Finitior
Visus Nostri by Machina Coeli
Sicuramente singolare questo concept album, firmato Machina Coeli, che accosta musica medioevale eseguita con maestria e
opportuna strumentazione sintetica a brani ambient dark black/metal medioevale,
in un esperimento in cui si sono cimentati molti gruppi (progressivi e non)
anche in anni meno recenti.
E' il racconto di un eroe ad un giovane guerriero, ed il suo
insegnamento sulla vanità della guerra, il tema dell'album di venticinque
minuti dei Machina Coeli, nato addirittura nel 1997 e già pubblicato nel 1999
(oggi rimasterizzato).
Finitor Visus Nostri, è questo il titolo del disco, descrive
un viaggio in un mondo magico con atmosfere profondamente medievali, composto
da idee originali e suonato con maestria, pieno di colori antichi. Una piccola
perla, racchiusa in uno scrigno.
Le tracce musicali fanno da guida all'ascoltatore nel
racconto dell'eroe al giovane guerriero e i capitoli della storia trascinano
indietro nel tempo, mostrando come scene teatrali le immagini raccontate
musicalmente.
“Nightmare/Soul“-
Dalle nebbie più cupe del dark/prog un lamento soffuso si alza in, suoni di
campane sospese da un carillon in lontananza, mentre un corno inglese annuncia
la caccia o la battaglia appena terminata .
“Dawn”- Tutto è
sommerso dall'innalzarsi di un organo celestiale accompagnato da campane,
questa volta a festa, che riaccende la scena: è il trionfo della luce sulle
tenebre.
“Victory”- Un
arpeggio cadenzato sancisce l'attesa sempre con rintocchi di campane incessanti
e poi nuovamente l'estasi in un saliscendi, quasi una danza medioevale, una
gavotta celestiale.
“The castle - Arrival, Feast and Departure “- Cimbali e tamburi
annunciano l'imponenza di un castello con la vita di corte e di nuovo un ballo
dal sapore antico e ancestrale, una festa, musica gioiosa, un rincorrersi di
scale di un clavicembalo ritmato da percussioni antiche, che si allontanano
sulla spiaggia rappresentata dalle onde del mare a fare da contorno.
“Deep Blue Waters“
- Un organetto riapre le danze sempre accompagnato da tamburi mononota, e poi
nuove scale in un andirivieni ossessivo di pianoforte. E’ il luccichio delle
onde del mare espresso in musica.
“Revelations” - Una
suite in crescendo che annuncia nuovamente qualcosa di imponente, mistico,
celestiale, forse divino.
“Toward Orion (A Gentle
Giant) “- La rivelazione, il segreto è svelato ed ecco l'enfasi, la musica
cresce di tono, non è più gioiosa ma preannuncia contrasti, battaglie epiche al
limite tra reale e fantasy ed il passato si confonde col futuro.
Ed infine “Epilogue”,
un ritorno alle campane, ai rintocchi di una
sfida annunciata da una voce narrante con tensione crescente, un monito
contro la guerra da lasciare ai posteri.
Interessante l'origine del nome, “Machina Coeli: Il meccanismo del cielo”, secondo Severino Boezio (V
secolo).
Il titolo “Finitor
Visus Nostri: fin dove arriva la nostra vista all'orizzonte”.
L'autore e creatore del gruppo Coatl: parola azteca per che sta per "serpente".
Coatl M. Evil - Tutti gli strumenti
Marco Gasparetto - Ospite alle chitarre (traccia n ° 1 e 8).
Nel complesso un esperimento riuscito, anche perchè
arricchito dalla chitarra di Marco Gasparetto che contorna con preziosi cammei
la pur ricca pagina musicale che non eccede la soglia della facile spettacolarizzazione.
Anzi i toni pacati e armoniosi dei brani sono secondo me il tocco di classe che
rendono questo progetto piacevole ad un pubblico molto vasto.
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