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domenica 12 settembre 2021

2 DAYS PROG +1: un pò di cronaca (e video) di Mario Eugenio Cominotti della 2° giornata con il reportage fotografico di Alice Bellati

 


2 DAYS PROG +1 Veruno 3-4-5 settembre 2021 

Mario Eugenio Cominotti e Alice Bellati per MAT2020

 

Veruno 2021 DAY 2 - Piccola cronaca personale – Prologo


Seconda giornata a Veruno. Tra qualche mio ritardo e cambio di programma del Festival che mi era sfuggito, oltre alla mia affannosa e maldestra ricerca di un parcheggio in zona, arrivo all’Auditorium Forum 19 già gremito di gente per la presentazione fuori programma e purtroppo ormai giunta agli applausi conclusivi dell’ultimo lavoro di Elisa Montaldo, che spero di ritrovare presto in altre occasioni, lavoro in ogni caso ben recensito ovunque, a partire da qui per MAT2020 nientemeno che dal nostro deus ex machina,  Athos in persona. Non mi resta quindi che prendere posto per il secondo live dei feat. Esserelà per l’avvio del mio DAY 2.

 

Veruno 2021 DAY 2 -Secondo grande live al Forum 19 con i feat. Esserelà e con mia sconcertante ma sorprendente Video Intervista a seguire


Ammetto nella mia ignoranza di non avere mai sentito nemmeno nominare i feat. Esserelà, mentre qui a Veruno pare li conoscessero già un po’ tutti; poco prima del live del Day 1 all’Ustaria di Piazza Roma – quella di fronte all’Auditorium – mi erano stati presentati come giovani Zappiani sebbene a modo loro, molto bravi e “in senso buono” – nella musica di Zappa c’è davvero di tutto e non tutto mi entusiasma, rimango essenzialmente un fan di Hot Rats e di Grand Wazooo, soprattutto per quanto riguarda le parti strumentali, mentre per quelle vocali con Frank Zappa tutti bravissimi ma l’unico che mi piace resta quello squilibrato di Captain Beefheart ... - e in effetti almeno il chitarrista un poco Zappiano lo è ed in modo molto brillante e personale, soprattutto negli assoli, anche se ben più tesi o meglio ... “ipertesi”, nonostante il look da brillante bravo ragazzo, peraltro sfoggiato con grande ironia anche dagli altri membri di questa pirotecnica band bolognese.

I feat. Esserelà fanno musica strumentale di alto livello e con grande disinvoltura sia in studio che live: genere? ProgRockJazzFusionFunkAcid e dichiaratamente … si potrebbero definire un Power Trio, ma un po’ alla “Soulive” – grandi … li conoscete? - per il fatto di essere sì in tre ma con un chitarrista anziché un bassista, stupendamente risolto e sostituito con la mano sinistra alla tastiera relativa dedicata allo scopo. Loro stessi si definiscono sì un trio, ma anche e soprattutto un vero quartetto, dato che l’Essere che sta là – appunto – sul palco con loro ne è l’indiscusso e onnipresente leader e frontman.

Inizia il live, subito travolgente come quello del giorno precedente, con Lauto Grill seguita da Kajitemeco, entrambe come molti degli altri brani in scaletta tratti dal secondo album Disco Dooro (2019). Loro stanno sul palco con grande ironia e senza prendersi troppo sul serio ma con vera, navigata ed estrema padronanza e cura di ogni dettaglio, divertendosi e divertendo.

Seguono l’impronunciabile, se non percuotendosi le guance e quantomeno davvero impegnativo da scrivere “/°\\°//°\\°//°\\°/ “, dal primo album Tuorl (2015) e Lodovico Svarchi. Si passa quindi alla suite in due parti articolata in “Sahara…” e “… svegliati è primavehera”. In tutti i brani si succedono e alternano riff tiratissimi, break e ritmiche insieme funky e prog, raffinati passaggi di tastiere, soli micidiali di chitarra, atmosfere e sonorità sorprendentemente anche spesso rarefatte, tutto quanto godibilissimo per gusto e scrittura e suonato con grande bravura ed energia.


I feat. Esserelà concludono il live al Forum 19 con il brevissimo – facciamo poco più di un secondo - “La fine di Lodovico Svarchi: probabilmente il brano più corto che sia mai stato inciso e con il titolo più lungo … ecc ecc”.

Oltre al live ho ripreso, anche se a mano e con il cell – e si vede, ma si sente però molto bene nonostante tutto – tutta l’intervista che i feat. Esserelà mi hanno concesso alla fine del pomeriggio al Forum 19 prima di trasferirci a Revislate, una divertente e interessante chiacchierata quasi tra vecchi amici, mentre attorno succedeva un po' di tutto.



Veruno 2021 DAY 2 - Ku.dA dirompenti in Concerto al Forum 19 e Video Intervista serale nell’area ristoro di Revislate con il Frontman Chris Peda Castelletti


Con il successivo concerto del pomeriggio al Forum 19 mi hanno diversamente ma estremamente quanto positivamente impressionato anche i Ku.dA, duo novarese di polistrumentisti formato da Chris “Peda” Castelletti - voce solista, chitarre, moog e percussioni - e da Luca “Cush” Pasquino - basso elettrico, cori, tastiere ed elettronica.

I Ku.dA, pur essendo un duo, dal vivo si esprimono con tutta l’energia e la potenza di una poderosa band, grazie alla straripante personalità e alla grande padronanza sia tecnica che scenica, oltre che, almeno qui all’Auditorium di Veruno, all’apporto di Andrea Zanin, giovane e bravissimo batterista che li supporta attualmente dal vivo, perfetto nell’integrarsi con il sound della band e nel dare sempre un grande e giusto “tiro” a tutto quanto.

Avevo già sentito parlare molto bene dei Ku.dA e delle loro performace live. Rossana, conosciuta come “Zia Ross” – proprio Lei, che ci tiene sempre aggiornati con le “Tour dates” per MAT2020 – mi aveva segnalato come fossero molto apprezzati anche dal grande Giorgio Fico Piazza – indimenticabile e sempre attivissimo bassista della prima storica formazione della P.F.M. - con un giudizio confermatomi da lui stesso direttamente in sala, appena prima dell’inizio del concerto dei Ku,dA, sempre coinvolgente e che dal mio “posto in prima fila” sono in gran parte riuscito a riprendere con la mia piccola Sony, anche per il piacere di chi sta leggendo queste righe.

I Ku.dA sono nati nel 2013 ed hanno all’attivo due album, Kudalesimo (2017) ed il nuovissimo e maturo Two Pathetic Souls (2021), con un sound in continua evoluzione e risultante da una originale alchimia tra Rock, Progressive, Psichedelia, Elettronica, Funk e Musica Etnica o World Music.

Dal vivo personalmente ho apprezzato oltre alla eccellente voce di Chris – estensione ed espressività un po’ tra quelle del giovane Sting e gli echi, almeno nei lirici vibrati, del primo Demis Roussos - e al suo virtuosismo strumentale la potenza e l’espressività del basso e i colori delle tastiere e dell’elettronica, soprattutto nei momenti più incalzanti ed esplosivi ritmicamente e nelle sonorità più piacevolmente scure, come quelle di Toshta, brano di apertura del nuovo album Two Pathetic Souls, che dal vivo mi ha incantato immediatamente con le sue ritmiche e le sonorità profonde ed avvolgenti.



Grazie all’Amico Massimo Orlandini, ritrovato come a ogni edizione del Festival allo stand di Ma.Ra.Cash. Records, etichetta con la quale è stato appena realizzato l’ultimo album, ho avuto poi modo in serata di conoscere ed intervistare in video con grande piacere anche lo stesso Chris dei Ku.dA per una bella chiacchierata informale presso l’area ristoro dietro il grande palco di Revislate.


Aggiungo una curiosità, quanto per me piacevole sorpresa: durante quasi tutto il live Chris ha utilizzato una chitarra realizzata dal liutaio Guglielmo Mariotti Pirovano, bassista già dei The Watch, conosciuto alla Casa di Alex di Milano con i Red Rex King Crimson Tribute ed attualmente con i Mr. Punch, anche lui  come ad ogni edizione allo stand delle sue Mariotti Guitars proprio di fronte a quello di Orlandini, che ha subito rilanciato con noi di MAT2020, dandomi la possibilità di intervistare nientemeno che Pino Sinnone con i The Trip, che proprio con la  Ma.Ra.Cash. Records hanno appena realizzato il loro “Caronte 50 anni dopo” e che avevano appena terminato il loro concerto sul grande palco di Revislate.


Veruno 2021 DAY 2 -The Trip, Caronte 50 anni dopo. Intervista in camerino dopo il Concerto sul grande palco di Revislate con il monumentale Pino “Caronte” Sinnone e i bravi, anzi, bravissimi ragazzi della band


Proprio così, stringo la mano a Carmine Capasso, chitarrista dell’attuale line up della storica band dei The Trip, che mi scorta rapidamente, superando i “gorilla” della sicurezza e le transenne che delimitano l’area palco, nei camerini retrostanti, dove tra strumenti e custodie accatastate oltre al rombo dei suoni provenienti dal vicino palco mi presenta la band dei Trip e il mitico – e per davvero – Pino “Caronte” Sinnone.

Iniziamo subito con una piacevolissima videointervista con Pino e i giovani e bravissimi musicisti dell’attuale line up dei Trip: Andrea Ranfagna (voce), Carmine Capasso (chitarra e voce), Andrea D’Avino (tastiere) e la - per me - “vecchia conoscenza” Tony Alemanno, apprezzato da tempo soprattutto  come bassista dei 5 Friends, eccellente e forse unico tributo almeno in Europa nientemeno che ai Gentle Giant, ed ora con questa bella formazione dei Trip, band nella quale ha militato l’indimenticabile Joe Vescovi e che con Pino Sinnone ha portato avanti fino ad oggi il progetto fino alla celebrazione del cinquantesimo anniversario dell’Album Caronte, nuovamente registrato con questa formazione per Ma.Ra.Cash. Records attualizzando le sonorità all’evoluzione tecnologica ma mantenendo tutta la scrittura originale.


Tra concerti al Forum, personale pit stop al B&B di Veruno, campo base con Leyla in attesa e inaspettati incontri e videointerviste, purtroppo anche in questa seconda giornata mi sono ritrovato costretto a perdere i concerti di due importanti band storiche come The Winstons e Il Rovescio della Medaglia. Ma la serata è ancora lunga e tutta da riprendere e non mi resta che controllare il biglietto e prendere possesso del posto numerato, in ottima posizione per i prossimi due grandi live.

 

Veruno 2021 DAY 2 - Due Grandi Concerti con Gianni Nocenzi Pianoforte Solo ed il B.M.S. Banco del Mutuo Soccorso con i Fratelli Nocenzi ancora insieme per un grandioso BIS ed il saluto alla fine dello splendido live e del DAY 2


Raggiungo con la massima discrezione possibile il mio posto a sedere in platea mentre il numerosissimo pubblico è in assoluto silenzio già incantato dalle note scintillanti provenienti dal pianoforte a coda di un concentratissimo quanto ispirato e meditativo Gianni Nocenzi, in forma smagliante e perfettamente a suo agio insieme soltanto al suo compagno naturale, il pianoforte.

Alla fine del brano Gianni Nocenzi scherzando sugli “occhi indiscreti dei media”, ringrazia sorridendo gli organizzatori per l’invito e tutto il pubblico, chiedendo indulgenza per quella che definisce come un’intrusione, subito accolta con grande calore dagli applausi del pubblico.

Nocenzi illustra il brano appena suonato al pianoforte, “Rawon”, personale e appassionato contributo a “Stratosferico”, il vinile realizzato dal polistrumentista Davide Pistoni con Guido Bellachioma, direttore della rivista Prog Italia, dedicato alla memoria di Demetrio Stratos e Giulio Capiozzo degli Area con la rielaborazione di due frammenti inediti e di Danilo Rustici degli Osanna, con Lino Vairetti con l’attuale formazione della storica band qui al Festival per i 50 anni de “L’Uomo”, ma ne parleremo meglio nel DAY 3.

Gianni Nocenzi presenta quindi i brani successivi, tutti tratti dal suo ultimo album solista, “Miniature”, dichiaratamente nato dalla voglia personale di lasciare frenesia e bulimia della superficie per entrare nella profondità delle cose, anche le più semplici, per fermarsi, avvicinarsi, cogliere e percepire le tante piccole ma significative bellezze che altrimenti sfuggirebbero … miniature appunto, musica che non va altrimenti spiegata e inizialmente concepita come esperienza assolutamente privata per poi essere concepita con felicità insieme agli altri.

Il concerto prosegue così con grande intensità e tutta la magia e la poesia del pianoforte di Gianni Nocenzi che in conclusione, dopo essersi trasgressivamente acceso con ostentata soddisfazione una sigaretta di fronte al pubblico – morte ufficiale del politicamente corretto, e decretato da un ex fumatore per necessità di sopravvivenza come me – propone quello che lui definisce un rito laico. Immaginando di avere la sola mano destra che terrà dietro alla schiena interpreterà con la sola sinistra un brano del russo Alexandr Skrjabin - per Gianni il più prog di tutti per approccio e attitudine già dai primi del ’900 – il Preludio Opera 9 numero 1 per la sola mano sinistra – come nel caso di uno dei miei concerti preferiti dell’immane Ravel - dedicandolo alla tragica fine dell’immenso Keith Emerson – quello che tra l’altro con il primo album degli EL&P mi aveva avvicinato da ragazzo con “The Barbarian”, ovvero in origine “Allegro Barbaro”, al grandissimo Bela Bartok – perché il senso è per Gianni Nocenzi che sempre e soprattutto ora, tutti noi, anziché discutere di quisquilie dovremmo fare molto di più con molto meno … grande e commovente davvero.

Si conclude così il grande concerto solista di Gianni Nocenzi ed il testimone passa al fratello Vittorio con i B.M.S.



Il Concertone del B.M.S. Banco del Mutuo Soccorso si apre con decisione con il ritmo travolgente e le note fantastiche di “Metamorfosi”, dall’album del debutto del 1972, immergendoci subito nella grande atmosfera del live sul grande palco del festival e ideale apertura strumentale oltre che per l’ingresso di Tony D’Alessio, voce e frontman sempre all’altezza, dalla voce duttile e potente, oltre che dalla forte e bella personalità e stile nel ricoprire il ruolo già dell’indimenticabile Francesco di Giacomo.

Alla fine del brano Vittorio Nocenzi presenta immediatamente Tony insieme a tutti gli altri formidabili musicisti della band: l’estroverso e brillante Filippo Marcheggiani alla chitarra, con il Banco già dal 1994, Marco Capozzi al basso, Fabio Moresco alla batteria, già applaudito sul palco di Revislate il giorno precedente con i Metamorfosi e Nicola di Già, seconda chitarra perfettamente affiatata con quella di Filippo nel sostenere i complessi e squisiti arrangiamenti strumentali, regno indiscusso delle tastiere di Vittorio Nocenzi.

L’audio è perfetto e finalmente posso riprendere da una posizione eccellente anche per quanto riguarda le inquadrature video.

Il concerto prosegue tra i molti grandi classici della band, a partire dalla successiva incalzante “Il Ragno”, dall’album “Come in un’Ultima Cena” del 1976, alternando i momenti più melodici dai temi vocali più conosciuti alle più complesse architetture ritmiche e strumentali caratteristiche del Rock Progressivo nella inconfondibile scrittura e interpretazione del B.M.S. e dando parecchio spazio in scaletta anche all’ultimo lavoro del Banco, l’autobiografico concept album del 2019 “Transiberiana”.

Personalmente ho particolarmente apprezzato i brani più articolati armonicamente e ritmicamente, come “La conquista della posizione eretta” dal celebre secondo album “Darwin”, ancora del 1972, presentata tra l’altro da Vittorio Nocenzi con calore e citazioni colte e appassionate per le dissonanze tipiche della Sagra della Primavera di Stravinsky che, come tanta altra grande musica del novecento, ha dato tanta ispirazione nella scrittura di composizioni come questa del Banco e di tanto altro magnifico Progressive Rock.

Come un po’ per tutte le band susseguitesi nei live durante la tre giorni di Veruno anche i Fratelli Nocenzi e i B.M.S.hanno dovuto vedersela con quelle che gli Esserelà hanno ribattezzato come le Campane di Riversdale, nulla da invidiare come decibel rispetto al potente e preciso impianto audio del grande palco, ed onnipresenti a ogni ora di ogni giornata, privilegiando per gli improvvisi contributi le pause o irrompendo a sorpresa durante gli attacchi dei brani o nei rari momenti più delicati o rarefatti. Vittorio Nocenzi in questo caso era ben preparato e quando è arrivato il suo momento per la campana ci ha perfino rivelato la nota, se ricordo bene un FA#.

Durante una pausa Vittorio ha anche presentato il libro del musicologo Francesco Villari sulla storia del Banco, con un interessante riflessione sulla cosiddetta musica “extracolta” e la superficialità di tanta critica musicale che, diversamente da questo caso, spesso trascura gli aspetti strettamente artistici per limitarsi agli aspetti di costume. 

Sul palco non è mancata nemmeno l’ironia, tra la grande voglia di suonare dei musicisti e le frequenti gag e battute tra Vittorio e Tony, che tra l’altro ha festeggiato il compleanno sul palco insieme a tutta la band tra gli applausi del pubblico.



Non è mancato a grande richiesta uno spettacolare bis finale con i fratelli Nocenzi ancora insieme sul grande palco del festival per una trascinante versione della classica “R.I.P.” (Requiescant in Pace), dal primo album del 1972, sempre bellissima anche in questa dirompente versione live con la formazione attuale.

Per un attimo mi assale un flashback: la prima volta per me con il Banco in un fantastico concerto alla Locanda del Lupo di Rimini nell’estate del 1973 con il Banco del Mutuo Soccorso con la formazione originale ormai entrata da tempo saldamente nel mito con Di Giacomo e i Fratelli Nocenzi.

Mi incammino verso il parcheggio e si conclude così anche per me il DAY 2 dell’edizione 2021 del Festival di Veruno.


IL RESOCONTO DELLA 1° GIORNATA



IMMAGINI DE IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA




IMMAGINI THE WINSTONS





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