Il Primo Giorno Sulla Terra,
il nuovo album di Kozminski
Kozminski. Un nome
difficile come un sospetto, come un tackle disperato sull’asfalto di una strada
impossibile. Sono di Milano, anche se le cinque carte d’identità coprono
l’intero stivale. E tutto quello che finisce nella loro musica in definitiva non
è altro che il tentativo di restituire la poesia che si respira negli
appartamenti affacciati sulle circonvallazioni, gli abissi che si scorgono
negli spartitraffico affollati di rifiuti, ma anche la mirabolante
vertigine del mondo che si compone appena dietro i nostri occhi. L’immagine è
più o meno questa: un cantautore sonnambulo che vaga per le vie della città
all’interno di una vestaglia piovra multicolore cantando canzoni suggeritegli
direttamente dalle radici degli alberi che spaccano i marciapiedi e scombinano
i lastroni del pavè.
Biografia:
Attivi già dal 2007 con l’EP
“Bausan”, è con il successivo album “Kozminski”del 2009 che hanno gettato le
basi per il percorso che è culminato nell’incontro con Amerigo Verardi –
musicista e produttore che ha collaborato con nomi come Afterhours, Baustelle e
Virginiana Miller – e che ha messo a disposizione la sua multiforme esperienza
per produrre la loro terza fatica in studio, “Il Primo Giorno Sulla Terra”.
“Il Primo Giorno Sulla Terra” è
stato registrato da Giuliano Dottori (cantautore e chitarrista degli Amor Fou)
e Andrea Mottadelli al Jacuzi Studio di Milano, mixato a Brindisi da Paolo
Montinaro, con la collaborazione di Amerigo Verardi, e infine masterizzato da
Maurizio Giannotti al New Mastering di Milano.
Dal 3 Dicembre sarà disponibile in tutti gli store
digitali per New Model Label.
“Da un qualche fondo, attraverso il fumo polveroso, si
intravvedevano lingue di fiamme e colate incandescenti; e intorno a queste le
presenze umane non parevano reali, ma effetti di vaneggiamento notturno. Di qua
dentro, il mondo esterno, da dove ogni tanto pervenivano echi semisepolti
(voci, scampanellii di tram), diventava una regione inverosimile, come una Tule
estrema di là da un rotta transpolare”. Non è un commento al nostro disco ma ci
diamo da fare perché lo possa diventare.
L'album, raccontato dalla band:
La Metà': Un vaso
di fiori in un corridoio lungo lungo. Ti penso ogni tanto anche ora che non ci
sei più e che tutto si è sistemato, soltanto a metà.
Grand Hotel Il Castello: Il vecchio fasto di un albergo sulle montagne
appenniniche sopravvive anacronisticamente. In più è pure estate e non c'è un
cazzo di nessuno. Una 'Hotel California' de’ noantri dove la solitudine diventa
invece tranquillità.
Ritornello: Il lato
solare della quotidianità. Non preoccuparti dice il ritornello, il tuo tempo è
tutto intero e forse è abbastanza anche per te. Anzi lo è sicuramente, giacché
spesso il relativismo è il tuo alibi preferito e manifesto.
Granularia: La Canon
digitale si accende e mette a fuoco lontano, poi vicino. Verande apparecchiate
sul litorale laziale, risa e schiamazzi: nessuno si accorge del crepuscolo che
appiana e confonde le differenze. Dal mare un osservatore immaginario guarda
verso la spiaggia dove tutti gli uomini cenano. Tutto sfuoca. E infine solo un
punto rimane.
Niente: Mi è
arrivata una lettera, di solito non ricevo corrispondenza tradizionale. E'
scritta a macchina, con molta probabilità una Olivetti Lettera 32, di quelle
che usava mio padre. Dal foglio ingiallito il mio occhio salta di riga in riga
quasi a voler emulare il movimento del ritorno a capo di chi ha scritto. Sei
tu, lo so. Finalmente sei impazzita e istintivamente faccio la lettera a
pezzettini e la libero fuori dalla finestra.
Roma: Un
viaggio del tempo fisico di un weekend che però si dilata fino a che può, fino
al punto di rendere il viaggiatore noncurante dell'alternarsi del giorno e
della notte. Una ferrovia dietro il Pigneto, Ponte Garibaldi, la tangenziale
est. Un giro in motorino in centro in un novembre caldo e poi a piedi verso
piazza Navona. E poi di nuovo in macchina verso il mare. Di nuovo un treno per
allontanarsi. Dentro Roma, Roma dentro.
Elliott: Va tutto
bene. Perdiamoci, dunque. Brucerò ogni ponte dopo averlo attraversato e troverò
posti stupendi dove perdermi ancora. Da costa a costa, da nord a sud.
Aspettare Il Mattino: Le cose di ogni giorno che scorrono in fila. Le
ore che ogni giorno scorrono in fila: le otto, le nove, mezzogiorno, poi le tre
e le dieci di sera. Le auto che ogni giorno scorrono e si incolonnano, le facce
dentro ai finestrini sono le nostre. Anche oggi il veleno a forma di flaconcini
è in fila sul comodino, ora si può dunque aspettare il mattino.
La Notte: Usciamo
insieme per la prima volta. Fa freddo, pedalo forte, mille i fantasmi generati
dal buio e cento le macchine che mi sfrecciano in direzione opposta. Ho
veramente paura. Ma ora che ti vedo tutto fluisce veloce e naturale come una
corrente di acqua verso il mare. Per stasera va bene così, è una notte speciale
e normale.
Il Primo Giorno Sulla Terra: Prima c'è un prima e dopo nulla è più come
prima. In mezzo c'è un viaggio oscuro, difficile, senza bussola, pieno di dubbi
ma poi si atterra. Nulla è più come prima, dicevamo, tranne una bellissima
malinconia del tempo e dello spazio che ora sono entrambi passati.
Dopo Il Tramonto: Aspettare il mattino, dal punto di vista del
sole. Il sole è grande, è potente e anche stanotte ha sconfitto il cavaliere
nero. Ma la novità è un'altra: nel rivelarci il suo lato più 'lunare' ci lascia
intendere la sua vera forza nascosta.
Kozminski - "Il Primo Giorno Sulla Terra" Tour
la band presenterà il nuovo album, pubblicato in tutti gli store digitali da New Model Label
la band presenterà il nuovo album, pubblicato in tutti gli store digitali da New Model Label
17 Maggio 2014 – Arci Brixton – Alassio - inizio ore 22.00 - ingresso libero
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