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martedì 2 febbraio 2016

Finitior Visus Nostri by Machina Coeli, di Andrea Zappaterra


Finitior Visus Nostri by Machina Coeli

Sicuramente singolare questo concept album, firmato Machina Coeli, che accosta musica medioevale eseguita con maestria e opportuna strumentazione sintetica a brani ambient dark black/metal medioevale, in un esperimento in cui si sono cimentati molti gruppi (progressivi e non) anche in anni meno recenti. 
E' il racconto di un eroe ad un giovane guerriero, ed il suo insegnamento sulla vanità della guerra, il tema dell'album di venticinque minuti dei Machina Coeli, nato addirittura nel 1997 e già pubblicato nel 1999 (oggi rimasterizzato).
Finitor Visus Nostri, è questo il titolo del disco, descrive un viaggio in un mondo magico con atmosfere profondamente medievali, composto da idee originali e suonato con maestria, pieno di colori antichi. Una piccola perla, racchiusa in uno scrigno.
Le tracce musicali fanno da guida all'ascoltatore nel racconto dell'eroe al giovane guerriero e i capitoli della storia trascinano indietro nel tempo, mostrando come scene teatrali le immagini raccontate musicalmente.
Nightmare/Soul“- Dalle nebbie più cupe del dark/prog un lamento soffuso si alza in, suoni di campane sospese da un carillon in lontananza, mentre un corno inglese annuncia la caccia o la battaglia appena terminata .
Dawn”- Tutto è sommerso dall'innalzarsi di un organo celestiale accompagnato da campane, questa volta a festa, che riaccende la scena: è il trionfo della luce sulle tenebre.
Victory”- Un arpeggio cadenzato sancisce l'attesa sempre con rintocchi di campane incessanti e poi nuovamente l'estasi in un saliscendi, quasi una danza medioevale, una gavotta celestiale.
 “The castle - Arrival, Feast and Departure “- Cimbali e tamburi annunciano l'imponenza di un castello con la vita di corte e di nuovo un ballo dal sapore antico e ancestrale, una festa, musica gioiosa, un rincorrersi di scale di un clavicembalo ritmato da percussioni antiche, che si allontanano sulla spiaggia rappresentata dalle onde del mare a fare da contorno.
Deep Blue Waters“ - Un organetto riapre le danze sempre accompagnato da tamburi mononota, e poi nuove scale in un andirivieni ossessivo di pianoforte. E’ il luccichio delle onde del mare espresso in musica.
Revelations” - Una suite in crescendo che annuncia nuovamente qualcosa di imponente, mistico, celestiale, forse divino.
Toward Orion (A Gentle Giant) “- La rivelazione, il segreto è svelato ed ecco l'enfasi, la musica cresce di tono, non è più gioiosa ma preannuncia contrasti, battaglie epiche al limite tra reale e fantasy ed il passato si confonde col futuro.
Ed infine “Epilogue”, un ritorno alle campane, ai rintocchi di una  sfida annunciata da una voce narrante con tensione crescente, un monito contro la guerra da lasciare ai posteri.
Interessante l'origine del nome, “Machina Coeli: Il meccanismo del cielo”, secondo Severino Boezio (V secolo).
Il titolo “Finitor Visus Nostri: fin dove arriva la nostra vista all'orizzonte”.
L'autore e creatore del gruppo Coatl: parola azteca per  che sta per "serpente".
Coatl M. Evil - Tutti gli strumenti
Marco Gasparetto - Ospite alle chitarre (traccia n ° 1 e 8).
Nel complesso un esperimento riuscito, anche perchè arricchito dalla chitarra di Marco Gasparetto che contorna con preziosi cammei la pur ricca pagina musicale che non eccede la soglia della facile spettacolarizzazione. Anzi i toni pacati e armoniosi dei brani sono secondo me il tocco di classe che rendono questo progetto piacevole ad un pubblico molto vasto.

Lunga vita e imperitura Gloria ai Machina Coeli!

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