Frammenti, il secondo disco del duo romagnolo uscito lo scorso Novembre raccoglie
dieci canzoni di cantautorato electro-wave minimale e vibrante: loro sono i FermoImmagine,
da Luigi Maresca (nife) e Mirko Ravaioli (mrk).
Il disco arriva a due anni dal
precedente “Foto ricordo” e vede la
band romagnola collaborare con Lorenzo Montanà nelle vesti di
produttore, che ha seguito il progetto dalla fase di scrittura dei brani sino
all'approdo in studio di registrazione, dove i FermoImmagine - anche
grazie alla collaborazione con Gianluca Lo Presti (Nevica su
quattropuntozero/Nevica NOISE) - hanno sigillato le dieci tracce.
Come per l'opera precedente, anche “Frammenti”
dunque si muove in un solco wave ed elettronico tipicamente anni ottanta, ma
con un approccio profondamente diverso sia per quanto riguarda la scrittura dei
brani che la scelta dei suoni. E' nato così un lavoro maggiormente leggero ed
aperto rispetto al passato: il suono è meno freddo e rigido e trova una propria
autonoma identità in brevilinei frammenti ambient-IDM come in ritmiche e
chitarre più lineari e dirette.
“Frammenti” è insomma un disco
più contemporaneo nei suoni ma lo è anche nelle atmosfere, ricalcate al meglio
dalla copertina, un disegno minimale di Luigi Maresca. Ogni brano è come un
bagliore di luce bianca che investe in modo soffuso la realtà di tutti i
giorni, raccontandone lo spaesamento e la precarietà esistenziale, dove tutto,
a cominciare dall'anima, sembra disaggregato e impossibile da accorpare. “Frammenti”,
appunto, che possono essere brandelli biografici o visioni oniriche, scampoli
d'osservazioni metropolitane oppure punti fermi che si dissolvono nel tempo
della memoria evanescente e nello spazio degli affetti incomunicabili. Ma anche
pezzetti di uno specchio in cui ci si riflette quasi d'improvviso, accorgendosi
che comunque si r(esiste) alla sofferenza e alle perdite, conquistando magari
una nuova consapevolezza e una nuova affinità. Perché in fondo sta proprio qui
la grande forza di questo lavoro dei FermoImmagine: la capacità di
essere vicino a chi ascolta di una manciata di canzoni che penetrano
sottopelle, abbagliano, scaldano. E fanno sentire meno soli. Ecco brevemente
una descrizione dei brani con piccoli
cammei di testo, che non si può fare a meno di apprezzare, poesie metropolitane
e intimiste , liriche degne del miglior mondo cantautorale italiano.
1.
La Gabbia
Ci sentiamo un pò tutti prigionieri
di qualcosa, sia un cliché, una moda, un modo di vivere una situazione
familiare che ci blocca...
“Vendere,
comprare, comprare, vendere. Soltanto questo posso fare. Vendo il mio tempo, la
mia dignità, calpestata, maltrattata.”
2.
11.12.13
Il nostro mondo fatto di vetrine
luccicanti che attraggono ma che dietro hanno il vuoto dell'ipocrisia, regali
sprecati per colmare gli affetti umani che non riusciamo più a donare!
“Vetrine.
Le guardo distratto e sorrido. Le guardo pensando: c'è il vuoto. Ipocrita, che
cerchi in scatole di carta quello che tu non sei.”
3.
Sono calmo
Un attimo di pace e di tranquillità
in cui ci si accorge di stare bene.
“Sono
calmo sto bene, niente mi trattiene, niente mi pesa mi blocca, sono come il
vento che soffia. Sono calmo sto bene, niente mi trattiene, niente mi pesa mi
blocca, sono come un fiore che sboccia.”
4.
Fiore di Campo
Musicalmente il brano più anni ‘80,
la libertà e la semplicità di un fiore di campo contrapposto alla nostra
condizione umana.
“Io
che son schiavo di questo correre senza sosta per sopravvivere. Prigioniero tra
cose e persone che non mi appartengono, non mi servono.”
5.
Nebbia
Immagine allusiva, calzante di un
mondo che ci avvolge ma che non ci fa vedere nulla dell'esterno ma solo al
nostro interno.
“Io
non vedo nulla, solo un muro freddo. Freddo, sempre uguale. Mi sento perso in
questo limbo senza tempo. Non trovo niente di quello che mi consola. Non mi
riconosco. Sono circondato da fantasmi che mi seguono come colpe dimenticate.
Mi restano soltanto ricordi e rimpianti.”
6.
Pugile
Di pugni in faccia oggi se ne
prendono tanti in mille modi e siamo un pò tutti pugili, l'importante è non
arrendersi e combattere!
“Vita
di pugni in faccia, nello stomaco. Dolore per qualcuno che non c'è più, per
qualcosa che è ancora lì, che preoccupa, lacera dentro. Allora cado, mi sento
svenire, manca il fiato, in ginocchio, mi rialzo lentamente,
ancora colpito gravemente. Sono giù, non c'è tempo, devo far presto.”
7.
Attimi
Forse la più ermetica lirica ma
sempre con un sottofondo di malessere legato al nostro modus vivendi.
“Ora
solo un parcheggio di auto messe alla rinfusa, a nessuno importa. Individui che
passano di fretta, distratti, impegni da rispettare, orari da seguire. Niente
urla gioiose, anche qui silenzio. “
8.
Distante
Anche questo un brano musicalmente
anni ‘80 con un grande volo pindarico nell'infinito.
“Gesti
ripetuti, sempre uguali, utili agli altri, unitili per me. Guardo in alto,
fisso il cielo, faccio un salto, spicco il volo, su, sempre più su. Guardo giù,
ora tutto così distante. Da qui è bellissimo, la terra un puntino nel buio più
profondo. Solo il silenzio, miliardi di stelle, senza fiato, distante anni
luce. Da lontano un richiamo forte e chiaro, torno indietro velocissimo,
incandescente.”
9.
Ansia
Sicuramente uno dei mali del nostro
tempo, paragonerei questa lirica ad una di Gaber per il modo narrativo di
descrivere uno stato d'animo come il grande Giorgio sapeva fare!
“L'ansia
che non ti lascia, ti mangia dentro, ti consuma, ogni attimo ti tortura, non
hai pace, è sempre lì, non ti abbandona. L'ansia del futuro, del presente.
L'ansia che ti spegne lentamente, come una fiamma che brucia velocemente, senza
illuminare, che si perde nel buio. L'ansia che ti blocca, non ti lascia
pensare, non ti lascia fare. Sei impotente, sono impotente, ti guardo senza
poter far nulla, poterti aiutare, cosa fare.”
10.
40 anni
Si tirano le somme di una vita al
traguardo dei 40 anni con questa (fatemelo dire) splendida poesia carica di
significato.
“Vecchie
foto riflettono lo stesso viso pulito, privo di ferite, gli occhi sempre
quelli. Libero di fare, pensare, sognare. Ora costretto a qualcosa che non controllo,
eppure ancora libero. Aggrappato a sogni che il vento come il tempo che passa
me li porta via, me li porta via.”
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