foto Francesco Desmaele
Della serie, "l'avrei
voluta scrivere io"!
Paolo "Hammill" Carnelli, recensisce lo straordinario,
commovente, e tecnicamente perfetto concerto del grande Gianni
Nocenzi.
Grazie Paolo, mi hai letto
nel pensiero... bella recensione, copio i compiti.
Wazza
Gianni Nocenzi Roma, Planet Live Club, 23/11/2016
Il ritorno live di un grande artista come Gianni Nocenzi non
poteva essere banale: dal vivo, la magia delle composizioni presenti nello
splendido Miniature assume una forza ancora maggiore e quasi insostenibile.
Gianni Nocenzi è tornato, e questa è
la prima buona notizia. La seconda è la presenza in sala, ad accoglierlo,
di un pubblico numerosissimo e curioso, nonostante sia un giorno
infrasettimanale. C’è grande attesa, si avverte in maniera palpabile. E allora
è giusto arrivare al concerto per gradi, con Guido Bellachioma e Vittorio
Nocenzi a fare gli onori di casa, dialogando con il sorriso sulle labbra ma
introducendo elementi di riflessione profonda, sulla musica di Gianni e non
solo. Poi finalmente il Maestro si palesa nella sua inconfondibile figura
filiforme, dai movimenti eleganti e misurati. A metà strada tra il
miracolo e l’apparizione divina. Ma soprattutto si materializza quello che ha
da dire, il suo verbo: dalle sue dita sgorgano note di una bellezza assordante,
trame di gemme inanellate con fili doro e argento. Miniature,
il titolo del suo nuovo album solista, che ripropone per intero in due tempi,
rimanda inequivocabilmente al lavoro certosino dell’artista, che dedica un tempo infinito a partorire qualcosa di
estremamente piccolo ma al tempo stesso tremendamente prezioso. In studio c’erano solo Gianni e il pianoforte, e così è anche dal vivo, al
Planet Live Club di Roma per la presentazione ufficiale dell’album.
Il maestoso Yamaha C7 fornito da Cherubini, marchio
storico della Capitale che rimanda direttamente ai grandi raduni pop (prog)
degli anni 70, è lì, pronto ad accogliere il suo cavaliere e a sciogliere le briglieper alzarsi in volo.
La microfonazione, curata nei minimi dettagli da Toni Armetta, a restituirci
ogni singolo sussurro (ma anche ogni cannonata) proveniente dai tasti e dalle
corde. E un canto delle sirene, quello che si sprigiona dalle dita di
Gianni e arriva al pubblico presente in sala, attento, partecipe. Un viaggio
che trova la sua ispirazione in Chopin, Bartòk, Rachmaninov, Schoenberg
eppure anche se Miniature
giunge a ben 23 anni di distanza dal precedente Soft
Songs (1993), nelle sei composizioni non c’è voglia di strafare, non c’è una nota in più o
una nota in meno rispetto a quanto necessario per rendere il messaggio sonoro
limpido e profondo. Il concerto è finito, ma dopo le domande del pubblico c’è ancora tempo per un ultimo regalo: 750.000 anni fa l’amore? e Traccia II riallacciano
il filo anche con il Banco del Mutuo Soccorso. Un passato così lontano, ma
anche così vicino. Un passato che nessuno potrà mai cancellare.
Paolo Carnelli
Nessun commento:
Posta un commento