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giovedì 20 agosto 2020

Anna Cimenti - AFTER THE RAIN, di Andrea Zappaterra


Anna Cimenti - “AFTER THE RAIN”
(Una produzione LONG DIGITAL PLAYING/distribuzione Believe Digital)
Di Andrea Zappaterra
Articolo già uscito su MAT2020 di maggio

After the Rain”, di Anna Cimenti, è un album che nasce dal desiderio di condividere, al di là della musica, un percorso di consapevolezza dell’esistenza fisica e di quella dell’anima, arrivando allo spirito dell’ascoltatore attraverso note calde e avvolgenti, qualcosa che va al di là del semplice brano jazz o atmosfere da nightclub, perché la voce calda e affascinante di Anna Cimenti riesce a produrre una vibrazione interiore molto forte.

Provo a delineare i vari episodi.

Come rain or come shine”, dopo la pioggia torna il sereno e questo è il tema dominante, la serenità di cui si ha tanto bisogno, e qui se ne respira l’umore, come camminando dopo un forte acquazzone si avverte l’aria più pulita, perché la pioggia si è portata via le impurità e i veleni che ci ammorbano.

Like a Lover” è un delicato brano sussurrato con voce suadente, “Devil may care” uno swing apprezzabile anche per un magnifico sax e un pianoforte solista che dipinge insieme alla voce e alla batteria parabole vivaci e gioiose.

Black coffee” cambia il ritmo, un tempo rallentato, scandito da un contrabbasso di sottofondo che riporta ad un fumoso night, misterioso e torbido, con luce soffusa e sonnolente emozioni, ma con la voce sempre predominante di Anna a prevalere su tutto.

“Ask me now”… atmosfera rarefatta, accattivante, anche qui scandita da un pianoforte libero di spaziare sul pentagramma a proprio piacimento.

Inside the silent tear” è il dolore di una lacrima che non riesce a sprigionarsi, ”It might as well be Spring” un’allegra ballata esaltante la gioia di vivere nel risveglio della primavera,  Four Women” le storie incredibili di quattro donne africane ,“Strange Fruit”, pezzo storico e discusso del repertorio jazzistico e infine una splendida cover di ”Sunny” che chiude in bellezza questo articolato lavoro, altalenante tra jazz , swing e blues con un sax  tenore favoloso e pregevoli assolo dei vari strumentisti.

Hanno collaborato alla realizzazione dell’album il pianista e fisarmonicista Massimo Tagliata (tra le collaborazioni l’ultima con Mina e Ivano Fossati), Massimo Turone (contrabbasso), Oreste Soldano (batteria) e Pietro Mirabassi (sassofono tenore). Voci soliste in “Four Women” di Sonia Cavallari, Grazia Donadel e Linda Gambino.

La voce di Anna Cimenti comunque è il vero valore aggiunto, calda avvolgente vibrante al punto giusto, un vero e proprio strumento musicale che eleva la performance degli artisti al suo fianco con suoni e sonorità impensabili, creando un legame inscindibile.


Un po' di storia di Anna Cimenti

Nasce il 12 aprile 1968 in un ambiente familiare dove musica e arte sono “linfa vitale”. Da una parte gli zii paterni, che sono amanti di musica operistica, dall’altra i nonni materni che, da ragazzi, hanno fatto parte di una compagnia teatrale dialettale (all’epoca era una rarità, si parla del periodo prima della Seconda guerra mondiale).
All’età di sette anni inizia a studiare pianoforte e, nonostante sia molto giovane, le viene riconosciuta una dote naturale.
A ventitré anni consegue il diploma di pianoforte al Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza, a cui fa seguito un anno di approfondimento di pianoforte jazz sotto la guida del Maestro Paolo Birro.
Ma un’altra passione sarà determinante nella scelta del suo percorso artistico, un talento che le consente di esprimere al meglio sé stessa e un bisogno irrefrenabile di cui non può più fare a meno: l’arte del canto.
Una voce particolare che fin da bambina sprigiona un suo carattere gioioso e un’energia infinita. Un’anima piena di vitalità e positività, ma che ha bisogno di essere indirizzata.
Anna è una ragazza curiosa e appassionata e questo la spinge a studiare la musica seriamente prendendo due strade parallele: il jazz e la lirica.
Nell’Agosto 2019 registra il suo primo disco jazz intitolato “After the rain” supportata da un gruppo di amici musicisti e comprende che “non si tratta più di un puro e semplice ritorno, bensì di un esserci definitivamente”





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