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venerdì 23 febbraio 2018

Isproject, The Archnauts: intervista di Max Rock Polis


Isproject, The Archnauts: Andare oltre il Progressive
28 settembre 2017
di Max Rock Polis

Gli Isproject sono un duo di giovani musicisti pugliesi, Ivan Santovito tastiere e voce e Ilenia Salvemini voce. Sono giovani ma già con le idee molto chiare, visto che il loro progetto musicale è arrivato all'attenzione di un noto personaggio del Progressive italiano scopritore di talenti. Da qui all'uscita del loro primo lavoro il passo è segnato. Scopriamo come.

Eccoci qua con Ivan ed Ilenia degli Isproject.
Iv: “Ci sono io al telefono ma accanto a me c'è Ilenia.”
Il: “Ciao!”

Siete una terra poco usa al Prog, al Post prog. Al vostro progetto c'è chi ci ha creduto assieme a voi: Zuffanti, la AMS records.
Iv: “Il disco si chiama “The Archinauts”, è un progetto parecchio ambizioso. Siamo stati scoperti dal nulla da Zuffanti, perché effettivamente il nostro intento non doveva avere esito discografico. Volevamo comporre più per noi che per qualcosa di più grande. In maniera molto casuale c'è stato l'incontro con Fabio. Siamo in Puglia e non è una terra così ricca di possibilità, così ci siamo scontrati con una realtà parecchio difficile per un genere non etichettabile come il nostro. Io non lo chiamo Prog perché non abbiamo capito nemmeno noi che genere facciamo, ma non ci interessa etichettare.”

Ma infatti è detto “Post prog”, si parte dal Prog e si va oltre.
Iv: “Abbiamo preso questo termine dall'estero perché non abbiamo mai saputo come chiamarlo. Ma per farci comprendere abbiamo cercato un modo per dargli un nome. All'estero si chiama Post prog, gruppi come Steven Wilson, Anathema usano il termine perché nemmeno loro sanno cosa stanno facendo, fanno semplicemente musica e la fanno molto bene. Possiamo dire che quel genere è morto ormai, è così come la fenice è riuscita a rinascere sotto nuove vesti.”

Che il Prog sia morto, forse nella sua veste classica, anni '70.
Iv: “Esatto. Per alcuni quel Prog è ancora vivo, ma per noi non esiste più, è nato sotto determinate caratteristiche sociali e politiche, avevano un senso rapportati a quelle. Sono nati in un periodo ma adesso c'è bisogno di rinnovamento.”

Vogliamo citare chi ci ha suonato oltre a voi due?
Iv: “Innanzitutto in veste di direttore artistico Fabio Zuffanti. È un ottimo talent scout, assieme a noi ha scoperto gruppi come Il Paradiso degli Orchi, Unreal City e ne sta scoprendo tanti altri. Oltre a lui Giovanni Pastorino in veste di tastierista e programmatore, ha fatto un lavoro eccelso, tantissimi riarrangaimenti delle parti ritmiche e tutte le parti tastieristiche. Simone Amodeo alla chitarra, che ha fatto degli assoli fantastici, riempiendo in modo esaustivo l'album, come in “Between the Light and the Stone” e “Lovers in the dream”. In veste di batterista Paolo Tixi, conosciuto per tanti altri lavori, grandissimo lavoro ritmico. Come bassista Andrea Bottaro conosciuto in questa collaborazione e poi ringraziamo la presenza di Martin Grice flautista e sassofonista dei Delirium che ha voluto farci questo immenso regalo ed è stato fantastico perché ha riempito la suite nella maniera migliore possibile.”

Una grande band, che però è complicato portarsi dal vivo.
Iv: “Facendo un rapido calcolo siamo in sette. Facendo i conti col budget è tanto. Un po' per queste un po' perché ci piace riarrangiare il nostro lavoro, abbiamo pensato di farlo in tre step. Uno con tutta la band in giro per i festival d'Europa, uno in trio con il pianoforte e chitarrista e uno in duo con solo pianoforte e voce per dare accezione diversa a questo album.”

Per un genere come il Prog non è facile suonarlo in due o tre.
Iv: “Come progetto in prospettiva, un progetto ambizioso, volevo sempre dare un ottimo spettacolo. Non sarà facile ma è il nostro obiettivo.”

Tra le vostre creazioni ce n'è una col titolo in italiano: “Mangialuce”. Ma cosa è un “mangia luce”?
Iv: “È una vecchia leggenda. Questo “mangia luce” si rifà a un videogioco francese, “manger de la lumière”. Questa entità orribile sta in un orfanotrofio, segue i ragazzi, li prende e ti accorgi che sta arrivando perché si spegne la luce. La luce è intesa anche come la positività, l'anima, che è una cosa perlopiù positiva. Quindi tratta di depressione, di problematiche della negatività. Nel finale del brano, che è complesso, anche lui è stanco di mangiare la positività e bisogna uscire fuori dalla depressione, che porta la morte. È difficile spiegare questa cosa a parole, così ci ho scritto un brano sopra.”

Non ci sarà un relaase party per il CD ma tenete d'occhio il loro Facebook e da domani il loro lavoro è in uscita in digitale.

Iv: “Sì andate su “isproject”, l'opera sarà sulle piattaforme digitali tra cui il nostro bandcamp  con i merchandising e tutto quanto.”





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