e lo zio di Marco cercava senza successo una delle sue bocce che a
sua insaputa era diventata il peso per le gare di lancio.
Mi facevano partecipare attivamente. Il
mio compito era di portare una pietra enorme in fondo a via Borgo Alto, limite
estremo della temibile gara dei
Tutto questo mentre Gabriel si preparava
a salire sul palco dell’Alcione a Genova.
I dischi che ascoltavo più assiduamente
erano quelli abbinati alle Fiabe Sonore della Fabbri. Avevo un mangiadischi
bianco, degno sostituto di quello arancione, caduto eroicamente sotto i miei
pugni quando qualche disco “saltava”.
Semplice tecnologia in grado di
scatenare energia e magia, grazie anche ad illustrazioni bellissime dei
fascicoli. Erano le copertine ad affascinarmi, quadri che mi dicevano “vieni a
conoscere la nostra storia”. Fantasticavo.
Adoravo il Pifferaio Magico (The Pied
Piper in inglese, non dimenticarlo), L’usignolo (The Lark), Pinocchio (quando
disubbidiva al grillo parlante), le fiabe orientali.
Non dimenticherò mai quella volta che
mia mamma suonò alla porta per farmi trovare il numero sei di Pinocchio, che
avevamo visto assieme in edicola qualche giorno prima e si nascose sulle scale
che vanno al terrazzo.
Mia madre si era oramai arresa anche al
fatto che infilavo nel mangiadischi anche la sua collezione di quarantacinque
giri di importazione inglese.
Anche lei non era una che seguiva le
mode di massa nella musica, aveva i suoi gusti ben precisi negli anni 50-60;
vide per caso i Beatles scendere dal treno a Principe per suonare al palasport
di Genova il 26 giugno del 1965. Non comprò mai un loro disco ma quella data la
infilò con precisione nel mio DNA.
Siccome il “buco” al centro del disco
non era compatibile con il mio mangiadischi, me li faceva ascoltare con il suo
giradischi. Braccetto con puntina, leva di selezione delle velocità (16, 33, 45
e 78 giri), manopola del volume e manopola dei toni. Magia da guardare,
ascoltare e non toccare.
E io fino a quel tempo non toccavo.
Ascoltavo “Train to nowhere” dei The
Champs, “Muleskinner Blues” dei The Fendermen, brani di Louis Armstrong e Duke
Ellington, ma alla fine preferivo le mie fiabe.
E così immagazzinavo inconsapevolmente
dati, sotto forma di sensazioni, perché sono queste quelle che ti fanno venire
i brividi sulle braccia e poi lungo la schiena.
Oggi Peter Gabriel non è più nei
Genesis, sul campo dei cento metri hanno costruito tre villette e il teatro Alcione
di Genova ospita spettacoli di spogliarelliste e proiezioni di film hard.
Io mi prendo il vinile di “Nursery Cryme” dei Genesis, poso la puntina sul disco e me lo ascolto tutto, brano dopo brano, cominciando ovviamente da “The Musical Box” e quando il lato B inizia con le note di “Seven Stones” penso a quel giorno di fine agosto e mi chiedo se fossero già venuti i temporali a rinfrescare l’aria di quell’estate genovese.
Le Orme: 22 agosto 1973
Di tutto un Pop!
Nasceva il 22 agosto del '47 Francesco Di Giacomo
giovedì 21 agosto 2025
I Genesis ad Albenga il 21 agosto del 1972
Foto di Sandro Righetti
Ricordando Francesco Di Giacomo
Francesco Di Giacomo, voce del Banco del Mutuo Soccorso-Olio su tela
foto di Antonio Mottola
“Un uomo non muore mai se c’è
qualcuno che lo ricorda.”
(Ugo Foscolo)
21 agosto
Ci sarai sempre. Buon viaggio
Capitano!
Wazza
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Lui, dinoccolato, fermo nelle immagini in bianco e nero, con una salopette ed una barba folta. Lui, voce lirica, che rinnega l'estetica esteriore, ma è tremendamente bello dentro. Nell'essere intellettuale acuto, nel disegnare con la voce traiettorie improbabili, dove storie di importanza sociale e di amore si intersecano come una tela piena di colori. "Un'idea che non puoi fermare", uno slogan postumo dei reduci del Rock, degli ultimi Mohicani di un fiume carsico che scorre, silenzioso, ma dirompente nella sua interiorità. Febbraio è il mese della pausa, tra Carnevale, Ceneri e ripartenze, è il mese dell'oblìo, dell'esaltazione e del castigo, ma la musica è dietro l'angolo dell'immaginario collettivo. 25 febbraio 2012, data da segnare con evidenziatore sull'agenda della storia musicale reggina. Banco del Mutuo Soccorso e Orme, la storia del Rock Progressivo italiano, segnato dagli stilemi degli arrangiamenti di Vittorio Nocenzi, dalla voce e dai testi classici di Francesco Di Giacomo, ma anche dalla dirompenza veneziana, tra rock e melodia di Michi Dei Rossi delle Orme. È immagine indelebile, il Teatro Cilea a Reggio Calabria che apre le porte al Rock, con ogni ordine di posto pieno di gente, con madri, padri, figli e nipoti, uniti dal sottile suono evocativo della musica e delle canzoni. Dinoccolato, tra i grandi suoni della band, tra le luci, tra gli applausi, entra sul palco, con la grazia dell'Essere Artista, tra le luci entra Lui, la sua voce è come una dolce lama tagliente "Prima o poi un pensiero arriverà a portarmi via, come un angelo nero mi confesserà che il cielo un sasso. Siamo stati e saremo parole e gesti nel battito del cuore. Ma il giorno come vero quello non arriva mai, ma arriverà, arriverà come una foglia, che non cade giù, ma che non si pente, ma va più in su e buca il cielo, ogni storia è a sé, Dio che ne sa se Dio credesse in me, se Dio credesse in me..." L'importanza delle parole, l'amanuense ghirigoro sui fogli bianchi. La Musica è l'estensione dell'Anima attraverso i suoni e le parole. Il tempo sembra fermarsi, tra i Festival dei Controtendenza degli anni Settanta, il Rock che rompe gli schemi del bel canto, il rinnovarsi di una "New Generation" che sogna "Love and Peace", ma poi sembra fermarsi su sogni acidi, ricordando decenni dopo, che ogni adrenalina è nel nostro cervello, nella nostra interiorità. Le canzoni, le parole, le copertine dei dischi, un brand "Banco del Mutuo Soccorso", tra storie di evoluzione in "Darwin" o spezzoni di "Messeri", di romanticismo epico, di strumentazioni da "Garofano Rosso" colonna originale di un film, di prime timide storie di diverse identità sessuali, tenere e dolci in "Paolo Pa". Tra periferie e giardini romani, tra sogni metaforici di "Moby Dick", tra viaggi "on the road" sulle strade dell'America Latina, tra prigioni e innocenti condannati da un’idea. È la grandezza dei suoni e delle parole. il Banco del Mutuo Soccorso, che negli anni Settanta viaggia oltre il tempo, con il Rock Progressivo che contamina gli stili in Italia, ma si distingue da gruppi come Orme e PFM per la personalità di Francesco Di Giacomo e per le musiche classiche e gli arrangiamenti di Vittorio Nocenzi. Il viaggio nel tempo reale è una variabile impazzita, che si schianta in una sera di febbraio, fermando la voce di Francesco Di Giacomo, l'acuta intelligenza, l'umiltà dei Grandi. 21 febbraio 2014. Un forte impatto scuote l'anima e il cuore dei reduci del Rock, degli ultimi Mohicani delle emozioni, di generazioni cresciute nell'interiorità e negli scontri fisici ed ideali tra destra e sinistra, tra figurine Panini e fumetti del "Male". Tempi dispersi, mai fermi, ma sempre scorrevoli come fiumi carsici. Perchè il Rock,la Musica, l'Arte, sono fiumi carsici, che implodono.
Fermo immagine al Teatro Cilea datato
25 febbraio 2012, senza nostalgie, ma con la consapevolezza di avere
distribuito emozioni, con la musica e le parole, perché "Ci sono tante
Rock band, ma un solo Banco del Mutuo Soccorso..." e Francesco Di Giacomo,
un anno dopo il suo viaggio verso il cielo, sorride beffardo, sul palco del
Cilea. Mani sui fianchi, cappello e salopette, è proprio vero l'emozione,
"è un'idea che non puoi fermare". E non ci fermiamo sulle strade del
Rock, noi reduci degli anni Settanta, disperse masse silenziose, fiumi carsici
e promotori di interiorità nascoste. Slow Motion su una figura di un uomo sul
palco con cappellino, salopette, lunga barba, sguardo tagliente e voce che si
alza verso il cielo. R.I.P. Francesco!!!