Attenti a quei due...
"La classe operaia va in paradiso.
Sicuramente, ma siccome l'ascensore di servizio è sempre rotto, se la deve fare
a piedi"
(Francesco Di Giacomo)
Il 29 febbraio,
all'interno del porto di Taranto, andava in scena la prima di "Pane
loro - storie da una Repubblica fondata sul lavoro", spettacolo
teatrale teso a creare un confronto diretto con chi è già nel mondo del lavoro
e con chi ne farà parte, ma anche con le istituzioni e la politica con lo scopo
di informare, sensibilizzare, denunciare e provocare reazioni sul fronte della
sicurezza.
Testo di Stefano Mencherini, regia di Ulderico Pesce, musiche di Rodolfo Maltese, e con Francesco di Giacomo nelle vesti di
attore, impersonando un operaio che ha perso l'uso delle gambe ed è costretto
sulla sedia a rotelle.
Lo spettacolo
raccoglieva le storie di chi sopravvive magari su una sedia a rotelle dopo un
incidente sul lavoro. Fare esprimere la solitudine di rimanere senza il proprio
familiare. Far conoscere quali ricatti e quali sopraffazioni vivono dentro il
mondo del lavoro. Denunciare il silenzio che ruota intorno alle vittime e ai
perchè sono diventati tali.
Dopo la prima del 29
febbraio ci furono altre date a Bologna, Roma, Torino e Cerignola .
Ancora una volta
Francesco e Rudy insieme per sensibilizzare e denunciare, usando la loro
arte... giù il cappello!
WK
Il pane loro: il teatro civile di
denuncia si fa nei cantieri
Nei porti, nelle fabbriche, nei cantieri.. si recita il
dramma delle morti bianche.L'inchiesta giornalistica diventa una piece. Le
poesie di Roversi, Alda Merini ed altri poeti sono brani rock... Progettazione
musicale di Maltese e Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso
Il pane loro. Storie
da una Repubblica fondata sul lavoro: questo il titolo di uno spettacolo
teatrale che andrà in scena nei porti, nei cantieri, nelle fabbriche. Un
esempio di teatro civile sugli incidenti di lavoro che è stato presentato in
una conferenza stampa presso la Provincia di Roma. Lo spettacolo è stato
realizzato in collaborazione con Fillea Cgil, Provincia di Roma (assessorato
alle Politiche del Lavoro) e Regione Puglia (Assessorato al Lavoro).
Moulay El Akkioui,
segretario nazionale della Fillea Cgil ha rimarcato come servano le leggi ma
anche la cultura. Bisogna fare
cultura e portare questo spettacolo anche nelle scuole - ha detto il
responsabile della Fillea Cgil - Su questi temi è impensabile non fare un
programma didattico: i ragazzi di oggi sono i lavoratori di domani.
Su idea e testi di
Stefano Mencherini (giornalista e regista Rai), che ha attinto ad un lungo
impegno di inchiesta giornalistica sugli incidenti del lavoro. Al suo interno
raccoglie anche poesie realizzate ad hoc per lo spettacolo di poeti come
Roberto Roversi e Alda Merini. Regista e protagonista è Ulderico Pesce, da
sempre impegnato nel teatro civile. La progettazione musicale è di Rodolfo
Maltese e Francesco Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso che hanno
trasformato le poesie in brani rock di denuncia.
La prima dello
spettacolo è prevista il 29 febbraio al porto di Taranto. Seguiranno quindi le
rappresentazioni a Brescia (4 marzo, S. Eustachio, storica azienda
metalmeccanica), a Roma (10 marzo, Officine Marconi), Bologna (7 aprile) ed a
Torino in data da definire.
In scena attori
professionisti ma anche operai che recitano se stessi. Le morti bianche sono un
dramma di vita. Il teatro lo sottolinea, lo porta all’attenzione del pubblico proprio nei
luoghi di lavoro.
Rodolfo Maltese, nella
veste anche di compositore, ci sottolinea come la lettura musicale sia molto
rock. Le basi sono realizzati con sovraincisioni di chitarre, su cui si
innestano la chitarra principale di Maltese che suona in scena e la voce di
Francesco Di Giacomo che canta le poesie rock.
Stimolante, anche se terribile -
sottolinea Maltese - calarsi nota per nota nella sofferenza e nelle sue
profondità più remote attraverso la musica e le canzoni costruite sulle poesie.
Insieme a Francesco Di Giacomo, creando e provando, in un continuo confronto
tra noi e con il testo e con la realtà che ci siamo trovati a leggere e tradurre in musica abbiamo riversato in questo progetto
una parte del nostro io musicale. Con la vena rock che ci appartiene da sempre
abbiamo provato a parlare delle morti bianche..
Maria Luisa Giordano -
curatrice dell’Ufficio Stampa, che ha introdotto l’incontro in conferenza stampa -
ricorda una battuta di Francesco Di Giacomo, con cui ci piace chiudere: La classe operaia va in paradiso.
Sicuramente. Ma siccome l’ascensore di
servizio è sempre rotto se la deve fare a piedi.
Questo è quello che raccontavano i
due protagonisti
Francesco Di Giacomo musicista e vocalist
Mi sono buttato a
capofitto in questo progetto per la seconda volta.
La prima, nel 2001, ho
partecipato musicando un brano, e con me l’hanno fatto altri musicisti. Ora ho invece affrontato la drammaticità del
tema sulle morti bianche totalmente componendo dapprima delle cellule che
sottolineassero la tragicità delle situazioni vere che Il Pane Loro racconta.
Stimolante, anche se
terribile, calarsi nota per nota nella sofferenza e nelle sue profondità più
remote attraverso la musica e le canzoni costruite sulle poesie.
Insieme a Francesco Di
Giacomo, creando e provando, in un continuo confronto tra noi e con il testo e
con la realtà che ci siamo trovati a leggere e tradurre in musica abbiamo riversato in questo progetto una parte del nostro io musicale.
Con la vena rock che
ci appartiene da sempre abbiamo provato a parlare delle Morti Bianche
Rodolfo Maltese, chitarrista e compositore
Quella degli incidenti del lavoro e una strage su cui da decenni un
colpevole silenzio, dalla politica ai media, ha occultato drammi personali e
collettivi (solo negli ultimi mesi anche per i ripetuti interventi del
Presidente Napolitano e l’incalzare di
disastri come quelli della Thyssenkrupp e del porto di Marghera il muro di
omertàe indifferenza si sta incrinando).
Ho cercato quindi già dal 2000, quando ho scritto la prima
stesura de Il Pane loro, una formula di comunicazione che
cercasse di filtrare, di insinuarsi la dove le altre porte erano sbarrate per arrivare fino ai cervelli e ai
cuori dei lavoratori e di chi nel mondo del lavoro deve ancora entrare. Ecco
perchè la scelta di unire teatro, poesia civile, musica e storie vere raccolte
in diversi anni di documentarismo di inchiesta. Un testo cattivo, Il Pane loro, come cattiva e la coscienza di chi non ci racconta
davvero come stanno le cose e fa poco o nulla per modificarle. Ma un lavoro nel
suo complesso che vuole non solo scuotere e provocare ma unire intelligenze e
energie, sensibilità e impegni
concreti. Con il contributo straordinario di alcuni tra i più grandi poeti
civili del nostro Novecento, in testa Roberto Roversi che ringrazio prima degli
altri non solo per i suggerimenti, ma soprattutto per l’esempio di vita e di lavoro che ci
regala.
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