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martedì 3 gennaio 2023

Circus Nebula-"The Second Coming", commento di Fabio Rossi


Commento di Fabio Rossi


Artista: Circus Nebula

Album: The Second Coming

Genere: Post Rock

Anno: 2022

Casa discografica: Andromeda Relix

 

Tracklist (cliccare sui titoli per ascoltare)


1.       Jerusalem’s Lot

I Ouverture

II Back To The Lot

III Laments

IV Suspect

V Marsten House

VI Lord Of The Flies

VII Back To The Lot (Reprise)

2.       Burn Witch Burn

3.       Coulrophobia

4.       Sleepin’ Gods Lie

5.       Age Of Reckoning

6.       Burnin’ Tree

 

Line Up

Mark Ash: voce

Alex “The Juggler”: chitarra

Bobby Joker: batteria

Michele “Gavo” Gavelli: tastiere

Deva Silence: basso

Cinque anni dopo il debut album autoprodotto Circus Nebula, l’omonima band originaria di Forlì, in attivo dal 1988, torna alla ribalta con un nuovo disco intitolato The Second Coming.

A differenza del precedente, il nuovo lavoro è stato pubblicato dalla lungimirante Andromeda Relix, giacché conferma pienamente tutti i lusinghieri giudizi ottenuti con la prima opera. Ci si chiede, però, il motivo per cui deve trascorrere tanto tempo tra un disco e un altro, tenuto in debita considerazione che il successo, sebbene a livello underground, andrebbe alimentato attraverso reiterate nuove produzioni accompagnate ovviamente da numerose esibizioni live. Questo, tuttavia, non è un problema circoscritto ai soli Circus Nebula, ma a tanti gruppi italiani che da soli vanno avanti tra mille difficoltà e senza aiuti statali (figuriamoci, da noi la cultura è morta e sepolta). Mi vengono in mente formazioni validissime come La Fabbrica dell’Assoluto, gli Alchem di Annalisa Belli o i Secret Tales di Tiziana Radis, tanto per fare degli esempi, ma la lista è davvero lunga.

The Second Coming è un album temerario in cui il combo romagnolo ha deciso di azzardare reiterando scelte inusuali quali proporre la poliedrica suite Jerusalem’s Lot, divisa in sette parti, e variegare sapientemente il sound passando dal ruvido heavy metal di Coulrophobia o Age of Reckoning, ad atmosfere umbratili da cinema horror sugli stilemi dei Black Widow e Black Sabbath (Sleepin’ Gods Lie su tutte), fino al progressive con riferimenti ai Pink Floyd e ai Rush. Non mancano accenni al dark, al gothic, alla psichedelia, insomma non ci facciamo mancare davvero nulla. Questo crogiuolo di sonorità ha il pregio di non risultare mai dispersivo, per cui è piacevole in ogni sua parte.

Il disco ha bisogno di essere assimilato attraverso molteplici e attenti ascolti, per cui armatevi di sana pazienza: alla fine applaudirete l’audacia di questi ragazzi.  

 


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