La Coscienza di Zeno-Live a La Claque
24 Febbraio 2018
Di Andrea Zappaterra
Mi incuriosiva ascoltare dal vivo La Coscienza di Zeno,
sia perché conoscendo lavori pregressi dei singoli componente ero rimasto piacevolmente
sorpreso, sia perché il caso mi aveva sempre fatto, solo, sfiorare la
partecipazione ad un loro concerto.
E l’occasione è arrivata il 24 febbraio scorso, con una serata
fantastica in cui i CDZ, festeggiando il proprio decennale, si esibivano insieme agli
UTO
(Universal Totem Orchestra) sul palco de La Claque, a
Genova.
E le mie aspettative non sono
andate deluse, anzi, la performance ha aumentato il mio desiderio di conoscenza
della band.
Iniziano gli UTO con alcuni brani Jazz/Rock veramente straordinari, in
cui la voce della cantante Ana Torres
Fraile dialoga con la chitarra di Daniele
Valle, con sonorità riecheggianti i favolosi Area e i Soft Machine, e con virtuosismi al pari dei sopracitati
gruppi.
Alle 23.00 circa comincia la tanto
attesa performance, con un palco mirabilmente illuminato dai tecnici de La Claque, uno dei pochi locali dove è
ancora possibile ascoltare musica pregevole.
Entrano un pò in sordina e si
comincia. Le note del pianoforte di Luca Scherani aprono il concerto,
quasi inaspettatamente, con l’assolo di piano de “La Città di Dite”, e il palco si illumina di luce e colori mentre
fa il suo ingresso Alessio Calandriello, voce del gruppo, che con la sua
esuberante personalità intona i primi versi.
E’ incredibile come i brani di
questi musicisti sembrino fuoriuscire dalla tua mente come se li avessi
concepiti tu stesso: ogni controtempo e ogni accordo sono in sintonia con la concezione
musicale, cosa che solo i grandi musicisti sanno fare. Per un attimo mi viene
in mente quel filosofo che sosteneva che il sapere (evidentemente anche quello
musicale) è dentro di noi, congenito ed inconscio, ed il compito
dell’insegnante - o del musicista in questo caso - è quello di portarlo allo
stato di coscienza.
Si susseguono vari brani, dai
conosciuti “Acustica Felina”, “Giovane Figlia “ e “Il Giro
del Cappio” sino ad alcuni brani inediti, contenuti nel prossimo disco
che uscirà a breve.
Rimango ancora una volta sbalordito
dalle note e dagli accordi che poco hanno da invidiare ai grandi classici del
passato, sensibilità e classe da vendere. Il ritmo ben cadenziato gestito da Andrea Orlando e Gabriele
Guidi Colombi non perde un colpo, mentre la voce di Alessio,
graffiante e modulata, si accompagna con la chitarra del nuovo elemento Gianluca
Origone, mentre le tastiere e i sintetizzatori del grande Luca
Scherani danno il tocco poetico al tutto.
Il tempo trascorre veloce, in un
crescendo esaltante di piacevole sonorità, ed il pubblico li acclama
giustamente.
C’è anche Stefano Agnini tra il
pubblico, autore di numerosi testi e brani del gruppo, sicuramente uno dei
migliori arrangiatori (mi si passi il termine anche se lui è molto di più) del
panorama prog genovese.
Infine le foto di rito e la consapevolezza
di aver assistito all’ottima performance di un gruppo che gode di ottima
creatività, in un mondo dove diventa sempre più raro trovarla.
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