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domenica 29 settembre 2019

La Janara – Tenebra, di Max Rock Polis

La JanaraTenebra
Di Max Rock Polis
Articolo già apparso su MAT2020 di giugno

Nell'accezione comune, janara è il nome che veniva dato a una donna considerata strega nella provincia di Benevento. È rimasto famoso l'albero di noce delle janare, perché nel medioevo esse da lì partivano di notte con le loro scope a piagare la popolazione locale. Come bastava spargere sale davanti alla porta per non farle entrare, così basterebbe metterlo sopra il primo lungo CD de La Janara, ma ve lo sconsigliamo decisamente, non solo per non danneggiare il vostro impianto.
Il fatto è che questo lavoro, edito dalla Black Widow Records di Gasperini e Pintabona, merita una certa attenzione, mescolando atmosfere cupe con un deciso piglio Metal e Rock. 
I componenti sono Raffaella Cangero ovvero la janara alla voce, Nicola Vitale ovvero Il boia alle chitarre, Cantelmo ovvero l’Inquisitore al basso e Antonio Laurano ovvero Il mercenario alla batteria.
Nella carrellata dei titoli si vede la piena corrispondenza con quello dell'intero album, quasi a far intuire una continuità di argomenti in chiave stregonesca, anche se non un vero e proprio concept  Prog style. Infatti le canzoni parlano proprio delle credenze e superstizioni legate alle streghe, anche se purtroppo è stata una triste realtà la persecuzione della chiesa cattolica contro certe donne, ritenute a torto colpevoli di malefici e quindi bruciate vive. La musica li accompagna con stile adeguato, dipingendo scenari scuri, carichi di tensione, vibranti di emozioni di “Tenebra” appunto, senza eccedere mai in velocità o tecnicismi, ma conservando il pathos consono all'argomento.

Il primo brano, “Malevento”, si apre con una voce di donna che con accento e dialetto campano dice qualcosa terminante con janara, e parte la musica. La quale non mostra incertezze nello sprigionare energia e potenza. La voce di Raffaella è adeguatamente forte e senza né fronzoli né concessioni agli acuti.
Mater tenebrarum” fa da conferma allo stile del gruppo, un Rock Metal senza troppi compromessi, diretto e sparato a tutto volume.
La canzone dopo è una ballata (ce ne son molte) che riempie l'atmosfera di note acustiche e sentite, con un testo sognante, una storia tutta da seguire. Notate che in realtà questi testi in italiano sono tutti quanti da ascoltare e capire.
Subito dopo arriva la sferzata della title track, in cui seppure con tempi più calmi, si ritorna alla distorsione e all'impatto, rendendo il senso di una ballad cupa e significativa. Dopo “Mephis”, facilmente mefisto, alterna momenti di rabbia a pause silenti,
Altro cambio di tempo per “Cera” e la distorsione si calma ancora (anche se per poco), il che ci dà modo di ascoltare bene la lirica, molto evocativa e carica. Su questi pezzi si intuisce bene il lavoro paziente che il gruppo ha fatto per creare e fondere assieme le liriche con le musiche, per ottenere questo risultato. Qui non c'è davvero bisogno di spingere sull'acceleratore, il senso da dare alle cose per raggiungere lo scopo di “Tenebra” è un altro.
Abbiamo quindi ormai capito quello che troveremo nelle restanti canzoni: testi forti, scuri, coronati da una tensione musicale sempre concentrata nell'effetto di crepuscolarismo e sofferenza, in maniera anche quieta ma sempre evocativa di scenari molto inquietanti. Il modo di suonare e di cantare le altre, come “Volano i corvi”, “Or poserai per sempre” con il suo altalenarsi di ritmi, voci e armonie a contrasto, finché chiude l'opera “Ver sacrum”, ovvero la primavera sacra, rito popolare contro le carestie, che ritorna ad aggredire tempi e sonorità Metal.
Il racconto di questo mondo medievale femminile è tormentato e oscuro, si procede per immagini, e i ragazzi accompagnano l'incisività del canto della Cangero nel suo percorso da janara, molto uniti e rappresentativi, atmosferici e senza eccedere in ritmo.
Forse non è il genere di CD adatto a essere ascoltato di notte in una strada di campagna, a meno di non voler vedere ombre oscure dietro a ogni albero.
Un ottimo approdo al full-lenght per questi musicisti avellinesi, che si sono presi la briga di esplorare tematiche dei loro luoghi di origine, con un Rock Metal potente e pittorico, adatto allo scopo.


La Janara - Tenebra

01 - Malevento
02 - Mater Tenebrarum
03 - Violante Aveva Un Osso di Capra
04 - Tenebra
05 - Mephis
06 - Cera
07 - Il Canto dei Morti
08 - Volano i Corvi
09 - Or Poserai Per Sempre
10 - Ver Sacrum

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