AQ&F (Arnaud Quevedo & Friends) - “Roan”
di Mauro Costa
Arnaud Quevedo chi è costui?
Nato nel 1981 a La Rochelle, piccolo capoluogo del dipartimento della
Charente Marittima nella regione di Nuova Aquitania, Arnaud Quevedo è un
musicista francese che insegna musica al Conservatorio di La Rochelle dal 2007.
Dopo diversi studi e concerti con i suoi studenti, veri e propri tributi
a Zappa, Gong, King Crimson e Magma, ha iniziato a produrre lavori originali
con il suo nome nel 2020.
Certamente non tradisce il suo bagaglio musicale fatto di paragoni
importanti che fortunatamente trovano positivi riscontri nei suoi lavori.
L'universo di Arnaud rimane saldamente ancorato a uno stile jazz-rock
progressivo, ma con copioso uso di teatralità ed arti visive associate alla sua
musica.
Esse fanno spesso capolino nei suoi spettacoli in quanto lui stesso, estremamente poliedrico anche nell'uso di strumenti differenti in progetti differenti, risulta essere fertile ricettacolo dedito alla contaminazione artistica a 360°.
Nella fattispecie andrò a parlarvi della sua ultima fatica '(il
viaggio di) Roan', un concept album che racconta il peregrinare di una
persona, Roan appunto, attraverso la sua immaginazione inconscia, seguendo
l'incapacità di affrontare il mondo che lo circonda nonostante una strenua
lotta di adattamento.
Con una pletora di amici ai vari strumenti a tenergli testa, infatti l'album uscirà come Arnaud Quevedo & Friends (AQ&F) ecco quindi, da poco dato alle stampe in cd, 'ROAN'.
Essendo un concept album è soggetto ad una struttura piuttosto schematica, fatta di brani lunghi estremamente curati uniti ad altri molto brevi, che hanno soprattutto una funzione di interludio, per un totale di 12 tracce e una lunghezza complessiva che sfiora i 55 minuti.
'Aube', un breve e liquido duetto tra la tastiera dell'ottimo Marin Michelat e la chitarra elettrica di Arnaud, ci introduce al principio del viaggio,'Prologue', brano sostenuto dalla splendida sezione ritmica composta da Noé Russeil al basso e Anthony Raynal alla batteria con i suoi molteplici tempi dispari e da una sezione archi e di fiati di tutto rispetto; tutto il gruppo al completo, e si tratta di ben 13 elementi, s'intersecano in un convincente jazz rock con chiari ricami progressivi ed il concept album ha così il suo definitivo inizio.
"Je me vois sur la terre
C’est la voie de l’enfer "
Il nostro personaggio sballottato dalle convenzioni e constatato che la
vita terrena rassomiglia alla pena da scontarsi in eterno, praticamente un
inferno, prova ad affrancarsi e ad intraprendere mentalmente "il
viaggio". Un intro spettrale, suonata sui tasti neri del pianoforte che
presto necessita del sostegno del flauto di Manuela Perissutti, ci introduce ad
uno dei brani musicalmente migliori dell'intero lavoro, 'Découverte'
(Scoperta), quasi nove minuti negli stilemi più consoni di un ottimo rock
sinfonico; la coesione del gruppo qui raggiunge l'amalgama perfetto.
I testi forse sono l'unico punto debole di questo lavoro: tutto sommato ci si ritrova per l'ennesima volta nella ricerca di un'ardua risposta delle fatidiche domande esistenziali. Avrei maggiormente gradito un pizzico in più di originalità.
"Mais d’où je viens et où je suis et où je vais
Je ne sais pas, je ne sais plus, j’ai oublié."
Nuovo interludio strumentale 'Curiosité', flauto e sax soprano uno dei tanti che suonerà in questo lavoro Julien Gomila, che ci introduce in un breve, ma interessantissimo divertissement di "gonghiana" inspirazione dal titolo 'Féerie' (Magia) e che il viaggio continui!
"Je suis désormais maître de mon propre
vaisseau
J’accepte des passagers"
Clarinetto, oboe, sax contralto, violoncello, contrabbasso, violino e tutta la sezione ritmica in aggiunta all'elettrica di Arnaud a sostegno delle due voci, una di Arnaud stesso e l'altra, splendida, di Emeline Merlande, per tessere un intreccio a la 'Gentle Giant', che consiste nella spina dorsale di 'Dépassement' (Superare), dove il nostro Roan comincia ad avere le prime avvisaglie che il viaggio non sarà così foriero delle risposte che attendeva.
"Mais qui est le pilote
Qui joue ce sale tour"
e qui possiamo dire di essere quasi alla metà del guado.
Nuovo magnifico interludio alle tastiere 'Nostalgie', che con un
incedere malinconico che ricorda un pochino i momenti più fluidi ed eterei
presenti nei lavori di J.M. Jarre, disegna un rimpianto, forse un desiderio di
qualcosa che ci è sfuggito e che non sia più recuperabile, ma soprattutto ci
introduce al pezzo più lungo dell'intero lavoro dove tutto il gruppo spinge al
massimo superandosi in bravura e coesione.
Sto parlando della splendida 'Ryoko', che con i suoi quasi 13 minuti di lunghezza è decisamente il piatto forte di 'Roan'.
Ancora una volta la splendida sezione ritmica fa da eccellente supporto
alla parata dei vari strumenti che si palleggiano l'attenzione come primi
attori di una felice rappresentazione; ecco quindi il contrabbasso di Eva
Tribolles lasciare lo spazio all'incantevole flauto di Manuela, quindi al
violoncello di Tifenn Trévinal. Un tripudio di emozioni!
Come in una splendida sfilata, sono tutti lì, gli eccellenti
strumentisti, a succedersi sulla passerella per prendersi uno ad uno i meritati
applausi; ora è la volta del clarinetto di Louis Théveniau, mentre si sdoppia
alla chitarra elettrica e alle tastiere il "tessitore" Arnaud Quevedo.
Un'orgia di suoni si abbattono sull'ascoltatore letteralmente inebriato da tanta abbondanza, mentre il finale è una splendida cavalcata da brividi tra chitarra elettrica e sax soprano e pazienza se, nonostante l'ottimo impatto vocale, i testi, ancora una volta, non riescono a stare al passo con il magnifico impianto sonoro rimanendo poco interessanti e ripetitivi.
"Je me demande encore d’où je viens, où je
suis, où je vais
Et ce voyage, est-ce que c’était vraiment une bonne idée"
'Fardeau' (fardello) è l'ennesimo ispiratissimo raccordo basso/tastiere che introduce 'Chrysalide' (Crisalide) tutta giocata sull'alternanza oboe e flauto con gli archi ed ovviamente l'instancabile sezione ritmica a sostenere la struttura. Una meraviglia!
Stiamo correndo verso la fine di questo impegnativo e davvero riuscito lavoro di Arnaud and Friends con il penultimo brano, anch'esso strumentale intitolato 'Métamorphose' (Metamorfosi) dove le luci della ribalta sono accese sul bassista Noé Russeil e sul maestro Arnaud ed è forse il pezzo che maggiormente si spinge oltre il cliché di un ottimo prog sinfonico, osando delle sperimentazioni che potrebbero essere la base di partenza per uno step ulteriore del loro eventuale prossimo album.
'Epilogue' la traccia finale si riallaccia al prologo che abbiamo lasciato all'inizio di questo splendido cammino dove finisce, forse irrisolto nelle risposte, il viaggio di Roan, ma non finisce certo il piacere di voler riascoltare questa gemma lucente uscita miracolosamente negli anni del covid e di una recrudescenza bellica mondiale che pensavamo dimenticata.
Meglio, molto meglio, quindi respirare queste atmosfere e nutrirsi
dell'arte dalle profonde radici che queste tracce musicali sprigionano
copiosamente.
Chapeau!
E ascoltiamoci l’intero album suonato in studio… spettacolare!
Tracklist
1. Aube
2. Prologue
3. Découverte
4. Curiosité
5. Féerie
6. Dépassement
7. Nostalgie
8. Ryoko
9. Fardeau
10. Chrysalide
11. Métamorphose
12. Epilogue
Lunghezza totale: 54’26
Composto e registrato da Arnaud Quevedo
Missato e masterizzato: Arnaud Houpert – U-Fly Studio
Testi di Olivier Ginestet
Discografia
2022: Roan
2021: Electric Tales Live
2020: Electric Tales
2012: Oniz
Links
Website: https://www.arnaudquevedo.com
Facebook: https://www.facebook.com/ArnaudQuevedoMusic
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCIUuPGwCqiTjlE07x902i2Q
Bandcamp: https://arnaudquevedo.bandcamp.com
FTF-Music: https://www.ftf-music.com/de/aqf/aqf.htm
Merchandising: https://www.ftf-music.com/shop/shopaqf/shopaqf.htm
Order Roan: https://www.ftf-music.com/news/roan/roan.htm
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