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venerdì 7 novembre 2025

LeoNero – “Monitor”, commento di Alberto Sgarlato

 


LeoNero – “Monitor” (1981, ristampa 2025) 

LP - CD

BWR

Commento di Alberto Sgarlato


Il rock come fenomeno giovanile di massa in Italia si può dire che inizi a divampare soprattutto negli anni ‘60, con un’impronta di evidente sudditanza verso modelli di riferimento anglofoni: gli interpreti della nostra Nazione (band e solisti) eseguono più che altro delle cover di successi radiofonici britannici e statunitensi con testi tradotti in italiano (spesso molto liberamente, quando non addirittura del tutto stravolti).

Dal decennio successivo, però, cambia tutto: assistiamo a una vera esplosione di band che, pur attente alle tendenze d’oltremanica e d’oltreoceano, ne rileggono gli stilemi con una sensibilità, un gusto, un’originalità totalmente propria, tanto da far nascere la definizione di “rock progressivo italiano” come un genere a sé stante, apprezzato in tutto il mondo.

In questo manipolo di artisti eclettici e originali, un posto di rilievo lo merita indubbiamente il tastierista Gianni Leone. È lui, infatti, a prendere le redini del Balletto di Bronzo, band che con l’esordio Sirio 2222 è ancora legata ad un sanguigno hard-blues fortemente figlio del beat, seppur con qualche venatura psichedelica, ed è l’ingresso di Leone che imprime la svolta progressiva. Questa arriva con l’ormai leggendario capolavoro Ys, del 1972, ancor oggi considerato un punto di riferimento del prog-rock, apprezzato dalla critica, adorato dai fans, bramato dai collezionisti.

Ma già a metà anni ‘70 l’animo inquieto e lo spirito viaggiatore di Gianni Leone lo spingono a capire che l’Utopia Progressiva non ha, in quel preciso momento storico, più nulla da dargli. Nuovi linguaggi e nuovi fermenti culturali esplodono: la furia iconoclasta del punk e la new-wave post-punk che, invece, riscopre l’eleganza del glam; il clubbing dark/gotico londinese, la deragliante No-wave di New York, la sperimentazione elettronica, il synth-pop.

E Gianni Leone non sta mai immobile: osserva, esplora, ascolta, assimila. Il suo nuovo avatar prende il nome di LeoNero, suggestiva crasi tra il suo cognome e le tendenze dark imperanti.

Oggi la lungimirante Black Widow Records ristampa Monitor, secondo album di LeoNero, frutto di sessioni di registrazione avvenute in California nel 1980.

Già nel 1977 LeoNero aveva pubblicato l’esordio “Vero”, inciso a New York, nel quale Gianni Leone si prodigava a tutti gli strumenti (tastiere, chitarre, batterie acustiche ed elettroniche, Moog bass synthesizer).

Questo secondo capitolo californiano suona, se possibile, ancor più maturo, profondo, eclettico del disco precedente.

Due facciate molto diverse tra loro, una per band e l’altra per sola elettronica. Nella prima Gianni Leone si fa affiancare dagli statunitensi The Optical Band. Tra i musicisti di questa formazione spicca Charlie Quintana, batterista di nomi gloriosi del punk come Plugz, Social Distortion, ma persino collaboratore di Bob Dylan e di Izzy Stradlin, purtroppo spentosi nel 2018 a soli 56 anni.

L’apertura affidata a “Strada” (testo censuratissimo all’epoca!) richiama alla mente le geometrie chitarristiche taglienti e dissonanti dei King Crimson “ottantiani”, quelli in cui Fripp dialoga con Adrian Belew.

Negli anni ‘80 anche il concetto di voce cambia radicalmente: il Bowie della cosiddetta “Trilogia berlinese” è ben più oscuro rispetto a colui che interpreta l’alieno Ziggy Stardust; il Peter Gabriel rabbioso di “Shock the monkey” non è certo più quello fiabesco di “Trespass” o quello vaudeville di brani come “Harold the barrel”. Persino il Daevid Allen dei New York Gong abbandona l’approccio beffardo dei suoi esordi al sapor di Camembert elettrico per abbracciare una vena ben più intimista e riflessiva. Queste cose le sa bene Gianni Leone, che con LeoNero cancella l’enfatico lirismo considerato ingrediente fondamentale della cifra stilistica un po’ di tutto il rock progressivo italiano e si pone con un approccio più asciutto, più sanguigno.

Per questo se la cover presente in “Monitor” di “Piangi con me” (un successo dei Grass Roots portato in Italia da The Rokes) risulta rispettosa e decisamente meno spiazzante di una “Satisfaction” destrutturata dai Devo, l’ascolto di questa rilettura suona ancora oggi fresco e attuale, grazie a una interpretazione vocale sapientemente calibrata, a suoni energici e a chitarre taglienti.

Certo, Leone non rinuncia affatto alla sua nomea di grande virtuoso dello strumento e qua e là decide di tornare a dimostrarlo, come nei brevi strumentali “Optical Surf Beat” e “Leone Messa Beat”, nei quali si destreggia tra sonorità organistiche più solenni e liturgiche e il timbro più acido e stridente degli organi a transistor.

Ma Gianni Leone non è “solo” uno strumentista di strabiliante caratura tecnica (come se fosse poco): è un eccellente programmatore e ha sempre provveduto in prima persona alla manutenzione e alle customizzazioni delle sue tastiere. Ed ecco quindi che nella seconda facciata si scatena: la partenza di “Volpe Robot”, tra registrazioni di rumori casuali, carillon volontariamente scordati, ritmiche ossessive e melodie follemente giocose, è un vero anthem d’avanguardia. In “Abat-jour” il suono ovattato e suadente della drum-machine riesce a generare una tensione erotica che imprime al brano un delizioso gusto “lounge”. Band come Stereolab, Moloko, Hooverphonic arriveranno agli stessi risultati solo un paio di decenni dopo, tra fine ‘90 e primi 2000.

Gustosissime anche le bonus-track inserite solo nella “Limited edition” di questa ristampa: l’avvolgente linea di basso di un brano come “Strano appuntamento” non sfigurerebbe in un album di band come i Magazine o i Japan.

Recentemente Gianni Leone è tornato al suo primo amore e, dopo aver portato nuovamente “Ys” sui palchi di tutto il mondo (citiamo, ad esempio, la tournée giapponese con alcuni componenti dei Gerard), ha pubblicato nel 2023 (sempre per Black Widow Records) il nuovo album Lemures, a nome Balletto di Bronzo. In questo disco Leone torna a insegnare che cosa significa “essere” prog, non “fare” prog: niente nostalgia o autocompiacimento ma, al contrario, un suono tenebroso e tecnologico insieme, che descrive scenari post-apocalittici, clangori industriali e una certa malinconia suburbana. Tutti ingredienti che, non a caso, trovavamo anche in Leonero. A dimostrazione del fatto che Gianni Leone non ha mai avuto bisogno di cavalcare le mode ma, al contrario, le ha sempre sapute adattare e piegare alla sua forte personalità, restando coerente con sé stesso. Una cosa che riesce solo ai veri grandi.


Monitor è disponibile nei seguenti formati:

1. Compact Disc con libretto di 20 pagine e 4 tracce bonus

2. Edizione standard LP + inserto

3. Lp in edizione limitata 100 copie + album di tracce bonus con copertina speciale disegnata da Nik Guerra + inserti + Cd audio


Tracklist CD:

with the Optical Band

STRADA

SEGMENTO

PIANGI CON ME

OPTICAL SURF BEAT

ANACONDA

LEONERO MESSA BEAT

LeoNero Solo

VOLPE ROBOT

IL NUOVO MONDO

NO, NO, NO, NO

TELL ME WHY

ABAT-JOUR

NE’ IERI NE’ DOMANI

Bonus:

TELL ME WHY (second version)

IL NUOVO MONDO (re-edit)

STANCHIAMOCI INSIEME

UN’ECCITAZIONE NUOVA


Tracklist LP:

SIDE A:

with the Optical Band

STRADA

SEGMENTO

PIANGI CON ME

OPTICAL SURF BEAT

ANACONDA

LEONERO MESSA BEAT

SIDE B:

LeoNero Solo

VOLPE ROBOT

IL NUOVO MONDO

NO, NO, NO, NO

TELL ME WHY

ABAT-JOUR

NE’ IERI NE’ DOMANI

SIDE C: (limited edition only)

NO REGRETS

DISCO CLUB

SIDE D: (limited edition only)

STRANO APPUNTAMENTO

BASSIFONDI




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