www.mat2020.com

www.mat2020.com
Cliccare sull’immagine per accedere a MAT2020

domenica 13 luglio 2025

LIVE AID IL JUKE-BOX GLOBALE COMPIE 40 ANNI, di Angelo De Negri e Aldo Pedron -Commento di Andrea Pintelli


LIVE AID

IL JUKE-BOX GLOBALE COMPIE 40 ANNI
di Angelo De Negri e Aldo Pedron
 

Commento di Andrea Pintelli

 

Live Aid, ossia la storica e (per forza di cose) irripetibile manifestazione musicale tenutasi il 13 luglio 1985, in contemporanea a Londra e Philadelphia, atta a raccogliere fondi per alleviare la carestia che colpì l’Etiopia nel 1984, la definirono “la Woodstock degli anni Ottanta”, per portata e per la quantità/qualità dei musicisti che aderirono. Ma, si sa, i due festival restano due mondi lontanissimi e si tratta una dichiarazione di comodo partorita da una sbrigativa Joan Baez. Resta il fatto che, oggettivamente ma con modalità differenti, entrambi fecero la storia. Concetto spiegato bene da Ezio Guaitamacchi nella sua prefazione al libro “Live Aid – il juke-box globale compie 40 anni” che, a distanza di quasi mezzo secolo, gli stimati Aldo Pedron e Angelo De Negri (il primo tra i principali giornalisti musicali italiani di sempre, il secondo tra i fondatori di MusicArtTeam e quindi MAT2020, nonché mio amatissimo collega) hanno realizzato.

Pubblicato lo scorso maggio dalla Arcana Edizioni, questo volume ha diversi pregi: contestualizzare l’evento ponendolo al centro della musica di quegli anni (MTV compresa), raccontare l’epopea degli altri grandi festival, descrivere come si arrivò al Live Aid partendo dalla visione illuminata di Bob Geldof, gli sforzi immani per organizzare una diretta radio e tv mondiale grazie al contributo di promoter capaci e potenti, la consecutio estremamente ricca e precisa delle esecuzioni (alcune incredibili, altre discutibili, per fortuna poche disastrose), portare le testimonianze e i commenti di vari addetti ai lavori (e di Geldof stesso) in un succulento proliferare di aneddoti, parlare delle pubblicazioni legate al Live Aid, dare voce agli artisti spiegandoci cosa stanno facendo nel 2025 (quelli ancora vivi…). Insomma, i due autori, a cui vanno i miei complimenti, hanno dipinto magistralmente un quadro fatto di 550 pagine che più completo non si può di quella meravigliosa giornata.


Personalmente seguii parte della diretta, e gli artisti che all’epoca mi fecero strabuzzare gli occhi e le orecchie furono i Queen (loro il miglior live act, indiscutibilmente), gli U2, i Dire Straits e i Black Sabbath. Dopo anni passati a collezionare materiale di questo avvenimento, compreso il quadruplo DVD recensito nel libro, ho aggiunto anche i Pretenders, Tom Petty & the Heartbreakers e George Thorogood & the Destroyers.

Nel 2005, vent’anni dopo, ci fu il Live 8, spalmato anch’esso su diverse città, ma non fu la stessa cosa, nemmeno lontanamente, seppure, fra i diversi spettacoli, fu portata in scena l’ultima esibizione dei Pink Floyd, per l’occasione riunitisi a Roger Waters.

Curiosità: Dave Gilmour fu il chitarrista della band di Bryan Ferry, durante il Live Aid originale.

Abbracci diffusi. 

 





Live Aid: accadeva il 13 luglio del 1985


Il 13 luglio del 1985 andava in scena il Live Aid, concerto di beneficenza che si tenne allo stadio Wembley di Londra e allo stadio John F. Kennedy di Filadelfia. L'evento fu organizzato da Bob Geldof e Midge Ure per raccogliere fondi per la lotta alla carestia in Etiopia.

Il concerto di Londra ha visto esibirsi artisti come Queen, David Bowie, U2, Paul McCartney, Elton John e Bob Dylan. Il concerto di Filadelfia ha visto esibirsi artisti come Madonna, Mick Jagger, Bruce Springsteen, Tina Turner e Phil Collins.

Live Aid è stato un successo senza precedenti. L'evento è stato trasmesso in diretta in tutto il mondo e ha raccolto oltre 150 milioni di dollari. Il concerto ha aiutato a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla carestia in Etiopia e ha contribuito a salvare milioni di vite, diventando una delle manifestazioni più importanti della storia della musica rock, dimostrando il potere della musica per unire le persone e per fare del bene.

LIVE AID FULL SHOW


Partecipanti

In ordine di apparizione, i tempi sono in British Summer Time e sono indicativi dell'inizio della performance.

Legenda: W - Stadio di Wembley (Londra), JFK - Stadio JFK (Filadelfia) 

Status Quo (W 12:00)

Style Council (W 12:20)

Boomtown Rats (W 12:44)

Adam Ant (W 13:00)

INXS (esibizione tenuta a Melbourne, 13:05)

Ultravox (W 13:20)

Loudness (esibizione registrata in Giappone, 13:35)

Spandau Ballet (W 13:45)

Bernard Watson (JFK 13:50)

Joan Baez (presentata da Jack Nicholson, JFK 14:00)

Elvis Costello (W 14:05)

The Hooters (JFK 14:10)

Opus (esibizione tenuta in Austria,14:10)

Nik Kershaw (W 14:20)

The Four Tops (JFK 14:30)

B.B. King (esibizione a L'Aia, 14:40)

Billy Ocean (JFK 14:45)

Sade (W 14:50)

Black Sabbath (JFK 14:55) -Children of the Grave,Iron Man ,Paranoid

Yu Rock Mission (esibizione tenuta a Belgrado, 15:10)

Run-DMC (JFK 15:10)

Sting (con Branford Marsalis, W 15:20) -Driven to Tears,Roxanne,Message in a Bottle,Every Breath You Take

Phil Collins

Rick Springfield (JFK 15:30)

REO Speedwagon (JFK 15:50)

Howard Jones (W 15:50)

Autograph (esibizione tenuta a Mosca,15:55)

Bryan Ferry (con David Gilmour dei Pink Floyd alla chitarra, W 16:10)

Crosby, Stills and Nash (JFK 16:15)

Udo Lindenberg (esibizione tenuta a Colonia, 16:30)

Judas Priest (JFK 16:30) -You've Got Another Thing Comin', The Green Manalishi, Living After Midnight

Paul Young (W 16:40)

Alison Moyet

Bryan Adams (JFK 17:00)

U2 (W 17:20) - Sunday Bloody Sunday,Bad (U2)

The Beach Boys (JFK 17:40) - Surfin' USA, Good Vibrations, Wouldn't it be Nice

Dire Straits (W 18:00)

George Thorogood and the Destroyers / Bo Diddley / Albert Collins (JFK 18:25)

Queen (introdotti dai comici Mel Smith e Griff Rhys Jones) (W 18:40) -Bohemian Rhapsody,Radio Ga Ga, Hammer to Fall ,Crazy Little Thing Called Love,We Will Rock You,We are the Champions

Simple Minds (JFK 19:05)

David Bowie (con Thomas Dolby alle tastiere) (W 19:20) -Modern Love,Rebel,Rebel,"Heroes"

The Pretenders (JFK 19:40)

The Who (W 20:00)

Santana (JFK 20:20)

Pat Metheny

Elton John (W 20:50) - Bennie and the Jets, I'm Still Standing, Rocket Man

Elton John (con Kiki Dee)

Wham!

Ashford and Simpson (JFK 21:00)

Teddy Pendergrass

Madonna (JFK 21:27-21:47)- Holiday,Love make World Go Around, Into the Groove

Freddie Mercury & Brian May (W 21:45)

Paul McCartney (W 21:50) -Let it Be

Band Aid (diretta da Bob Geldof) (W 21:57)

Tom Petty (JFK 22:00)

Kenny Loggins (JFK 22:30)

The Cars (JFK 22:40)

Neil Young (JFK 23:05)

Power Station (JFK 23:40)

Thompson Twins (JFK 0:20)

Thompson Twins con Madonna (JFK 0:25)

Eric Clapton (JFK 0:40) - Layla

Phil Collins (dopo aver preso un Concorde dalla GB agli Usa) (JFK 01:00)

Led Zeppelin con Phil Collins e Tony Thompson alla batteria (JFK 01:10) -Rock N'Roll (Led Zeppelin), Stairway to Heaven,Whole Lotta Love

Crosby, Stills, Nash & Young (JFK 01:40)

Duran Duran (l'ultima esibizione dei cinque membri originali, fino al 2003) (JFK 01:45)

Cliff Richard (dal vivo alla BBC) (02:10)

Patti LaBelle (JFK 02:20)

Hall & Oates (con G.E. Smith dei Saturday Night Live fame alla chitarra) / Eddie Kendricks / David Ruffin (JFK 02:50)

Mick Jagger (JFK 03:15)- Just Another Night,State of shock,Miss You

Tina Turner (JFK)

Bob Dylan, Ronnie Wood,Keith Richards(JFK 03:40) -Blowin in the Wind

USA for Africa (diretti da Lionel Richie) (JFK 3:55)-We are the World

Registrazioni / pubblicazioni Live Aid






sabato 12 luglio 2025

Ricordando Chris Wood


Il 12 luglio 1983 ci lasciava Chris Wood, mitico, flautista, sassofonista, dei Traffic, gruppo di cui si parla sempre poco.

Musicista sopraffino e pittore per diletto, ha contribuito ad esaltare il sound dei Traffic. La sua presenza è fondamentale soprattutto su album come "Dear Mr. Fantasy", "John Barleycorn Must die", "The Low of High Heeled Boys".

Dopo la sua morte i Traffic gli dedicarono l'album "Far from Home"… la figura centrale sulla copertina è uno stickman che rappresenta un uomo che suona il flauto.

Per non dimenticare...
Wazza
 Trio delle meraviglie...Wood - Capaldi – Winwood




Il compleanno di Ares Tavolazzi



Compie gli anni oggi, 12 luglio Ares Tavolazzi, bassista, contrabbassista, soprattutto in ambito jazz.
È conosciuto nel mondo prog per avere preso il posto di Patrick Djivas negli Area.
Una lunghissima carriera la sua, passando da Carmen Villani, Francesco Guccini, Paolo Conte ed un'infinità di collaborazioni con musicisti jazz.
Nel 2011, con Tofani e Fariselli, ha riformato gli Area.

Happy birthday Ares!
Wazza


Luca Manservisi, “Ravenna&Dintorni”, 20 maggio 2019 (intervista a Tavolazzi)

Ares Tavolazzi è uno dei nomi che ha fatto la storia della musica italiana, stando spesso nelle retrovie. Per molti resta semplicemente il bassista degli Area, uno dei gruppi più avventurosi del panorama del progressive rock e non solo, ma Tavolazzi può vantare una carriera cinquantennale che lo ha visto collaborare anche con mostri sacri come Francesco Guccini, Paolo Conte, Mina o Lucio Battisti, fino agli anni più recenti con Vinicio Capossela, passando dalla musica sperimentale al pop, con una predilezione per il mondo del jazz, che lo vede ancora grande protagonista. 71 anni da compiere tra poco, Tavolazzi continua a fare musica senza curarsi troppo degli steccati, aderendo a progetti diversi tra loro e trovando ora nuova linfa anche nel teatro.

Sabato 25 maggio nell’ambito del Festival Polis sarà al teatro Rasi di Ravenna con la pluripremiata attrice Silvia Pasello in Amor morto. Concerto mistico, spettacolo dedicato al grande Carmelo Bene.

Come è nato questo progetto?
«Come un omaggio a Carmelo Bene, in occasione di un evento a Perugia (ideato e realizzato dal saggista Piergiorgio Giacché nel settembre del 2017, ndr). Con Silvia (Pasello, ndr), che è la vera protagonista dello spettacolo (e con cui Tavolazzi ha già collaborato in passato, ndr) abbiamo analizzato alcuni testi che ho cercato di rendere dal punto di vista musicale, con un effetto direi piuttosto mistico, come da titolo, ispirato da una delle estasi di Maria Maddalena de’ Pazzi, Amor morto».


Che rapporto ha con il teatro? Lo frequentava anche da spettatore?
«Non molto. Tutto è iniziato anni fa grazie all’amicizia con Roberto Bacci di Pontedera Teatro (Tavolazzi vive a Pontedera, ndr) che mi ha coinvolto per primo nella realizzazione delle musiche per spettacoli. Si è trattato di una sfida professionale, un lavoro diverso dal solito, su cui ho dovuto concentrarmi per creare paesaggi sonori in grado di accompagnare testi scritti da altri, molto stimolante».

E come reagisce il pubblico del teatro, a differenza dei concerti?
«Spesso non sono presente agli spettacoli, la mia musica è registrata, a meno che non siano progetti speciali come quello con Silvia Pasello, che accompagno dal vivo. I concerti, in generale, restano ancora l’aspetto più importante del mio lavoro».

Nuovi progetti musicali in arrivo? Proseguirà la reunion degli Area?
«No, la reunion (con cui i membri originali nel 2010 avevano riportato in tour la musica degli Area senza volutamente sostituire il cantante Demetrio Stratos, morto come noto nel 1979 a soli 34 anni, ndr) non proseguirà. Lo spirito degli Area continua in qualche modo a vivere con l’Area Open Project di Patrizio Fariselli, che però è molto diverso da una reunion».



Che cosa ricorda di quell’avventura. E crede che qualcuno abbia raccolto l’eredità degli Area nel mondo musicale italiano?
«È stato un periodo fondamentale della mia vita e della mia carriera, che mi ha permesso innanzitutto, di scoprire cose nuove, di crescere. A dire la verità non mi pare che davvero qualcuno abbia seguito le nostre orme. Anche perché è cambiato il modo di fare musica. Noi davvero la facevamo senza alcuno scopo commerciale, gli Area facevano musica per sperimentare, a fini solamente artistici. Oggi mi pare che non esistano gruppi così, almeno di così rilevanti…».

E che ricordo ha di Demetrio Stratos?
«Quando me lo chiedono non ho particolari aneddoti da rivelare, era uno di noi, un ragazzo con cui si stava bene. Dal punto di vista professionale, invece, era davvero incredibile, la sua voce era uno strumento in più, qualcosa di mai sentito e irripetibile».

E lei che rapporto ha con il suo? Il contrabbasso è uno strumento molto “fisico”…
«Sicuramente ci passo molto, molto tempo. E non solo per suonarlo, anzi. La maggior parte del tempo lo impiego a montarlo e smontarlo e rimontarlo. A cercare di ricostruirlo per trovare il suono che più mi aggrada…».




giovedì 10 luglio 2025

Keith Emerson: accadeva il 10 luglio del 1968


Era il 10 luglio 1968 quando un giovanissimo Keith Emerson diede fuoco alla bandiera americana durante un concerto dei Nice, alla Royal Albert Hall di Londra.

Di tutto un Pop...
Wazza

The Nice 1968

Keith Emerson e la bandiera americana

Il 10 luglio 1968, nel corso di un loro partecipatissimo concerto alla Royal Albert Hall di Londra, i Nice bruciano e calpestano la bandiera statunitense. Il gesto avviene durante l'esecuzione di una versione molto “psichedelica” di “America”, il brano di Leonard Bernstein tratto dal musical "West Side Story".


La band, che in quel periodo è composta dal bassista Keith “Lee” Jackson, proveniente dai T. Bones come il tastierista Keith Emerson, dal chitarrista Dave O'List, già con gli Attack e dal batterista Brian "Blinky" Davison ex Mark Leeman Five, è solita eseguire il pezzo di Bernstein insieme a una serie di evoluzioni improvvisative (che comprendono anche frammenti della Sinfonia "Dal Nuovo Mondo" di Antonín Dvořák) intitolate “Second Amendment”, con riferimento al secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che sancisce il diritto di ogni cittadino a possedere armi.


In quel 10 luglio alla dissacrazione musicale viene aggiunta la provocazione visiva. Quella bandiera USA che brucia sul palco vuole essere, secondo quanto annunciato dallo stesso Keith Emerson “di un segno di protesta per l’ignobile guerra in Vietnam”. Il gesto che attira sui Nice molte simpatie da parte dei movimenti pacifisti finisce per costare caro sul piano professionale. La band, infatti, viene messa al bando dal locale, uno dei luoghi più prestigiosi per la musica dal vivo britannica.

1968 - The NICE

(Brian Davison, Keith Emerson, Lee Jackson)

Descritta da Emerson come la "prima canzone di protesta strumentale", il singolo si concludeva con la voce del figlio di tre anni della cantante soul P. P. Arnold (alla quale i Nice avevano fatto da gruppo di supporto) che recitava "L'America è incinta di promesse e aspettative ma è assassinata dalla mano dell'inevitabile"




martedì 8 luglio 2025

Il compleanno di Patrizio Fariselli


Compie gli anni Patrizio Fariselli, nato l'8 luglio del 1951, pianista compositore.
Diplomato al conservatorio di Pesaro, a 21 anni entra negli Area.

Oltre all’attività con gli Area, ha prodotto vari progetti, nel politico e sociale.
Una delle nostre "eccellenze" musicali.

Happy Birthday Patrizio!
Wazza




domenica 6 luglio 2025

Il compleanno di Michael Shrieve


Compie gli anni Michael Shrieve, nato il 6 luglio del 1949, batterista, percussionista, compositore, passato alla storia come enfant prodige a Woodstock 1969, suonando la batteria con i Santana.

Nel 1976 fonda insieme al percussionista giapponese Stomu Yamastha, a Steve Winwood, Klaus Schulze e il chitarrista Al di Meola, i "Go", per l'epoca un gruppo all'avanguardia, forse poco compreso!

Continua a suonare, produrre e divertirsi.

Happy Birthday Mike!
Wazza 

  With Chepito Areas and Richard Kermode. Japan 1973. Lotus tour


 José 'Chepito' Areas (hidden), David Brown, Michael Shrieve and Carlos Santana-1969


 Steve Winwood - Stomu Yamastha - Michael Shrieve "GO" 1976 + Paul Buckaster (produttore)








Per voi giovani: le scelte degli ascoltatori nel 1975



Ciao 2001 del 6 luglio 1975 pubblica i risultati di un referendum di "Per voi Giovani": i migliori "100 dischi", la discografia essenziale!

Tra gli italiani i primi sono il Banco del Mutuo Soccorso, al 9° posto con l'album "Darwin"...
Primo classificato "Ummagumma" dei Pink Floyd , ultimo "Utopia" di Todd Rundgreen.

Da notare che tra i primi 8 album tre sono dei Genesis, a riscontro di quanto fossero popolari Gabriel e company in Italia.

Siamo "invecchiati" con roba buona... prima di essere (come direbbe Battiato) sommersi da immondizie musicali!
Tanto per rinfrescarvi la memoria...
Wazza


Racconti sottoBanco: accadeva il 6 luglio 2002


Racconti sottoBanco


Uno di quei concerti-eventi, che non si può fare a meno di ricordare...

Il 6 luglio 2002 il Banco del Mutuo Soccorso celebrava i suoi 30 anni di carriera, un concerto-maratona durato quasi tre ore, con la band che ha ospitato sul palco ex come Gianni Nocenzi, Pierluigi Calderoni, amici musicisti, Mauro Pagani, Morgan, Federico Zampaglione, Viola....

Una festa, dove erano coinvolti anche i progetti satelliti, gli Indaco di Rodolfo Maltese, Marco Poeta e Francesco con il "Fado", Vittorio con brani estratti da "Movimenti".

Uno di quei concerti dove "veramente" puoi raccontare ai nipoti "Io c'ero!!!". Anche perché il Banco, come Paganini, "non ripete". Infatti chi era assente si dovrà accontentare di una parte del concerto incisa nell'album "No Palco", registrazioni video, solo amatoriali o "bootleg".

Per non dimenticare
Wazza




sabato 5 luglio 2025

Family: accadeva nel luglio del 1971...

 Roger Chapman article from Disc Magazine published 17th July 1971

Sulla rivista "Disc Magazine" del luglio 1971, articolo dedicato ai Family di Roger Chapman.

Un gruppo quasi dimenticato, formato da grandi musicisti, con l'aggiunta dell'esplosiva voce di Roger Chapman, che ha "ispirato" molti cantanti cari al prog.

Da ricordare e riascoltare!
Di tutto un Pop…
Wazza


Family perform on BBC Old Grey Whistle Test TV show, London, 1971, L-R John Wetton, John Whitney, Roger Chapman, Rob Townsend, John Poli Palmer. (Photo by Michael Putland)


venerdì 4 luglio 2025

Aleco – Il Sistema Della Vita, di Luca Paoli

 


Aleco – Il Sistema Della Vita (Music Force, 2025)

di Luca Paoli


Ci sono dischi che ti arrivano già carichi di umanità, perché prima ancora della musica senti la persona che li ha creati. Dischi che sembrano fatti non solo per essere ascoltati, ma per instaurare un dialogo silenzioso con chi li accoglie. Con AlecoAlessandro Carletti Orsini – succede ogni volta: c’è sempre un filo che unisce la sua voce alle nostre vite, una capacità rara di trasformare emozioni individuali in storie collettive. Ma con Il sistema della vita forse ancora di più.

Questo nuovo progetto non è “solo” un disco: è un intreccio di suoni e parole, un percorso che prende forma anche nelle pagine di un libro. Un invito a rallentare, ad ascoltare e leggere, a lasciarsi trasportare da un flusso che alterna riflessione e melodia, come se entrambe le dimensioni – quella musicale e quella scritta – fossero indispensabili per cogliere il senso pieno dell’opera.

Aleco non ha mai cercato scorciatoie per emozionare. La sua scrittura va dritta al punto con la delicatezza di chi sa osservare il mondo, le relazioni, i ricordi. Ogni canzone sembra nascere da un gesto quotidiano, da un pensiero lasciato sedimentare, da quelle piccole verità che spesso ignoriamo ma che ci appartengono tutti. C’è la capacità di raccontare la nostalgia senza cedere alla malinconia sterile, di parlare d’amore e di tempo che passa con sincerità, ma anche con leggerezza, senza mai appesantire l’ascolto.

L’apertura con Un milione di anni fa è una scelta che sorprende e conquista: la cover del tema del cartone animato Ryan il ragazzo delle caverne diventa qui un ponte con l’infanzia collettiva, capace di risvegliare memorie sopite e predisporre l’ascoltatore a un viaggio intimo.

Poi c’è Maledetta giovinezza, brano che unisce ironia e malinconia in un modo tutto suo. Aleco canta con disincanto di quella stagione della vita che sembra infinita e invece sfugge, lasciando dietro di sé un misto di nostalgia e consapevolezza. È qui che la sua voce si fa più tagliente, quasi a volerci scuotere, mentre la melodia addolcisce il colpo.

In Negozio nostalgia il tono si fa più soffuso, quasi sospeso, come quando si entra in un luogo dove ogni oggetto ha un ricordo appeso. Aleco sa trasformare immagini semplici in emozioni condivise, senza mai cedere alla retorica.

E poi arriva Pinoli, chiusura lieve e poetica, come un soffio d’aria che invita a non dimenticare la bellezza delle cose piccole.

La formula disco + libro non è un vezzo, ma un invito a un’esperienza più ampia: ascoltare, leggere, fermarsi. E forse anche guardarsi dentro. Il sistema della vita è un progetto maturo, che non ha bisogno di grandi effetti per lasciare il segno. Lo fa con sincerità, con la forza delle piccole cose.

Aleco, da artista e da uomo, riesce ancora una volta a dare forma ad emozioni che spesso restano senza voce. E per questo non posso che essergli grato.


Tracklist
Un milione di anni fa
Guance rosse
Negozio nostalgia
Maledetta giovinezza
Sospeso
Resta ancora un po’
Nella mia città
Le porte del cuore
Pinoli








I Deep Purple nel luglio del 1968

Deep Purple 1968


Usciva nel luglio del 1968 "Shades of Deep Purple", primo LP dei Deep Purple.
Oltre a John Lord, Ritchie Blackmore e Ian Paice, la band era composta dal cantante Rod Evans e dal bassista Nick Simper, che poco dopo abbandoneranno il gruppo.

L’album, che in parte comprendeva anche delle "cover", come “Help” dei Beatles, “Hush” di Joe South e “Hey Joe” di Billy Roberts, sancisce la nascita dei Deep Purple.

Di tutto un Pop!
Wazza

Deep Purple

Very early days from 1968 featuring the Mark 1 line up with Rod Evans on vocals, and Nick Simper on bass guitar