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domenica 25 febbraio 2018

"Killing Rock Revolution- Alessandro Bruni, di Max Rock Polis


Alessandro Bruni - Killing Rock Revolution
Di Max Rock Polis

Chissà quante volte avrete sentito parlare del Club 27, ovvero di tutti quegli artisti che, soprattutto a cavallo degli anni '60-'70, sono morti a 27 anni. E se non fosse esattamente un caso, e se ci fosse una volontà dietro a qualcuna di quelle scomparse illustri? Ragionando di fantasia si possono tirare fuori degli scenari interessanti, intriganti.
Questo è in pratica ciò che ha fatto Alessandro Bruni, giovane autore bolognese che nel suo “Killing Rock Revolution”, edito nel 2017 da Persiani editore, ha appunto cercato di dare un senso a certi tragici avvenimenti. Il titolo la dice lunga, perché il termine “killing” sottintende una precisa volontà nei riguardi della rivoluzione del Rock in atto in quegli anni.

Il libro racconta due storie parallele destinate prima o poi a unirsi. La principale è quella di Steve McBrown, un ragazzo di 25 anni di origine scozzese, l'altra è quella di due agenti, Bill, americano e  George, inglese, che appaiono negli interludi tra i capitoli di Steve.
Lo conosciamo nel suo ultimo giorno di galera, ma non è un delinquente incallito, piuttosto un tipo un pò sfortunato che in una rissa colpì un poliziotto e quindi fu condannato a tre anni di galera, dal 1966 al 1969. Uscendo trova il mondo giovanile molto cambiato, fatica a trovare un lavoro e una casa dove dormire, visto che i suoi non ne vogliono più sapere, nessuno si è più fatto vivo con lui, tanto meno la madre di sua figlia di 5 anni che, saputo dei suoi continui tradimenti poco prima di sposarlo, prima che lui finisse dentro, lo scarica, mentre suo suocero lo minaccia fisicamente per non farlo riavvicinare a loro. Tant'è che un giorno che ha la malaugurata idea di andare a vedere com'è cresciuta la figlia, all'uscita di scuola, viene successivamente picchiato duramente da tre individui. Per fortuna riesce a trovare cure e ricovero presso una ragazza innamorata di lui, con cui inizia una relazione e fa la conoscenza dei nuovi gruppi musicali di quegli anni. Per il suo compleanno lei gli regala una costosa macchina fotografica, visto che lui prima faceva il fotografo. Fortuitamente nel negozio di lei Steve conosce PJ, Peter Joyce, che è un giornalista molto ben intrallazzato con le nuove rockstar, e convince Steve a fargli da fotografo per una tournée che sta per intraprendere.
In quei mesi assieme a lui Steve, oltre a farsi droghe di ogni tipo, lavora come fotografo per concerti, conosce molti artisti famosi, in pratica si fa un nome nell'ambiente. PJ gli parla di un dossier che avrebbe scritto con prove che la CIA avrebbe tentato di uccidere qualcuno dei musicisti più in vista per il loro impegno politico, e gli affida i documenti da consegnare a un amico giornalista per la pubblicazione, nel caso che riuscissero a farlo sparire.
Dopo che PJ è partito per gli Stati Uniti in aiuto alla propria madre, Steve si trova a viaggiare verso l'isola di Wight, dove si terrà uno dei festival più memorabili della storia, nell'agosto del 1970. Durante il viaggio in nave conosce Anita, con la quale una volta sbarcati si stabilisce in una comune dove, in attesa del concerto, si mettono a lavorare. Lui si innamora di lei, anche se lei a volte ha dei comportamenti strani.
Qui non vi racconto più nulla per non svelarvi dettagli importanti. Sappiate solo che dopo qualche settimana la storia di Steve proseguirà a Parigi, dove lui cambierà professione (non più fotografo). La vicenda si chiude nell'estate del 1971 con un colpo di scena da maestro.


Lo stile di scrittura di Alessandro è fluido, scorrevole, niente affatto pesante. Il libro si legge velocemente e senza troppi pensieri, è avvincente, ogni capitolo porta a voler scoprire cosa succederà in quello dopo. La storia è un continuo movimento di situazioni e personaggi, il ritmo cala solo a un certo punto nella parte centrale di Parigi, per poi riprendere nel finale.
Complici situazioni e personaggi reali molto amati da noi rocker, ci potrebbe capitare a un certo punto di avercela, di arrabbiarsi proprio col protagonista, per quello che riesce a fare. Chiaramente essendo fiction quello raccontato è solo un'elaborazione di fantasia, però ciò non toglie che non è tanto facile non lasciarsi prendere da certe sensazioni, ad appassionarcisi.
Il libro infatti contiene molti elementi richiamanti alla realtà del tempo, quando davvero quei gruppi, quegli artisti non erano i mostri sacri che tutti amiamo oggi ma solo dei ragazzi in continua ascesa, osannati ma da un non grande numero di persone.
Le tre ambientazioni: Londra, Parigi e l'isola di Wight (l'unico posto dove l'autore non è stato di persona) sono realisticamente descritte… ci si potrebbe mettere tranquillamente con una cartina a ripercorrere tutti i luoghi contenuti nel libro. In questo Alessandro ha posto attenzione, come anche nell'immergere i suoi personaggi negli usi e costumi del tempo, con i vestiti e le altre abitudini di vita più sregolate, leggasi droghe di ogni tipo.
Il libro è disponibile in versione cartacea, basta andare su Facebook a cercare “Killing rock revolution” per vedere come ordinarlo in copia fisica, oppure su Amazon per acquistarne copia digitale. A voi la scelta.



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