Il Rumore Bianco – Antropocene (2016)
di Evandro
Piantelli
Se
cercate su Wikipedia la definizione di “Rumore bianco” ne troverete due: il titolo di
un romanzo dello scrittore americano Don DeLillo oppure “un particolare tipo di rumore caratterizzato dall'assenza di
periodicità nel tempo e da ampiezza costante su tutto lo spettro di frequenze”
(in pratica un'idealizzazione teorica, in quanto in natura non esiste un rumore
con queste caratteristiche).
Non
so a quale concetto si siano ispirati i musicisti Thomas Pessina, Michele
Zanotti e Alessandro Danzi
quando nel 2012 hanno fondato questa band. So però che la loro fonte di
ispirazione musicale è multipla e spazia dal progressive, al jazz, all'elettronica
e al rock, approdando a un genere personalissimo che, solo per comodità di
catalogazione, definirei post-rock. Ai tre fondatori si sono poi
aggiunti Eddy Fiorio, Giacomo Banali e Umberto Sartori a completare la line up della band. Antropocene,
pubblicato nel 2016, è il primo lavoro di lunga durata del gruppo, in quanto è
stato precedeuto solo dall'EP “Mediocrazia”
del 2013.
Il
brano di apertura del CD (Il crepuscolo dell'anima) ha un testo di grande
attualità (“... grandi democrazie esportano bombe ...”) e ci fa
riflettere, se ce ne fosse ancora bisogno, sull'assurdità della guerra. La
canzone contiene un bell'intermezzo musicale, per poi riprendere il cantato
nella parte finale. Nonostante la serietà del testo il pezzo è piacevole e si
ascolta volentieri.
Il
brano seguente, Mediocrazia,
ha come tema la mediocrità ed è forse il più rock di tutto il lavoro, pur
contenendo delle belle parti di tastiera che, a tratti, lo avvicinano al
progressive.
Il
capitale umano parte subito con una intro di puro
jazz-rock, per virare poi su atmosfere crimsoniane.
Il testo della canzone è forse il più complesso e “politico” dell'album; gli
inserti di sassofono sulla base di tastiere sono molto suggestivi. I cambi di
tempo sono frequenti e il brano, dopo qualche ascolto, risulta convincente.
Una
dolcissima introduzione di pianoforte apre Tempio pallido, il brano più neo-progressive di tutto il
lavoro. Nella canzone, che contiene anche un breve recitato, nessuno strumento
vuole primeggiare e si raggiunge un notevole equilibrio sonoro.
La
successiva Tephlon (interamente strumentale) ci fa
immergere in atmosfere VDGG, senza però scimmiottamenti di sorta. Il sax
è presente in tutto il pezzo e nel finale l'organo la fa da padrone,
regalandoci grandi emozioni. E' decisamente il brano più vicino alle mie corde
e ad ogni ascolto mi piace sempre di più.
Il giudice e il bugiardo
è un cupo post-rock, a tratti jazzato, che descrive un processo con la
conseguente ricerca (impossibile?) della verità.
Antropocene parte 1 e Antropocene parte 2, è il brano finale del disco. Dopo l'iniziale parte
cantata, il pezzo ha uno sviluppo strumentale su cui si innesta un recitato,
per terminare con l'organo che domina la scena.
Il
giudizio finale sul disco non può che essere decisamente positivo. Il Rumore Bianco,
pur non rinnegando i “grandi” del passato, propone un genere molto originale e
personale. Il disco è ben suonato e anche le parti vocali sono notevoli. I
testi delle canzoni non descrivono animali immaginari o amori non corrisposti,
ma sono sempre immersi nel quotidiano e ci fanno riflettere sui mali della
nostra società.
Spero
che il gruppo prosegua su questa strada e mi piacerebbe vederlo dal vivo per
avere -spero- una conferma della bravura dei musicisti e della bella
impressione ricevuta.
Biografia
Il Rumore Bianco è un progetto che nasce nell'estate del 2012,
concretizzandosi per volontà di Thomas Pessina, Michele Zanotti e Alessandro
Danzi. Nonostante il rock progressivo costituisca il cuore delle sonorità
della band, uno spazio sempre maggiore viene lasciato a jazz, elettronica,
ambient, post-rock e sperimentazione sonora. In questo senso, viene a formarsi
uno stile personale ed espressivo, etichettabile in un certo senso come
"post-progressive rock". Verso la fine del 2013, il sestetto rilascia
il suo EP di debutto: Mediocrazia. Nei circa 30 minuti coperti dai 4 brani si
gettano le basi per il consolidamento dello stile musicale della band, che si
affianca alle tematiche introspettive e sociali toccate dai testi. L'uscita di
Mediocrazia, accompagnata da una serie di concerti nel nord Italia, viene
accolta positivamente, permettendo a Il Rumore Bianco di affacciarsi, seppur in
maniera modesta, sul panorama musicale progressive rock. Nel frattempo, nuovi
brani destinati a comporre un nuovo album venivano composti dai membri del
gruppo. Nonostante una serie di circostanze impreviste ne abbia imposto un
forte rallentamento, il progetto si è infine concretizzato allo scadere del
2016 con la registrazione dell'LP "Antropocene", registrato presso
"Sotto Il Mare Recording Studios". La band è ora pronta per
presentare live i nuovi brani, caratterizzati da uno stile più maturo e
consolidato.
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