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martedì 26 settembre 2023

PACHA AND PÖRSTI: SEA OF MIRRORS-COMMENTO DI VALENTINO BUTTI

 


PACHA AND PÖRSTI: SEA OF MIRRORS

Seacrest Oy  2023    SPA/FIN

Di Valentino Butti


È passato giusto un anno dal debutto con “Views from the inner world”, ed ecco il duo ispano/finlandese composto da Rafael Pacha e Kimmo Pörsti ripresentarsi all’attenzione degli appassionati con “Sea of mirrors”.

L’album è suddiviso in dieci tracce (di cui quattro strumentali) incentrate su racconti di mare e marinai. Molto bello il libretto allegato con le foto dei protagonisti, le liriche e le rappresentazioni “visive” dei brani con illustrazioni ad hoc. I numerosi strumenti utilizzati da Pacha (oltre alle chitarre ed alle tastiere), come la cetra, il flauto dolce, il bouzouki ed il mandolino sottolineano ancora di più il delizioso “flavour” folk della proposta, pur non mancando momenti fusion o spiccatamente più rock. Notevole, come al solito, il contributo degli ospiti come le due vocalist, Laura e Paula Pörsti (rispettivamente nipote e figlia di Kimmo), Alessandro Di Benedetti al piano, Marek Arnold al sax, Olli Jaakkola al flauto, sax ed oboe, Jan-Olof Strandberg al basso e dell’altro cantante Alejandro Suarez.

Il fascino del mare, come detto, fa da sfondo ai nuovi pezzi, interamente scritti dai due titolari del progetto. “Sailor’s tale”, con i vocalizzi di Laura Pörsti, fa volare la mente tra le onde marine, le correnti tempestose, i mostri mitologici, le bonacce pericolose ed il fluire della musica contribuisce a farci immaginare tutto ciò. “Diving into infinity”, ben interpretata da Paula Pörsti, con oboe, flauto e cetra a donare una piacevole brezza acustica appena increspata dalla strumentazione elettrica, sempre di gran gusto. Allegra e scanzonata (in evidenza il mandolino, il bouzouki ed il piffero) è “Tara’s joy in the beach”, piacevole digressione sui divertissement “canini” che scorrazzano sulla battigia. “The island of Lotus-eaters” ci introduce alla mitologia greca ed agli abitanti dell’isola, i quali, cibandosi dei frutti dell’albero di Loto, vivevano in una costante apatia che faceva loro scordare il passato e desiderare solo di rimanere in quel luogo. Il testo rievoca i piaceri offerti da quella terra e sono suggellati dai vocalizzi finali di Laura. Lo strumentale “Charybdis” è un malinconico intermezzo con venature fusion che anticipa la title track, un altro brano non suggellato da presenza cantata. Su tutto emerge il sax di Arnold, all’ennesimo contributo di qualità, ben assecondato da una sezione ritmica discreta e mai soverchiante. Segue, “Fascination”, il pezzo più lungo del lavoro superando, seppur di poco, i nove minuti. Alla voce, qui, Alejandro Suarez. Si tratta, probabilmente, del pezzo più “tradizionalmente” progressive con le tastiere sugli scudi, i notevoli interventi dell’elettrica di Pacha ed Arnold che ci delizia con qualche spunto dei suoi. Eppure, il brano pare un po’ incompiuto, soprattutto per la mancanza di una forte melodia che possa subito rimanere nella mente. “Lead, silver and gold (Song for Cadiz) “è una splendida composizione prevalentemente acustica, che disegna arabeschi davvero preziosi e la “dedica” alla città andalusa di Cadice è lì a dimostrarlo. “Shipwreck” nasce in modo soft, per crescere piano piano, sempre con qualche sentore arabeggiante, per poi sfociare in un arioso strumentale, condotto dal sax, che può ricordare un poco di King Crimson con Mc Donald. Sicuramente il pezzo che più mi ha conquistato. L’album si chiude con “House of the light”. La voce soave di Laura, le atmosfere rarefatte, la graduale crescita ritmica sono il degno finale di un album che, e ne diamo merito al sodalizio Pacha e Pörsti, convince appieno.







domenica 24 settembre 2023

Veruno, il post festival (jazz) negli scatti di Alice Bellati



JAZZ ROBERTO MATTEI QUARTET


Dopo il commento di Evandro Piantelli pubblicato nei giorni scorsi… 

https://mat2020.blogspot.com/2023/09/2-days-prog-1-revislate-no-1-2-3.html

 

... arrivano le fotografie di Alice Bellati, che proponiamo suddivise per giornata…

questa la serata dedicata al jazz, una settimana dopo il Festival




ROBERTO GATTO






sabato 23 settembre 2023

Led Zeppelin in Giappone nel settembre del 1971

Led Zeppelin, 1971

Inizia il 23 settembre 1971 il primo tour giapponese dei Led Zeppelin, che si concluderà il 29 settembre.

Sembra che, oltre a suonare, fecero incetta di cineprese e macchine fotografiche: all’epoca quella parte del mondo era all’avanguardia dal punto di vista tecnologico.

Di tutto un Pop…

Wazza


Led Zeppelin (Japan, 1971), unusual jam session on borrowed instruments






giovedì 21 settembre 2023

In ricordo di Francesco Di Giacomo


 

Sui gradini del vostro rifiuto, io sto salendo fino alla mia porta

21 settembre

Ci sarai sempre

Buon viaggio capitano!

Wazza







mercoledì 20 settembre 2023