RICCARDO FASSI – TANKIO BAND plays the music of FRANK ZAPPA special
guest NAPOLEON MURPHY BROCK @ CROSSroads – 06 11 2015
Live
report e fotografie a cura di Donald McHeyre
Articolo
già apparso sul portale Rock by
Wild:
Venerdì 6 novembre, Riccardo Fassi e la Tankio Band hanno riproposto sul
palco del CROSSroads, le gioie e i piaceri dell’album “RICCARDO FASSI TANKIO BAND PLAYS THE MUSIC OF FRANK ZAPPA“, con l’aiuto di una guest star molto nota agli zappiani, Napoleon Murphy Brock.
Introduzione
In questi ventidue anni passati, dalla prematura e tragica morte di Frank
Zappa, il mondo (da allora più povero) della musica, sia popolare che colta, ha
tentato con ogni mezzo di farsi perdonare la trascuratezza e la superficialità con i quali ha trattato i trent’anni precedenti di carriera dello Zio Frank, attraverso tributi (più o meno
coccodrilleschi), inserimento del suo repertorio nei tour orchestrali di
ensamble internazionali, dichiarazioni alla stampa di affetto e stima da
insospettabili (ma sospette) “rockstar”, speciali da centro pagina, ecc.
Da parte delle tribute band rock, i tributi scarseggiano. Ma possiamo
immaginare che rifare dal vivo brani suonati all’origine da gente come Steve Vai, Arthur Barrow, Vinnie Colaiuta ecc. possa
scoraggiare molti, pur talentuosi, musicisti elettrici.
Al contrario, da parte dalle avanguardie contemporanee e jazzistiche, si è ormai
notato, e si continua a notare, una crescente attenzione per quel repertorio “zappiano” più vicino alla
sensibilità di tali frange musicali, le quali riscoprono e propongono
una discografia quasi parallela dello Zio di quasi quindici album (più o meno
ufficiali) tra musica sinfonica, elettronica e jazzistica (oltre ai cross over,
utilizzando un termine moderno, di cui il Maestro eccelle fin dagli anni ’60).
Tra i primi ad accostarsi con qualità e rispetto al mondo della musica di Frank Zappa dopo la sua dipartita, ci
fu proprio l’orchestra Tankio Band, tra le più acclamate della scena jazz italiana,
guidata dal pianista, arrangiatore e Direttore, Riccardo Fassi, con l’ormai storico CD, “RICCARDO FASSI TANKIO BAND PLAYS
THE MUSIC OF FRANK ZAPPA” (Splash Records) del
1995.
TANKIO BAND plays the music of FRANK ZAPPA special
guest NAPOLEON MURPHY BROCK – Il Report
Il concerto, programmato per le 22:00, è cominciato con un grosso ritardo
di quasi 30 minuti, dopo il termine della cena da parte del pubblico “mangiante” e la distribuzioni di
bottiglie d’acqua tra i musicisti dell’orchestra. La sala è abbastanza
piena, le pance di più, è ora di cominciare.
Presi i rispettivi posti e dopo un saluto di rito da parte di Fassi, i
musicisti attaccano con il classicissimo “Kink Kong” in una versione più breve di quelle oceaniche, ben note ai fan di Zappa, ma
non priva dei suoi momenti improvvisati. Le note del tema iniziale (e finale)
danzano leggere nell’aria e lasciano subito il posto alla parte improvvisata,
che poi tanto improvvisata non è, dal momento che Fassi riesce a simularle con un sapiente dosaggio di
arrangiamento e direzione della sua orchestra, in variazioni personali dal tema
principale, oppure affidandole al gusto e alle capacità di improvvisare (in questo caso, si) dei suoi talentuosi
solisti.
Sarà questa la cifra stilistica di ogni brano di Frank Zappa
riproposto nella serata.
“Little Umbrella” è soave e struggente come nella versione
di “Hot Rats“. Non presenta particolari variazioni ma l’assolo centrale al pianoforte elettrico di Fassi trasforma il palco del
Crossroads (abbastanza grande da farci stare tutti i musicisti, abbastanza
piccolo da farli stare in versione “foto di famiglia”) in un mini night club.
“Uncle Meat“, per motivi ben chiari a chi conosce il brano, è quasi impossibile da
rifare dal vivo, tale e quale. La versione di Fassi è adattata con atmosfere più
leggere, ma senza rinunciare alle intricate partiture.
“It Must Be A Camel“, sovente trascurata in “coda” alla “Gumbo Variations” di “Hot
Rats“, è una vera sorpresa, impreziosita
dalla sua splendida esecuzione. “Peaches en Regalia” conclude il trittico da “Hot
Rats“. Qui Fassi si sbizzarrisce nelle variazioni, donando
alla composizione una lunga introduzione in chiave soft del brano che sfocia
nelle “pesche” vere e proprie per
poi, in fine, ritornare alla variazione iniziale.
Nell’insieme la resa è interessante: sembra quasi un brano di genuino british
prog ma la parte centrale, quella Zappa DOC, mi è sembrata un poco tirata via nell’arrangiamento e un paio di passaggi mi hanno convinto poco, pur nell’ottima esecuzione.
Con le Pesche a noi regalate, termina la prima parte del concerto.
Entra Napoleon Murphy Brock.
Classe 1945. Attivo con Zappa nel suo periodo “Funky”
e “Little Rock Band” tra il 1974 e
il 1976, nel ruolo di cantante, sassofonista, flautista e occasionale giullare.
Brock mi è apparso invecchiato molto bene. Dire che non è invecchiato sarebbe
una falsità, ma la sua vitalità e le sue qualità vocali sono
tutt’altro che scalfite dal tempo. Non esagero se dico che le sue attuali
prestazioni canore (per non parlare degli ottimi assoli di flauto traverso)
negli anni ’70 se le sognava. E’ meno roco, più curato e preciso. E
soprattutto capace di una estensione vocale che non sentiamo in pietre miliari
come “Roxy and Elsewhere” oppure in “One Size Fitz All“.
Brock scherza e giocherella con tutti: la numerosa orchestra e i più numerosi
spettatori. Si fa da parte quando tocca a qualcuno dei Tankio, interagisce
molto bene con loro nei momenti d’insieme.
“Take Your Clothes Off When You Dance” è clownesca e
pimpante e si conclude con un tentativo di spogliarello bloccato in tempo da un
preoccupato Riccardo Fassi.
Scampati al pericolo di mirare un Napoleon “nature”, l’orchestra jazz si misura con il blues cosmico di “Cosmik
Debris“. Brock imita molto bene Zappa. Nulla da dire sull’arrangiamento. Non mi ha particolarmente impressionato, ma faceva
ottimamente il suo dovere.
Segue,
sempre da “Apostrophe(‘)“, la splendida “Uncle Remus“, calda nella voce, armoniosa nei fiati.
Ancora meglio faranno con “Florentine Pogen“, cui fra l’altro è stata aggiunta la lunga coda strumentale assente nella versione più
nota. Il brano, nella versione da studio è più “rock”
(con le virgolette d’obbligo). La versione jazz orchestrale di Fassi ci mostra quanto un gruppo
di fiati trasformi il brano in qualcosa di diverso ma altrettanto bello. Anzi,
mi sbilancio, questa versione mi è piaciuta di più di quella di “One Size Fitz All” (che adoro) e la voce di Brock è
stata al massimo della forma.
Brock saluta ed esce.
Riccardo Fassi si ricompone e presenta il medley composto da “Let’s Make the Water Turn Black/Eat That Question/I’m The Slime“. Tre brani molto diversi, di periodi zappiani
altrettanto diversi (ma chi conosce la carriera di Frank Zappa sa che tre mesi
suoi equivalgono a tre anni di chiunque altro collega).
Il mélange funziona alla perfezione ed è l’unica occasione per ascoltare qualcosa da “The Grand Wazoo“. Un appunto che vorrei approfondire in conclusione.
Rientra Napoleon vestito da pasticciere zappiano dello Utility Muffin
Research Kitchen, UMRK, (il nome del laboratorio di Frank Zappa) e con in mano
una sacca piena di gioccattolini luminosi.
Brock ci parla del grande scomparso. Frank Zappa? Anche, certamente. No. Di
George Duke, il grande tastierista, alla corte di Zappa, tra il 1970 ed il
1975.
E’ il pretesto per introdurre quello che è il finale (quasi) obbligato per un
concerto zappiano, “Muffin Man“.
E’ anche l’occasione per la
frangia più “rock”
della Tankio orchestra (compreso il tastierista, Riccardo
Fassi) di sfogarsi nel tripudio finale tra applausi e ululati.
Nel frattempo Napoleon scende dal palco intrufolandosi tra i tavoli (mi è passato
a 10 centimetri circa 8 volte), per distribuire ninnoli luminosi alle poche, ma
gagliarde, rappresentanze femminili del pubblico. Quando tutti escono siamo
ancora divertiti da questo giullare saltellante.
Pochi minuti e rientrano tutti per il bis con una “canzone d’amore particolare” come l’ha definita Fassi, “Oh No“.
Siamo tutti felici e appagati …
Conclusione e commento
Se concludessi questo report, (la cui lunghezza è dovuta solo all’amore per la musica dello Zio Frank), commentando di sentirmi un poco
deluso, scriverei palesi falsità. La Tankio Band è composta da grandi musicisti e consumati professionisti. L’amore per la musica di Zappa si vede in ogni nota da loro eseguita, a
partire ovviamente dal leader, Riccardo Fassi.
Per non parlare della grande occasione avuta di mirare uno dei personaggi
più in vista del grande circo zappiano del passato.
Tuttavia sono lo stesso un poco deluso!
Probabilmente la presenza di Napoleon Murphy Brock ha condizionato le
scelte in scaletta fatte da Riccardo Fassi. Doveva inserire brani cantati per
dargli modo di sfoggiare le sue attuali doti canore. E c’è riuscito. Ci ha dato
minuti e minuti di puro intrattenimento di altissimo livello.
Le mie aspettative erano però volte ad altre scelte in scaletta.
Uno dei periodi più affascinanti e meno conosciuti di Zappa è quello della
prima metà del 1972, periodo nel quale, per motivi in questa sede
lunghi da spiegare, dovette girare su una sedia a
rotelle; condizione che lo costrinse a rivedere tutti i piani per il
proseguimento dei suoi progetti più “rock“.
Incapace di starsene con le mani in mano e con il cervello sempre attivo e
creativo, si inventò la Grand Wazoo orchestra (in seguito diventata, per motivi
economici, la Petit Wazoo orchestra). Con queste due
formazioni “forzate”, lo Zio Frank ci ha
dato due album splendidi, come “Waka Jawaka” e “The Grand Wazoo“. Gli album Jazz di Frank Zappa.
Quindi l’occasione di sentire questi brani jazz di Zappa, eseguiti da una grande orchestra jazz italiana è sfumata.
Speriamo in una prossima volta.
….. ma siamo anche incontentabili.
Ringrazio lo staff del CROSSroads per la squisita ospitalità ricevuta.
Tankio Band
– Line Up
RICCARDO FASSI : Piano,Tastiere, Composizioni, Arrangiamenti
GIANCARLO CIMINELLI : Tromba
CLAUDIO CORVINI : Tromba
ROBERTO PECORELLI : Trombone Basso
MASSIMO PIRONE : Trombone
SANDRO SATTA : Sax Alto
MICHEL AUDISSO : Sax Soprano, Alto
TORQUATO SDRUCIA : Sax Baritono
PIERPAOLO BISOGNO : Vibrafono, Percussioni
STEVE CANTARANO : Contrabbasso
PIETRO IODICE : Batteria
GIANCARLO CIMINELLI : Tromba
CLAUDIO CORVINI : Tromba
ROBERTO PECORELLI : Trombone Basso
MASSIMO PIRONE : Trombone
SANDRO SATTA : Sax Alto
MICHEL AUDISSO : Sax Soprano, Alto
TORQUATO SDRUCIA : Sax Baritono
PIERPAOLO BISOGNO : Vibrafono, Percussioni
STEVE CANTARANO : Contrabbasso
PIETRO IODICE : Batteria
Con la partecipazione speciale di:
NAPOLEON MURPHY BROCK : Sax Tenore, Flauto Traverso e Voce
Setlist
1-Kink Kong
da “Uncle Meat”
2-Little Umbrella da “Hot
Rats”
3-Uncle Meat
4-It Must Be A Camel da “Hot
Rats”
5-Peaches en Regalia da “Hot
Rats”
Con N.M. Brock
6-Take Your Clothes Off When You Dance da “We’re Only In It for the Money”
7- Cosmik
Debris da “Apostrophe(‘)”
8-Uncle Remus da “Apostrophe(‘)”
9-Florentine Pogen da “One Size Fitz All”
Senza Brock
10-Madley: Let’s Make the Water Turn Black/Eat That Question/I’m The Slime da “We’re Only …/The Grand
Wazoo/Over-nite Sensation
Rientra Brock
11-Muffin Man da “Bongo Fury”
Encore
12-Oh No da
“Weasels Ripped My
Flesh”
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