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sabato 24 agosto 2024

MONKEY DIET-“ANT DEATH SPIRAL”- Commento di Andrea Pintelli

 


MONKEY DIET-“ANT DEATH SPIRAL

Black Widow Records

Di Andrea Pintelli 

 

Bologna, da sempre, è fucina di bravi, talvolta grandi, musicisti. Gabriele Martelli (già nei Prophexy), Daniele Piccinini (ex Accordo dei Contrari), Roberto Bernardi (già negli Altare Thotemico), sono fra questi, a ben sentire la qualità del loro ultimo lavoro intitolato “Ant Death Spiral”, pubblicato dalla Black Widow Records (gloria sempre).

Loro sono i Monkey Diet e questo è il secondo disco rilasciato, dopo “Inner Gobi” del 2017.

Il trio propone una musica che spazia dal prog allo psych, con inserti rock blues che vanno ad amalgamare il tutto. C’è sicuramente crescita costante e continua nella loro proposta, vista l’evoluzione mostrata, e la loro audacia sta nel creare un sound personale, strumentale, graniticamente fantasioso. Credo che la migliore opzione sia vederli dal vivo, per capire come riusciranno a mostrarsi al netto del lavoro in studio, e mi riprometto di farlo appena saranno dalle mie parti. Nel frattempo, andiamo ad analizzare “Ant Death Spiral”.

Hungry Horace apre le danze di questo lavoro e lo fa in maniera netta e decisa, dopo un sinistro intro di basso, che ne pian piano ne svela i contenuti (perdonate, ma mi fa tornare alla mente l’inizio del primo degli Abiogenesi; nulla di riproposto, comunque, solo un rimando lontano). Mi piace parecchio l’incatalogabilità del sound che emerge, con chitarra e basso che vanno a creare trame vibranti che faranno il piacere di coloro che godono ad andare oltre al risaputo.

Ant Death Spiral, seconda canzone, continua in modo fragoroso il percorso avviato, arricchendone le sfumature. Il vibrafono di Nicola Schelfi amplia le prospettive sonore, mischiandosi a meraviglia coi tre del gruppo. C’è progressione nell’andirivieni degli altisonanti panorami da loro dipinti, in cui la batteria è estrosa e soprattutto stravagante protagonista.

Sleeping Sand, Silent Cloud è piacevole nella sua complessità, ha in sé vari passaggi che la rendono una simil-suite. In essa c’è la poesia della chitarra di mr. Eric Gales, che regala emozioni; ma soprattutto (per chi scrive) c’è un enorme lavoro di basso, pieno, vivace, sontuoso, a tratti drammatico. Lascia il segno. Infine, c’è la soavità della voce di Donella Del Monaco. Un regalo veramente amabile.

Marsquake ha orientamento più space delle precedenti, grazie ai sintetizzatori di Silas Neptune. Si viaggia lontano, si pensa liquido, si respira il cosmo. Impossibile restare impassibili, e fermi, di fronte ai Monkey Diet. Ottimo lavoro di squadra, profonde idee a librare nell’aria il loro (nostro) volo.

È il momento di Raptus, il cui significato esprime in maniera piena l’andamento del pezzo. Tempi e controtempi, andamento indiavolato, perfetto e vorticoso mix tra basso, batteria e chitarra. Scatenata e forsennata, è la traccia che suggella l’inventiva del gruppo.

Special Order 937, ultima del lotto, è anche il brano maggiormente composito. Riccardo Lolli, coi suoi sintetizzatori, va ad aggiungere concrete illusioni sonore a quanto pianificato dai Monkey Diet. La loro propensione hard va ascoltata e vissuta, più che capita, perché solo lasciandosi andare si ricevono maggiori endorfine squillanti di note. E poi, sorpresa: ghost track! Ma questa la capirete solo dopo avere acquistato questo cd, valente e visionario. Le fantasticherie vanno ancora forte.


Tracklist:
01. Hungry Horace
02. Ant Death Spiral
03. Sleeping Sand, Silent Cloud
04. Marsquake
05. Raptus
06. Special Order 937

Line-up:
Gabriele Martelli – chitarra, sintetizzatori
Daniele Piccinini – basso, sintetizzatori
Roberto Leonardi – batteria

Special guests:
Donella Del Monaco – voce (tr. 3)
Eric Gales – chitarra (tr. 3)
Riccardo Lolli – sintetizzatori (tr. 6)
Silas Neptune – sintetizzatori, effetti (tr. 4)
Nicola Schelfi – vibrafono (tr. 2)





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