L’immagine di Andrea è
da sempre collegata alla figura di Vasco
Rossi, per via del suo ruolo di frontman nella tribute band Il Tropico del Blasco, posizione che
continuerà a ricoprire coltivando in parallelo il sogno “solo”.
Sono otto i brani che
fanno parte del CD, circa 31 minuti di musica in cui Andrea, autore di tutti i
testi, sintetizza la sua vita, regalando al mondo i suoi pensieri più intimi.
Nell’intervista a
seguire, a domanda specifica Andrea risponde: “… il mio disco parla semplicemente di me…”, e viene facile pensarlo
in un angolo, in un qualsiasi momento di pausa dall’attività quotidiana,
intento a scrivere di getto i sentimenti
del momento.
Ed è proprio questa l’analogia
con il suo mito Vasco, il cui successo va sviscerato provando a isolare il suo
italico rock dal messaggio, dalla capacità di arrivare al cuore di milioni di
persone, dall’abilità del tutto naturale di provocare immedesimazione.
Andrea Di Marco inventa
un gioiellino, perché le sue canzoni sanno di onestà e trasparenza, e se la cadenza
e il piglio riportano al mito nazionale, l’originalità è data dal racconto
personale che, in piccolo, potrebbe portare l’ascoltatore alla piena sintonia.
Leggendo le risposte
di Andrea si scoprono le premesse, le collaborazioni e gli aiuti, perché senza
un pugno di amici non si va da nessuna parte.
Coraggio… c’è sempre
tempo e momento per inventare musica!
L’INTERVISTA
Dopo un lungo
percorso legato alla riproposizione del repertorio di Vasco presenti ora una
strada parallela, solista, sintetizzata dall’album di prossima uscita: come sei
arrivato alla decisione?
Continuo a cantare
Vasco, per me è l’unico artista italiano che può trasmettere un percorso di vita
che sviluppa e riproduce la strada di ognuno di ognuno di noi… chi prima o chi
dopo quel percorso lo fa sempre… emozioni, sensazioni, vita quotidiana, vita
vissuta, gioie, dolori, rimorsi, rimpianti. In realtà è da molti anni che
scarabocchio in qualche foglio frasi e pensieri, e da piccolo avevo anche un
piccolo quaderno Fabriano dove scrivevo le mie sensazioni e le rendevo poesia,
o meglio, facevo la rima, un pò per divertimento un pò per sentirmi un artista.
Il vero stimolo a fare qualcosa di mio realmente mi è arrivato dal mio amico
Max Campioni, che mi ha invogliato a staccarmi dal personaggio di Vasco, quando
abbiamo lavorato insieme con le sue canzoni all’album “Ma Anche No”, della band Precedenza Assoluta. Mi ha trasmesso la
sua voglia di scrivere, mi ha passato la sua voglia di avere sempre voglia, di
avere un obiettivo, anche se, nonostante la nostra veneranda età, ormai l’obiettivo si trasforma in sogno. Ma
poi è bello anche quello. Sognare.
Che cosa contiene il
disco, sia dal punto di vista musicale che da quello dei messaggi?
Credo fermamente una
cosa: i dischi non vanno spiegati, vanno ascoltati, perché dentro le parole che
si dicono chiunque possa rispecchiarsi. Il mio disco parla semplicemente di me,
di vita, di amore, dell’essere giudicato della realtà che si vive e che spesso non
ci va bene, anzi non ci va bene quasi mai.
Chi ti ha aiutato nella
raggiungimento dell’obiettivo?
Devo ringraziare chi
crede in me, devo ringraziare chi mi conosce, devo ringraziare chi mi reputa un
grande. Gli sponsor, i ragazzi del gruppo e un pò anche i “lavori socialmente
utili”. La maggior parte dei pezzi li ho scritti nella mezz’ora di pausa,
quando lavoravo al matitone. Mi soffermavo a pensare e scrivevo di pancia ciò che
mi stava accadendo. Nella vita di una persona succedono cose che ti fanno
scrivere, che ti fanno descrivere delle sensazioni. E in quel momento… proprio
in quel momento, le vuoi condividere con altre persone, perché forse qualcuno
le ha provate proprio come le stai provando tu.
Hai una band che ti
supporta?
Sì, ho una band, è cambiato
improvvisamente il batterista e ho dovuto chiedere ad un mio amico al volo… il motivo
è talmente stupido che credo che pubblicarlo sia altrettanto stupido! Ora la
band è composta da Enzo Marrali (tastiere), Roberto Magnani (chitarra), Paolo
Di Pietro (chitarra), Fabio Bavastro (basso), Mauro Vigo (batteria) ed io. Devo
solo ringraziare questi ragazzi. Enzo e Roby hanno anche curato l’arrangiamento
dei pezzi.
Ci sono ospiti che ti
hanno affiancato nella realizzazione di “Ti sembra facile”?
Sì. In realtà l’inizio
di questo “gioco” è nato grazie all’aiuto di Laila Iurilli, che trasformò in canzone
le mie parole. Io l’ho sempre vista come una grande e il fatto che un giorno
sono arrivato con un testo e lei me l’ha musicato mi ha reso felice. La prima
canzone fu “Qualcosacosa”, poi
seguirono le altre, “Ci sei o ci fai”,
“Scriverò un'altra canzone”. Laila
nel disco canta con me “Qualcosacosa;
poi nel disco è presente il tenore Alessandro Fantoni, mio cognato, il
chitarrista fonico Ricky Pelle, il sax Marco Macrì, la voce di Valeria (la ragazza di Enzo Marrali)
nei cori di “Ti sembra facile”. La
canzone “Qualcosacosa” è stata
registrata da alcuni componenti ed ex componenti della mia band tributo a
Vasco. Le altre canzoni, oltre a quelle citate, sono state realizzate da me, Enzo
Marrali e Roberto Magnani.
Come pubblicizzerai il
disco?
Essendo a corto di
fondi pubblicizzerò il disco più che altro tramite i social network o comunque
enti gratuiti, sperando che tutti i nostri sacrifici vengano ripagati in
qualche modo.
Sono previste date live
o presentazioni particolari?
L’unica data prevista
per ora è quella del 26 febbraio, data in cui presenterò il disco da Zio Erasmo
Utri Beach, e sarà proprio il giorno dopo del mio trentottesimo compleanno!
Prova a sognare,
rimanendo… con i piedi per terra: dove vorresti arrivare con la tua proposta
personale?
Sai, sono sincero, basterebbe
arrivare al cuore della gente.
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