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sabato 25 marzo 2023

Racconti sottoBanco


"Nuovo Sound" nel marzo 1980 dedica copertina ed articolo al Banco, che da poco ha inciso “Capolinea”, album live, registrato nell'omonimo locale milanese.
Wazza

Da "nuovo Sound" n. 3/80 - Marzo 1980
BANCO
CAPOLINEA... SI RIPARTE!
Roma, Febbraio 1980.

Pochi nomi, in Italia, possono vantare precedenti prestigiosi come il Banco, sulla breccia da otto anni. Ma è anche vero che la 'gloria' segna ed il pubblico continua ad assimilare il nome di 'Banco' ad alcune prove storiche legate alla mitica stagione pop del passato decennio. Ora il popolare gruppo romano è deciso a dare una nuova immagine di sè: l'album "Capolinea", registrato dal vivo durante l'ultimo tour, ripropone i brani più celebrati della sua storia rivestiti di una nuova musicalità.
La scena si svolge a Roma tra le mura di un Palazzo dei Congressi che a malapena riesce a contenere le centinaia di watt e decibel 'sparati' dagli innumerevoli impianti messi in funzione in occasione della quinta 'Mostra del Suono'. Da un paio di casse miracolosamente isolate dal resto della 'jungla' prende forma nello spazio circostante un rock a cui è difficile non prestare attenzione: ricco, generoso, possente ed allo stesso tempo preciso, privo dell'effetto gratuito, suonato, si sente da una macchina oliata perfettamente. Un ragazzo e una ragazza, molto giovani, si fermano ad ascoltare. Lei accenna a seguire con il corpo la musica, lui, più incuriosito, aggrotta prima le sopracciglia e poi esclama: 'ma questo è il Banco!'.
Avervi riportato questo episodio, apparentemente insignificante, ha per noi una duplice motivazione: la prima è quella di affidare ad un giudizio incontaminato l'ultimo lavoro del Banco, 'Capolinea', prima che la togata critica italiana se ne impossessi impastoiandolo in improbabili sovrastrutture; la seconda è che dietro all'esclamazione e allo stupore del ragazzo si nascondono otto anni di storia di questo gruppo, o meglio otto anni di una immagine che già da qualche tempo perdeva colpi rispetto ad una evoluzione (involuzione?) musicale marciante a ritmi molto sostenuti. Stupore quindi nell'ascoltare un Banco fresco, immediato, decisamente intenzionato a venire incontro a quel pubblico meno preparato che associando il nome del gruppo a ripetute prove di bravura nell'ambito di una musica elaborata definita di volta in volta rock 'mediterraneo', 'romantico', pop 'barocco', ecc., lo aveva subito catalogato tra le proposte di ascolto meno 'appetibili'.


'Capolinea', l'ultimo album inciso dal vivo nell'omonimo jazz club milanese, è senz'altro un primo passo. Sei i brani, tutti già editi ad eccezione di 'Capolinea', uno strumentale creato 'ad hoc' per la situazione live, rivisitati secondo una continuità ritmico-percussiva che in spicciola analisi si traduce in istintiva ballabilità. Questo comunque non vuole assolutamente significare che 'Il Ragno', 'R.l.P.', 'Canto di Primavera', 'Garofano rosso', '750.000 anni fa... l'amore', abbiano ceduto al ricatto di assimilare qua e là gli ingredienti-parola d'ordine per entrare in discoteca: I'essere approdati a questo accessibile rock (il quale, giova ricordarlo, è professionalmente ineccepibile) è il frutto di un lungo guardarsi dentro, di una interiorizzazione dalla quale esce questa musica che 'a pelle' siavverte non poter essere frutto di una calcolata operazione o addirittura figlia del caso. E' un ponte con il passato, in nessun caso da rinnegare, ed una prima 'gittata' verso il futuro. In fondo al 'capolinea' si arriva e dal 'capolinea' si riparte...


Il Banco è stato la punta di diamante del pop italiano negli anni della musica gratis, e si dice che tanto successo non abbia corrisposto ad altrettanto guadagno: come ha fatto il Banco a sopravvivere fino ad oggi?

"Difficoltà, non lo nego, ce ne sono tante. Ci ha aiutato molto il fatto che fin dall'inizio non avevamo dato scopo di lucro alla nostra attività ed il pubblico stesso non pretendeva dal Banco nulla di là della sua musica; questo comporta una impostazione mentale che non ci ha fatto illudere né fare passi falsi nemmeno quando abbiamo rappresentato il pop italiano all'estero. Oggi è più difficile, perchè bisogna dare uno spettacolo più completo che è economicamente impegnativo: ma spero che il nostro equilibrio non ci abbandoni proprio adesso".

Che differenza c'è tra il vostro vecchio pubblico e quello che viene oggi ai concerti del Banco?
"Innanzitutto il sesso: da pochi mesi abbiamo notato una quantità di presenze femminili, quasi la metà del pubblico in sala; poi l'età, direi sulla media dei diciotto anni, chc è la stessa di quando abbiamo iniziato: questo significa che, anche se noi ne abbiamo otto in più, continuiamo a mantenerci sulla loro lunghezza d'onda".

Nella vostra storia non c'è mai stato spazio per il concetto di 'personaggio pubblico'; siete disposti ora a sacrificare la vostra vita privata a favore della curiosità della gente?
"È inevitabile, che tu voglia o non voglia, dal momento in cui raggiungi una certa popolarità. Per un complesso il pericolo è minore, ma esiste. E' una domanda a cui dovremmo rispondere uno per urlo, perchè ciascuno di noi, come tutti gli esseri umani, ha i suoi segreti e i suoi piccoli tabù. Personalmente, temo la malafede di chi riporta le notizie, il resto non mi spaventa".

L'album 'Capolinea' contiene un campionario di vecchi successi, la maggior parte dei quali sono diventati 'ballabili': cosa c'è dietro questo cambiamento?
"E' successo spontaneamente, provando il repertorio da inserire nel nostro concerto. Tutto è cominciato quasi per scherzo, poi ci siamo accorti che ciascuno di noi desiderava veramente sentire quel ritmo fin nello stomaco e... non ne abbiamo neanche parlato, tra noi: ci è bastato lasciarci andare. Il resto è venuto da sé".

Quali sono i rapporti del Banco nei confronti della disco-music?
"La disco-music è finita e al Banco non è mai piaciuta; però e vero che questo fenomeno di costume ha lasciato dei segni sul pubblico più giovane, come per esempio il ritorno al gusto del ritmo e una rivalutazione massiccia del rock, che era stato un po' accantonato in favore dei cantautori. E' anche vero che ha lasciato la voglia di ballare, e un ottimo rock fa ballare meglio della disco-music. Sono convinto che gli anni '80 vedranno il trionfo del rock anche nelle discoteche".

Il Banco è un gruppo di cinque musicisti, come mai sul palcoscenico ed anche nella realizzazione di 'Capolinea' appaiono altri personaggi?
"Perchè non siamo un gruppo 'chiuso' e per 'Capolinea' abbiamo sentito la necessità di un supporto ritmico particolarmente marcato: la collaborazione di un bassista, Gianni Colaiacomo, e di un percussionista, Karl Potter, è il giusto rinforzo per inaugurare la nuova linea del Banco".
A.N.




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