D-YES-IS
live al Club Il Giardino - Lugagnano di Sona (VR) 19/02/2016
di Marco Pessina
Cover band dirà qualcuno, sì, certo, ma coi
controfiocchi ci permettiamo di far osservare. Per fare buona musica, anche se
si suona le cose degli altri, è comunque necessaria la qualità. Quella qualità
che di certo non manca ai D-YES-IS, super gruppo romano che affronta il
repertorio YES soprattutto per ciò che riguarda la parte più significativa
della gloriosa band inglese. E quando si hanno sul palco marpioni della musica
del calibro di FABIO PIGNATELLI (basso),
GIACOMO ANSELMI (chitarre e cori), LUCA CAPITANI (batteria e cori), DANILO CHERNI (tastiere e cori) e una
voce potente e acuta come quella di FRANK CORIGLIANO, il risultato non può che
essere notevole. Il colpo d'occhio del Club è di quelli significativi, ma ormai
non è una novità, visto ciò che propone il locale di Lugagnano. L'atmosfera di
inizio concerto è da brivido, con quelle atmosfere cariche di effetti che
precedono la suite CLOSE TO THE EDGE, pezzo di diciannove minuti dall'omonimo
album del 1972, passato alla storia della musica progressive. La band è
amalgamata alla perfezione e gli applausi finali ne sono la testimonianza
tangibile. Senza soluzione di continuità si passa a SIBERIAN KHATRU, con un
ANSELMI stratosferico alla sei corde. Efficace il miscuglio di voci essenziali
nella musica degli YES. E già che ci siamo, la band conclude l'album con
l'esecuzione della magnifica AND YOU AND I, carica di atmosfere sinfoniche che
qualcuno ebbe l'ardire di chiamare orpelli. Non mancano salti in avanti nel
tempo come quando la band esegue: DOES IT REALLY HAPPEN? dall'album DRAMA del
1980, che fu ingiustamente sottovalutato dai puristi e che vedeva alla voce
TREVOR HORN e alle tastiere GEOFF DOWNES, provenienti dalla musica elettronica
dei BAGGLES, e che presenta un impegnativo riff di basso che mette alla prova
PIGNATELLI. Non ci siamo nemmeno resi conto, ma è già passata quasi un'ora, in
mezzo agli applausi scroscianti del folto pubblico. Dopo una breve pausa il
concerto riparte con HEART OF THE SUNRISE, lungo e articolato brano da FRAGILE
del 1971. Ottima la base ritmica e preciso e puntuale il suono delle tastiere
di CHERNI. E già che ci siamo, via con SOUTH SIDE OF THE SKY, brano dello
stesso album, meno conosciuto, ma non meno significativo. Tutto gira alla
perfezione e la serata prende sempre più quota. I cavalli di battaglia della
band inglese si susseguono e non può mancare certo ROUNDBOUT con il suo
caratteristico intro di chitarra di un ANSELMI sempre più in palla. CORIGLIANO
non gli è da meno, con la voce che tiene perfettamente le alte note che furono
create per JON ANDERSON. Dedica d'obbligo a CHRIS SQUIRE, glorioso bassista,
nonché fondatore del gruppo inglese, scomparso prematuramente un anno fa, e
spazio per OWNER OF THE LONELY HEART, tratta da 90125, album che di fatto diede
vita alla seconda "carriera" della band e che vide l'entrata nella
line up di TREVOR RABIN, funambolico chitarrista e compositore sudafricano a
cui gli YES di allora devono molto. Ci stiamo avviando alla fine di uno dei
concerti più belli, dal punto di vista qualitativo, che si siano visti al
Giardino - parere personale - negli ultimi anni. Non può mancare STARSHIP
TROOPER, e il pubblico viene coinvolto in un battimani ritmato. Ovazione di
fine brano col pubblico che chiede il bis ancora prima che la band lasci la
scena. Il quintetto romano non si fa pregare e senza far aspettare molto
conclude il concerto con il bis classico di matrice YES: I'VE SEEN ALL GOOD
PEOPLE con le sue due parti distinte e con il suo finale in crescendo che
trascina tutto il pubblico in sala. Un'altra grande serata di musica.
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