Meglio soli che mal accompagnati? E’
vero anche nella musica?
Oggi coloro i quali sentono la necessità di scrivere
musica propria o anche solo registrare un brano appena imparato cercano una
Library di suoni preconfezionati e registrati perfettamente da qualcuno in
qualche parte del mondo. Addirittura uno studio californiano offre la
possibilità per pochi dollari di far cantare un tuo brano da un ventaglio di
cantanti scelti da un menu e accompagnato da una base suonata da professionisti.
Certo per chi inizia è una bella soddisfazione sentire riprodotto un proprio
brano da professionisti al prezzo che qui non sarebbe sufficiente neanche per
pagare uno studio! Dicevo delle librerie o delle tastiere con almeno 1.000
splendidi suoni ‘inside’- cori, orchestre, tastiere vintage, suoni vintage,
folk, jazz e chi più ne ha più ne metta…vuoi una chitarra Fender del ’72
amplificato da un Vox AC 30? No problem…un paio di click e ce l’hai bello e
pronto. Inutile negare le enormi possibilità che si sono aperte in questi
ultimi anni a livello creativo e di arrangiamento..oggi un musicista ha a
disposizione un mondo sonoro totale e facilmente utilizzabile. La mia
convinzione però è diversa; forse sono un inguaribile romantico ma credo che la
collaborazione fra musicisti sia ancora fondamentale per la creazione di buona
musica; la personalità ed il gusto di ogni musicista non si può racchiudere in
una Library per quanto professionalmente compilata. Lo scambio di idee, anche totalmente
spiazzanti rispetto al disegno che
avevamo in mente originariamente su un nostro brano, non può che arricchire il
risultato finale oltre all’accrescimento della propria esperienza personale. Si
può dire che oggi la musica è completamente individualista e priva di quegli
elementi di invenzione che solo la musica ‘di gruppo’ può offrire. La scelta
dei suoni, il tipo di esecuzione la spontaneità rimangono valori inespressi se
a livello creativo e di arrangiamento la musica nasce da una testa sola. Si può
obiettare naturalmente che è vero il contrario e cioè che finalmente un
musicista può esprimersi completamente e senza i condizionamenti quasi sempre
inevitabili quando si ha a che fare con ‘altri’ ma non credo che, facendo un
esempio blasfemo, Giuseppe Verdi avrebbe potuto esprimere tutta la sua
grandezza senza l’aiuto di un maestro orchestratore che sviluppasse i suoi
meravigliosi temi o che, per fare un esempio più facile, parleremmo ancora oggi
dei Fab Four se la loro musica non fosse stata frutto della somma delle
genialità di ognuno di loro anche se profondamente contrastanti. Forse queste
righe possono apparire banali ma vedo che ultimamente i musicisti hanno la
tendenza a fare tutto da soli nella convinzione imbarazzante e inconfessabile
che questa sia la cosa migliore per scrivere un brano, evitando il confronto
con altri musicisti che potrebbe invece essere la panacea per far spiccare il
volo alle nostre idee. Insomma voglio affermare e ribadire la differenza tra
una bella partita a carte con gli amici e un solitario! Chi ha buone
orecchie…..
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