Commento di Fabio Rossi
Artista: Gotland
Album:
Rise
Genere:
Symphonic Black and Death Metal
Anno:
2023
Casa
discografica: Earth and Sky Productions
Tracklist:
ACT I
1) Foedus (Intro)
2)
Roman and Cheruscan
3)
The Downside
4)
Insidia
ACT II
5) Expectatio (Interlude)
6)
Deception
7)
Traitor or Savior
ACT III
8) Clades Variana (Interlude)
9)
Slaughtered Centurions
10)
Spiriti nelle Tenebre
11)
The Dishonor
ACT IV
12) Imperium non Obliviscitur (Interlude)
13)
Ballata del Tradimento
14)
The Same Blood
15)
Visurgis
ACT V
16) Invictus (Interlude)
17)
Rise
Line
Up
Irmin: growls and scream vocals
Eg Orkan: guitars
Insanus: guitars
Var: bass
Hoskuld: drums
Gabriele “Hyde” Gilodi: Orchestrations
Special guest:
Manuel “Lupus Nemesis” Visconti: guest growl and scream vocals on track
4, 9 and 11; clean vocals an choirs;
Davide Cicalese: guest growl vocals on track 15;
Chiara “Kyrah Aylin” Di Mare: guest clean vocals on track 13;
Simone “Zilath Meklum” Scocchera: guest growl and scream vocals on track
14;
Haiwas: guest growl and scream vocals on track 3;
Luciano Caratto: narration.
I torinesi Gotland
rappresentano la palese dimostrazione che in Italia si possa suonare heavy
metal a livelli superlativi. Già con l’album “Gloria et Morte”, risalente al
2016, il gruppo mi aveva colpito favorevolmente, ma il recentissimo Rise è davvero di un’altra categoria, da
annoverare tra le migliori uscite del 2023.
Si tratta di un concept dedicato alla figura
di Arminio, il famoso condottiero germanico della popolazione dei Cherusci
passato alla storia per aver inflitto all’esercito romano una delle sconfitte
in battaglia più cocenti. A capo di una coalizione di tribù germaniche
concentrate nella foresta di Teutoburgo, tra l’8 e l’11 settembre del 9 D.C.
annientò grazie a un’imboscata a tradimento le legioni XVII, XVIII e XIX comandate
da Publio Quintilio Varo che per il disonore si suicidò.
Il disco è diviso in cinque parti ed è
composto da diciassette brani registrati in maniera sublime al ViP Studio di
Torino.
Il genere abbracciato dai Gotland è il symphonic black e death metal, con
ampi riferimenti a formazioni quali Dimmu Borgir e i nostrani Fleshgod
Apocalypse. Viene abbandonato nel frangente il pagan metal che caratterizzava
taluni aspetti del loro stile. La musica è variegata, mai monocorde e
soprattutto ben strutturata. Da menzionare il notevole apporto dei numerosi
special guests tra cui figurano artisti del calibro di Davide Cicalese dei
Furor Gallico e Manuel “Lupus Nemesis” Visconti degli Atavicus. È evidente
anche da questa peculiarità che le aspettative sono molto alte e non credo che
andranno deluse. Ciò che colpisce è la grande personalità e il profluvio d’idee
che emergono ininterrottamente ascoltando Rise. Una brillantezza compositiva da
rimarcare, tanto che riesce complicato soffermarsi su un brano piuttosto che un
altro. Rise è un’opera unica che va ascoltata dall’inizio alla fine
(dura un’ora e tredici minuti) e con l’immaginazione ci si sente in un certo
qual modo protagonisti della cruenta vicenda storica narrata da Irmin e
compagni. Concludo che sono rimasto un po’ sorpreso da qualche critica fatta a
quest’album, perché delle due l’una: o sto diventando sordo, oppure il voler “vomitare”
addosso ai gruppi metal italiani è un malvezzo che purtroppo non avrà mai fine.
Godetevi ora il video del brano Rise
realizzato da Stefano Mastronicola...
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